FERRARI, Gaudenzio
Pittore, nato verso il 1470 a Valduggia (Piemonte), morto a Milano il 31 gennaio 1546. La sua attività si svolse interamente nel proprio paese o nelle provincie vicine. Figlio di pittore, passò parte della sua infanzia a Varallo, si recò quindi a Milano presso Stefano Scotto, secondo Giovan Paolo Lomazzo, ma più che a quell'ignorato pittore, dovette ispirarsi a Leonardo e ai suoi discepoli, nonché al Bramantino. Gli elementi della sua arte sono molto varî, poiché essa subì diverse influenze nei suoi diversi momenti, pur mantenendo e sviluppando una sua originalità. Tra le prime opere note, quelle della Pinacoteca di Torino (Padre Eterno; scene della vita dei Ss. Anna e Gioacchino) ricordano specialmente il Bramantino, come ancora gli affreschi nella Chiesa della Madonna delle Grazie a Varallo (1507, 1513) con reminiscenze iconografiche di M. Spanzotti. La pala di S. Maria di Arona (1511) riecheggia il capolavoro del Perugino già nella Certosa di Pavia. Con nuova larghezza operò di pittura e di plastica, unendo illusivamente le due arti, nella Cappella del Crocifisso (1523) al Sacro Monte di Varallo, dove restano altri suoi lavori di periodi diversi. La crocifissione del Sacro Monte è una delle opere più espressive dell'artista: rivela le sue qualità di decoratore esuberante e il suo senso del movimento; la foga della sua immaginazione si esprime qui in tutta libertà e spontaneità. Allo stesso momento dell'arte del F. appartengono tra altro la pala per la cappella di S. Abbondio, nella cattedrale di Como, e quella di S. Gaudenzio a Novara. La sua maniera poi andò facendosi più larga e più morbida, sotto l'influenza di Leonardo e del Luino, come nella Madonna di Torino e nella Fuga in Egitto della cattedrale di Como. Nel 1552 il F. ebbe incarico di dipingere per la chiesa di S. Cristoforo in Vercelli, dove eseguì una grande pala (1530), affreschi con la vita di Santa Maddalena (1532), storie della Madonna (1534), ricercando forti contrasti di luce e grandezza di composizione. Gli ultimi affreschi di Vercelli portano la data del 1534. Alla fine di quest'anno il F. inizia il suo lavoro più importante: la decorazione a fresco della cupola di S. Maria dei Miracoli a Saronno, con l'Assunzione della Vergine fra un turbine di angioli che compongono una grande originale decorazione e una massa piena di vita. Ritornato a Varallo il F., dopo la morte violenta di suo figlio, nel 1539, si stabilì a Milano. I suoi ultimi lavori, appartenenti al periodo milanese, sono più deboli, più pesanti nell'esecuzione (pala di Busto Arsizio, gli affreschi di S. Maria delle Grazie di Milano, eseguiti nel 1542). Nel 1545; iniziò una serie importante di affreschi nella chiesa di S. Maria della Pace, rappresentanti l'infanzia della Vergine. Ma la morte gl'impedì di terminarli; pure, quel che rimane, ora nella Galleria Brera a Milano, mostra un'ardita franchezza pittorica in cui sembra culminare tutta l'operosa arte del F. Del quale il maggior seguace fu Bernardino Lanino, talvolta confuso col maestro. (V. tavv. VII e VIII).
Bibl.: G. Colombo, Vita ed opere di G. F. pittore, Torino 1881; Massara, Intorno a G. F., Novara 1903; B. Berenson, The North Italian Painters of the Renaissance, Londra 1907; E. Halsey, G. F., Londra 1908; P. Galloni, Sacro Monte di Varallo, Varallo 1909; G. Paoli, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XI, Lipsia 1915 (con bibl.); A. M. Brizio, Studi su G. F., in L'Arte, XXIX (1916), pp. 103-20, 158-78; W. Arslan, Due dipindi inediti di G. F., ibid., XXXIV (1931), pp. 161-62.