GEDDA (arabo Giddah; A. T., 91)
Città costiera dell'Arabia, nel Ḥigiāz, posta nella deserta piana che ha nome Tihāmah. La posizione attualmente occupata dalla città sembra non risalga a più di tre secoli: la città antica sorgeva più a sud.
Gedda è il principale porto di mare del Higiāz: la sua importanza passata e presente le deriva dall'essere il porto della Mecca, dalla quale dista una sessantina di km. in linea d'aria. La sua popolazione, che ascende a circa 25-30.000 ab. permanenti, si compone di Arabi, Persiani, Indiani, Negri, ecc., per la maggior parte commercianti; gli Europei sono circa 50, comprese le rappresentanze consolari, che abitano nella parte N. della città. Gedda vive soprattutto del pellegrinaggio alla città santa musulmana; dopo che fu conquistata dai Wahhābiti, nel 1925, il numero dei pellegrini scesi nel suo porto si è di molto accresciuto in confronto all'anteguerra (130.000 nel 1927), mentre anche il valore delle importa2ioni ha segnato negli ultimi venticinque anni un notevolissimo aumento (si sarebbe - secondo i calcoli più attendibili - quadruplicato); le esportazioni (pelli soprattutto) si mantengono molto inferiori rispetto alle importazioni.
La città, che è attraversata in senso meridiano dal bazar principale, a sua volta incrociato da un altro bazar, è circondata da mura, nelle quali si aprono le tre porte di Bāb al-Madīnah, al-Bāb ash-Sharīf e Bāb Makkah. Notevole nelle case, costruite in genere di calcare corallino, la presenza di finestre, balconi, ecc., di legno intagliato e scolpito. Alla mancanza di acqua potabile si provvede distillando, in due impianti, l'acqua marina; in apposite cisterne si raccoglie inoltre l'acqua che cade nella breve stagione piovosa (novembre-febbraio).
Storia. - Anche nel passato, l'importanza di Gedda consistette unicamente nell'essere il porto della Mecca. Tale essa fu istituita dal califfo ‛Othmān, nel 26 èg. (646-7 d. C.), dopo che la conquista araba dell'Egitto aveva provocato relazioni intense e costanti con l'Egitto. L'immenso sviluppo economico del mondo islamico fece di Gedda un porto di notevole importanza, specialmente per il commercio con l'India, rispetto al quale essa adempiva la funzione di porto di transito che oggi è esercitata da Aden. Al tempo stesso la sua importanza era accresciuta dal costituire essa la sola via di accesso a Mecca dalla parte del mare. Il suo possesso venne disputato, dopo lo smembramento dell'impero dei califfi, tra i sovrani d'Egitto e gli stati sorti in Arabia: al tempo del dominio dei Mamelucchi sull'Egitto (sec. XIII-XV), questi ne furono i signori effettivi, pur riconoscendone formalmente il possesso agli sceriffi della Mecca. Nella prima metà del sec. XVI, subito prima e subito dopo della conquista dell'Egitto e dell'Arabia da parte degli Ottomani, ebbero luogo innanzi a Gedda scontri tra le navi musulmane e quelle portoghesi che, provenendo dalla costa africana, tentavano di risalire il Mar Rosso. Presa dai Wahhābiti nel 1803, Gedda fu poi occupata dagli Egiziani di Moḥammed ‛Alī, che la tennero fino al trattato del 1840 con la Porta Ottomana. Durante la guerra mondiale Gedda si sottrasse, insieme col resto del Ḥigiāz, al dominio turco e fu uno dei punti donde l'Inghilterra mantenne relazioni e mandò aiuti allo sceriffo Ḥusein. Divenuto questi re del Ḥigiāz, Gedda fu il suo luogo di asilo dopo la sconfitta inflittagli da Ibn Sa‛ūd alla fine del 1924, e ivi egli cedette il trono al figlio ‛Alī. Ma la città capitolò il 17 dicembre 1925 dopo un lungo assedio, e passò sotto il dominio dei Wahhābiti. A Gedda fu firmato, il 20 maggio 1927, il trattato tra Ibn Sa‛ūd e l'Inghilterra, col quale questa riconobbe l'unione del Negd e del Ḥigiāz.
Bibl.: C. Snouck Hurgronje, Mekka, L'Aia 1888-89, I, passim; per gli ultimi avvenimenti, Oriente Moderno, V-VII, Roma 1925-27.