BAZZANI, Gasparo
Nacque a Reggio Emilia il 21 apr. 1701 da Prospero e Domenica Bruni. Pittore decorativo e scenografa tra i più illustri che poté vantare quella città, affermò anch'egli una filiazione più o meno diretta dai favolosi Bibiena, quando la formazione bibienesca (reale o meno) era l'indispetisabile presentazione per qualsiasi scenografo desideroso di giungere alle ambite mete dei grandi teatri. Egli infatti dominò la scenografia reggiana, spesso collaborando col Tarabusi, nel decennio 1750-1760, quando quel teatro poteva considerarsi fra i più importanti d'Itaba. Fu artista gradito alla casa d'Este, che più di una volta richiese le sue prestazioni. Francesco III duca di Modena, dal 1753 capitano generale e amministratore in Lombardia, in occasione dei festeggiamenti per le nozze (1771) della principessa Maria Beatrice con l'arciduca Ferdinando d'Austria, affidò al B. l'incarico di dipingere la gran sala nel palazzo ducale di Milano. Il successore Ercole III lo ebbe come omatista, accanto al pittore di figure fra, Stefano da Carpi, nella decorazione di una sua casa di campagna presso Mugnano.
Numerose restano, nella città natale di Reggio, le testimonianze della sua attività di decoratore e di pittore prospettico, sia nelle chiese sia nei palazzi privati: a lui si deve l'ornato della porta maggiore della collegiata di S. Niccolò e quello dell'organo di S. Domenico. Fu inoltre a Genova, dove realizzò, insieme al reggiano Giuseppe Davolio, le prospettive dell'oratorio di S. Filippo Neri, e a Parma, dove fu chiamato a dipingere il presbiterio e il coro di S. Vitale e la volta del refettorio di S. Sepolcro. Come la quasi totalità degli scenografi, del tempo, anche il B. curò l'allestimento di feste e di spettacoli, ideando a tal fine "macchine" di un certo impegno, come ad esempio quella del Sepolcro per il Giovedì Santo nella chiesa di S. Pietro a Reggio. La sua capacità in questo campo tuttavia, per il carattere precario di tali allestimenti e per la scomparsa di disegni sicuramente autografi, è oggi difficilmente controllabile. La sua presenza è inoltre testimoniata a Bologna, Ferrara e Siena, dove per la maniera "delicata" (Tiraboschi) e per l'inesauribile inventiva l'opéra sua fu più volte sollecitata. Morì a, Reggio Emilia il 6 maggio 1780.
Bibl.: G. Tiraboschi, Biblioteca modenese, Modena 1786, VI, p. 317; P. Zani, Enciclopedia metodica... delle Belle Arti, III, 1, Parma 1820, p. 144; F. De Boni, Biogr. degli artisti..., Venezia 1840, pp. 75 s.; E. Manzini, I teatri reggiani e i loro artisti, Reggio Emilia 1878, p. 12; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon,III, pp. 107 s.