gastrosessuale
(gastro-sessuale), agg. (iron.) Di cibo e di sesso; che al gusto per il cibo unisce quello per il sesso.
• Passiamo quindi ai paradisi immaginari, come l’Eden, dove, per rispettare i vegetariani, nessun vivente poteva essere consumato: di qui un menu di sole verdure. Da questa fantasia ci ha liberato il peccato di Eva e di Adamo che, secondo una marginale ma significativa tradizione esegetica, poté ambiguamente consistere in un peccato gastrosessuale, di sesso e di gola, avendo i Protoplasti goduto di un serpente in forma di salsiccia. (Tullio Gregory, Sole 24 Ore, 14 settembre 2008, p. 38) • In proposito annota [Ennio] Flaiano in una sorta di diario: […] E commenta, non senza malcelata nostalgia: Com’è cambiata dal ’50, da quando vi arrivavo a piedi ogni mattina attraverso Villa Borghese e mi fermavo alla libreria di Rossetti, con Napolitano, Bartoli, Saffi, Brancati, Maccari e il poeta Cardarelli. L’aria era limpida, il traffico quieto (Brancati andava in bicicletta), dal negozio del fornaio veniva il profumo delle brioches calde, c’era una calda animazione paesana, giornalisti e scrittori prendevano l’aperitivo, i pittori non avevano mercanti, la gente volava meno. […] Anche le conversazioni sono balneari, barocche e scherzose, e si riferiscono a una realtà esclusivamente gastro-sessuale. Manca che ci si spruzzi o che si giochi col pallone. (Francesco Del Tavano, Giornale d’Italia, 9 febbraio 2013, p. 10, Cultura).
- Composto dal confisso gastro- aggiunto all’agg. sessuale.
- Già attestato nella Stampa del 13 dicembre 1973, p. 2 (Lietta Tornabuoni).