gastroenterologia
Branca della medicina che si occupa delle malattie dell’apparato digerente nel suo insieme, cioè di tutto il tubo digerente e delle grosse ghiandole a esso annesse: il fegato e il pancreas.
Questa branca della medicina si è sviluppata grandemente con il moltiplicarsi e perfezionarsi dei mezzi tecnici d’indagine: anzitutto la radiologia che ha permesso, con l’uso dei pasti radio-opachi, di rendere visibile allo schermo radiologico il lume dei vari tratti del tubo digerente e quindi di studiarne la forma e i movimenti, e ha anche permesso di visualizzare le vie biliari, con l’aiuto di sostanze radio-opache; la radiologia in g. si avvale anche di mezzi di contrasto gassoso, stratigrafia, cinematografia, prove farmacoradiologiche, colangiografia bloccata, ecc. Altri importanti mezzi di indagine prettamente gastroenterologici sono i sondaggi con i quali, per mezzo di sonde introdotte per via naso-gastrica, è possibile estrarre campioni di succo gastrico o duodenale per esaminarli. L’endoscopia è però l’esame diagnostico che ha rivoluzionato la g. più di ogni altra disciplina. Anche la laparoscopia è di grande aiuto in g., consentendo la visione diretta del fegato, della colecisti, del peritoneo. Altro prezioso mezzo di indagine è quello della biopsia endoscopica. Infine, vi è tutta la gamma vastissima delle prove funzionali gastriche, intestinali, epatiche e pancreatiche di ordine biochimico, che si valgono di analisi chimiche del sangue, delle urine, delle feci e dei succhi digestivi.
Molte malattie dell’apparato digerente sono inquadrate sempre più nell’ambito di patologie sistemiche e, per altro verso, molte patologie che interessano tipicamente la g. hanno ripercussioni generali. Esempio tipico del primo caso sono le malattie del collageno: la sclerodermia, il lupus, l’artrite reumatoide hanno manifestazioni viscerali anche nell’apparato gastroenterico; per la seconda evenienza non si può non ricordare che le malattie croniche dell’intestino come il morbo di Crohn, colite ulcerosa, hanno quasi sempre manifestazioni extra-intestinali, e che un’epatite virale cronica induce alterazioni autoimmunitarie che coinvolgono tutto l’organismo. Le ricerche sugli enterormoni hanno dimostrato, anche a livello dei più fini meccanismi recettoriali, che le sostanze prodotte nell’apparato gastroenterico hanno azione anche al di fuori di esso. Infine, la g. non può prescindere dalle più sofisticate indagini della genetica, per le evidenti associazioni di molte neoplasie del tratto gastrointestinale con anomalie geneticamente trasmissibili (per es., la poliposi familiare del colon).