GDYNIA (XVI, p. 471)
Al porto di Gdynia i Polacchi affiancarono nel 1935, un altro porto: quello di Tezew, a 29 km. dalla foce della Vistola. Le rovine della guerra a Gdynia furono notevoli: l'85% delle installazioni e il 20% dei binarî del porto, distrutti. Questi danni sono stati in gran parte riparati e Gdynia ha già raggiunto le cifre del movimento prebellico (8 milioni di t. di stazza) e anzi si avvia a superarle. Nel 1° quadrimestre del 1948 il traffico delle merci attraverso il porto fu il seguente: importazioni, t. 203,413,9 esportazioni, 1.106.737,5; totale, 1.310.151,4. Ma la Polonia postbellica ha un'assai più larga fronte sul Baltico (947 invece di 140 km., fra le foci dell'Oder e lo Zalew Wirlany, o Frisches Haff), e dispone, oltre che di Gdynia, di altri importanti porti come Danzica, Stettino, ecc. Quindi anche le funzioni commerciali di Gdynia sono variate: in un razionale piano di distribuzione del commercio estero polacco, Stettino sarà essenzialmente porto di transito e Gdynia - insieme a Danzica - è destinata al commercio d'oltremare. L'esportazione consta oggi essenzialmente di carbon fossile, coke, legname, orzo, zucchero e cemento. La popolazione è scesa da 114.000 ab. nel 1938 a 78.000 nel 1946.
Storia. - La città e il porto di Gdynia, occupati dai Tedeschi dopo una strenua resistenza polacca, il 14 settembre 1939, seguirono le sorti delle altre città polacche. A seguito degli accordi conclusi dalla Germania con la Lettonia e l'Estonia (ottobre 1939) per l'evacuazione dai due paesi della minoranza di stirpe tedesca (Balto-tedeschi), buona parte di costoro vennero trapiantati a Gdynia, in sostituzione dell'elemento polacco. Il porto nel corso della guerra divenne base di sommergibili tedeschi. Liberato il paese nella primavera del 1945, il governo polacco mise subito mano alla ricostruzione del porto, che già nel luglio 1945 ricominciò a funzionare.