GASTALDO
(voce longobarda; probabilmente "preposto" [cfr. ted. gestellen]) - I gastaldi erano presso i Longobardi gli amministratori della curtis del re, posti sotto la sua immediata dipendenza, con estese attribuzioni politiche e amministrative entro il territorio loro affidato. Tutto lo stato longobardo era diviso in civitates; e civitas è termine che in significato più largo indica un intero ducato o gastaldato. La nomina dei gastaldi dipendeva dal re e il loro ufficio era temporaneo. I principali fra essi, a significare l'alta loro dignità, prendevano il titolo di conti. Oltre che funzioni di amministratori dei beni del re, esercitavano anche funzioni giudiziarie (onde il loro nome di iudices), funzioni di polizia, ed erano rivestiti di podestà militare: in guerra portavano i loro exercitales. Anche la Chiesa ebbe i suoi gastaldi per l'amministrazione dei proprî beni e di quelli dei vescovi e dei monasteri. L'esistenza di gastaldi è attestata in parecchie città italiane durante l'alto Medioevo. Ancora nel sec. XII gli amministratori dei beni del vescovo di Trento sono chiamati gastaldi e nei sec. XVII si trovano gastaldie nel Friuli. L'accrescimento della potenza ducale di fronte alla regia segnò il decadimento dell'istituto. Posti alla dipendenza del duca, e non più del re, con diminuite funzioni, all'epoca dei Franchi i gastaldi finirono per non differenziarsi più dalla massa degli altri impiegati statali, scarsamente importanti. Nell'epoca comunale erano chiamati anche gastaldi i capi delle borgate minori o ville che attendevano soprattutto alla custodia dei fondi ed erano forniti di ristrettissima giurisdizione; e gastaldi pure si chiamavano i capi delle corporazioni delle arti.
Bibl.: A. Pertile, Storia del diritto italiano, Torino 1896-1903, I, pp. 108, 111, 181; II, parte 1ª, pp. 163, 183, 244; VI, parte 1ª, p. 111.