COSTA, Gasparo
Scarse sono le notizie biografiche relative a questo compositore di cui secondo il Gaspari solo i frontespizi delle opere testimonierebbero della sua attività (anche se l'archivio del duomo di Milano conserva invece qualche sua traccia). Il C. nacque certamente a Bologna, come ripetutamente ci attestano i frontespizi dei suoi lavori, chiamandolo ora "bolognese" ora indicando la sua provenienza geografica: "da Bologna". La data di nascita è ignota e si possono per deduzione postulare come probabili gli anni tra il 1530 ed il 1540, ipotizzando che il primo, incarico in duomo gli fosse giunto alla maturità, vale a dire verso la quarantina.
La sua preparazione musicale, svoltasi con tutta probabilità nel capoluogo emiliano, fu rivolta sia alla musica sacra sia a quella profana, genere al quale appartengono la maggior parte delle opere rimaste. I suoi studi dovettero essere puntigliosi: da essi il C. si attendeva onori, come si deduce da questo passo della lettera (1580) di dedica delle Canzonette... Primo Libro a quattro voci, indirizzata al conte Rinaldo Tettone: "Quel desiderio d'Honor, che naturalmente hanno quasi gli Huomini tutti, onde chi in una, e chi in un'altra impresa longamente s'affatica ... Hà me ancor si ponto, e stimolato, che dando opera à musicali studi, m'ha fatto produr questa humile operina". È incerto quando avvenne il trasferimento da Bologna a Milano ed il motivo dello spostamento, ma certamente esso si verificò prima del 1580. Egli comunque venne a Milano per assumere l'incarico di organista in duomo e non alla Madonna di S. Celso, come si legge in tutti i repertori.
Giusta è invece la supposizione del Mompellio, secondo cui egli suonò nella cattedrale lombarda già negli anni tra il 1570 e il 1575: in un documento dell'Archivio del duomo (segn. O. n. 13, f. 214v) in data 1º ott. 1573, compare il suo nome come possibile sostituto all'organo di Ottavio Bariolo. Il documento è in realtà una supplica rivolta dal padre del Bariolo al capitolo per ottenere una licenza per il figlio, il cui incarico sarebbe stato temporaneamente coperto dal C., considerando poi che uno degli strumenti della cattedrale era in riparazione. Probabilmente fu licenziato in seguito alla riduzione degli strumenti in funzione nella chiesa milanese, tanto più che il C. avrebbe suonato all'organo vecchio.
Fu in questo periodo che il C. si stabilì alla chiesa della Madonna di S. Celso, ricoprendo l'incarico di organista. La prima data certa in questo senso ci viene dal frontespizio del Primo Libro a quattro voci di canzonette (1580). Sull'attività del C. alla Madonna di S. Celso non è possibile reperire nulla. L'archivio della chiesa, peraltro in buono stato, non conserva nelle carte relative alla cappella musicale neppure tracce del suo nome. Il ritorno in duomo dovette avvenire nel 1588, data certa non solo per il frontespizio del Libro Secondo delle canzonette a quattro voci, quanto piuttosto per gli Annali.
In data 1588 essi riportano: "Ordiniamo retribuire a Gasparo Costa organista l'annua somma di 12 scudi d'oro, in compenso della casa di abitazione alla quale ha diritto in Camposanto, ma che non può usare, essendo proibitivo abitarvi colla moglie e con altre donne". La presenza nell'anno successivo è confermata dai mandati di pagamento che nominano il C. assieme ad altri chierici con questa formula: "...pagherete alli soprascritti Chierici, a organista del Domo le soprascritte somme di danari", oppure menzionano la questione del fitto: "A Gaspero Costa il suddetto Mese computato il fitto della casa". In calce in genere appare questa aggiunta: "io Gasparo Costa ho ricevuto da Alberto Bilia sessantasette soldi... tra i quali sono il salario del mese di Febraro et in fede di ciò che ho servito et sottoscritto". Null'altro trapela dall'Archivio. L'ultimo dato che ci conferma la presenza del C. in duomo risale all'11 ott. 1590, come attesta un documento con segno. n. 15, f. 201.
Sulla morte del C. non ci è dato di saper nulla di preciso e le notizie si fermano al 1590. Con molta probabilità morì tra la fine del sec. XVI e l'inizio del XVII.
Artisticamente, senza essere una figura di primo piano, il C. fu certamente musicista valido e abbastanza rinomato, come prova l'inclusione di alcune sue composizioni in raccolte di musicisti celebri dell'epoca. Le opere giunte fino a noi dimostrano, oltre alla abilità nel disporre piacevolmente la melodia, da riuscire aggraziato nella conduzione generale del brano, anche un'attenzione costante alle mutazioni di gusto ed ai progressi che si compivano nell'arte musicale. Delle sue composizioni, pubbl. a Venezia, si ricordano; Canzonette, Il Primo Libro a quattro voci, 1580(apresso Alessandro Gardano); Il Primo Libro de Mottetti et Madrigali spirituali a cinque voci, 1581(appresso Angelo Gardano); Il Secondo Libro di Canzonette a tre voci, 1584(presso Giacomo Vincenzi, e Ricciardo Amadino, compagni); Canzonetta, Libro Secondo a quattro voci, 1588 (Angelo Gardano). Inoltre: Ardo si, ma non t'amo, nella raccolta Sdegnosi ardori. Musica di diversi autori sopra un istesso soggetto di parole, a cinque voci, raccolti insieme da Giulio Gigli da Imola, Monachii, excudebat Adamus Berg, 1586(la versione del C. è la quinta); Se fredda è la mia donna come il ghiaccio, in Ghirlanda di fioretti musicali composta da diversi eccellenti musici a tre voci con l'intavollatura del Cimbalo, et Liuto, Roma, Simone Veronio, 1589. Mentre a quest'ombre intorno, in Il Trionfo di Dori descritto da diversi et posto in musica, à sei voci, da altrettanti Autori, Venetia appresso Angelo Gardano, 1592;un'altra composizione del C. si trova pure alla p. 68 delle Canzoni a quattro e otto voci di Gio. Dominico Rognoni Taegio organista di S. Marco in Milano, Libro Primo, Milano, per l'herede di Simon Tinti e Filippo Lomazzi.
Fonti e Bibl.: Milano, Archivio del duomo, O. n. 13, f. 214v, 1573 ottobre 1º; O. n. 15, f. 201, 1590 ott. II; Mandati di pagam. della Fabbrica del duomo, annate 1588-89, in Annali della Fabbrica del duomo di Milano dall'origine fino al presente, Milano 1888, IV, p. 233; A. Davidsson, Catal. critique et descriptif des imprimés de musique des XVII, et XVIII, siècles conservés à la Bibliothèque de L'Université Royale d'Upsala, II, Upsala 1951, pp. 57 s.; F. Mompellio, La Cappella del duomo dal 1573 al 1714, in Storia di Milano, Milano 1962, XVI, pp. 517 s.; G. Gasperi, Musica e music. a Bologna (ricerche documenti e memorie riguardanti la storia dell'arte musicale in Bologna), Bologna 1969, pp. 264-268; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 379; Encicl. della musica Ricordi, I, pp. 563 s.; La Musica, Diz. I, p. 449; Encicl. della musica, Rizzoli-Ricordi, II, p. 203. E. Vogel-A. Einstein-F. Lesure-C. Sartori, Bibl. di musica vocale ital., I, Pomezia 1977, pp. 426 s.