GAYŌMART
. Nome iranico ("vita mortale" o "vitalità umana"), dato nella tradizione mazdea al primo uomo. A questa figura, che appare nell'Avestā (Yasna 26, 33; Yašt 13, 15; 145; v. avestā, V, p. 629), si aggiunsero nella tradizione religiosa mediopersiana tratti mitici cosmogonici. Ucciso da Ahriman, dal suo corpo si sparse seme sulla terra; ne nacque una pianta di rabarbaro e da questa la prima coppia umana: Mashī e Mashiānī. In circoli gnostici e manichei la figura di Gayomart ricevette un carattere soteriologico, rappresentò un essere divino, simbolo del profeta, che annunzia la liberazione dell'anima e che concede ad essa l'immortalità. Si è voluto riattaccare tale figura alla dottrina stessa di Zarathustra, con la quale però è piuttosto in contrasto, mentre nelle Gāthā non c'è alcun accenno ad essa.
Bibl.: O. G. von Wesendonk, Urmensch und Seele in der iranischen Überliferung, Hannover 1924; R. Reitzenstein e H. H. Schaeder, Studien zum antiken Syncretismus, Lipsia 1926, pp. 205-305; H. Lommel, Die Religion des Zarathustras, Tubinga 1930, pp. 136-137.