RIZZINI, Gaspare
RIZZINI, Gaspare. – Nacque a Gardone (oggi Gardone Riviera, sulla sponda occidentale del lago di Garda) nella prima metà del XVII secolo; il nome dei genitori non è noto. Sacerdote o chierico, poi abate, studiò diritto canonico e civile allo Studio di Padova.
Nel 1660 seguì a Roma, in qualità di segretario, il vicentino Marco Marchiani, docente di diritto canonico, lì giunto per trattare la controversia di Comacchio, devoluta allo Stato della Chiesa insieme a Ferrara, nonostante non fosse feudo pontificio. A Roma, conobbe il cardinale Rinaldo d’Este seniore, che ottenne da Marchiani di farlo diventare un proprio famigliare. Nel 1668 fu inviato come ministro residente a Parigi dalla duchessa reggente di Modena e Reggio Laura Martinozzi e dal cardinale Rinaldo, con l’incarico anche di seguire l’educazione francese dei principi Cesare Ignazio e Foresto d’Este e di rivolgersi a Olimpia Mancini, principessa di Carignano e cugina della duchessa Laura, per trovare loro un aio. Nel 1673 fu con Girolamo Graziani, segretario di Stato estense, direttamente coinvolto nelle trattative che condussero alle nozze di Maria Beatrice d’Este, primogenita di Laura Martinozzi, con Giacomo II Stuart duca di York, cattolico ed erede al trono d’Inghilterra, le quali ebbero luogo per procura a Modena il 30 settembre di quell’anno.
Tale matrimonio interruppe la lunga pratica di neutralità in politica estera del ducato estense. La duchessa Laura, nipote del cardinale Giulio Mazzarino, nell’accettarlo si piegò alla volontà di Luigi XIV, fermamente intenzionato a rafforzare i legami parentali e politici con Carlo II avviati dal trattato di Dover (1670) in funzione antiolandese, con il preparare una discendenza cattolica per il trono inglese: in effetti l’«estremismo gallicano» (Emmanuel Le Roy Ladurie) del Re Sole ben si coniugava con il filocattolicesimo degli Stuart.
Da Parigi, Rizzini manteneva regolari contatti con la duchessa di York tramite il segretario di lei, Edward Coleman, almeno finché costui non fu coinvolto nel complotto papista per uccidere Carlo II organizzato da Titus Oates e Israel Tonge e per questo condannato a morte il 2 dicembre 1678.
Dal dicembre del 1684 alla fine di luglio del 1685 il diplomatico dovette riparare a Londra, sotto la protezione della duchessa di York, in quanto licenziato da Luigi XIV per via della rottura delle relazioni fra le corti di Parigi e Modena causata dalle nozze segrete di Angela Maria Caterina d’Este con Emanuele Filiberto di Savoia (10 novembre 1684), avvenute contro la volontà del re di Francia. A Modena tali nozze erano state particolarmente volute da Cesare Ignazio d’Este, fratello della sposa che ora ricopriva di fatto la qualità di favorito del nuovo duca Francesco II d’Este, figlio di Laura Martinozzi, scioltosi dalla condizione pupillare nel 1674.
Il 16 febbraio 1685 Carlo II morì e Rizzini rientrò a Parigi dopo aver contribuito con Maria Beatrice d’Este Stuart, ora regina d’Inghilterra, a pacificare la Francia con Modena, grazie al temporaneo esilio a Faenza di Cesare Ignazio d’Este dal giugno 1685 all’agosto 1686. Nel luglio del 1686 la regina fece chiedere un beneficio francese per Rizzini al padre François d’Aix de La Chaise, confessore di Luigi XIV, in virtù dei continui servigi prestati a lei e al suo casato dal diplomatico.
Rizzini tornò a Londra nel giugno del 1688, questa volta in veste di ministro residente, per dare notizie della tumultuosa situazione politica inglese, in vista della partenza dell’inviato straordinario modenese Giovan Francesco Cattaneo; visse così la ‘gloriosa rivoluzione’, assistendo alla detronizzazione dei sovrani a causa della presa di potere di Guglielmo III d’Orange e Maria Stuart voluta dal Parlamento inglese e alla loro fuga dall’Inghilterra nel dicembre del 1688. Egli stesso, cui Luigi XIV aveva affidato 50.000 scudi in lettere di cambio e forse altro denaro per sovvenire Giacomo II Stuart, dovette fuggire il 20 dicembre 1688 da Londra per intraprendere un viaggio avventuroso durato più di un mese, nel corso del quale incontrò il re – a sua volta in fuga – ricevendone istruzioni per la regina già in viaggio con il principe di Galles. Venne derubato di gran parte del denaro e riuscì ad arrivare a Parigi solo alla fine di gennaio del 1689. Da allora, vi rimase come residente modenese; tra i suoi incarichi, vi fu anche quello di far regolarmente visita ai sovrani esuli in Francia, cui Luigi XIV aveva concesso il castello di Saint-Germain-en-Laye per tenervi corte. Informò quindi regolarmente Francesco II e poi Rinaldo II dei tentativi stuardiani di far ritorno sul trono.
Morì a Parigi alla fine di febbraio del 1706, dopo circa due anni di malattia.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Modena, Carteggio ambasciatori, Francia, bb. 135, 155, Documenti di stati e città, b. 70, Ufficio del mese, b. 17, Particolari, b. 1215, fasc. ‘Rizzini’.
J. Facciolati, Fasti gymnasii patavini, I-III, Patavii 1757, III, pp. 89, 94; G. Brunati, Dizionarietto degli uomini illustri della Riviera di Salò, Milano 1837, p. 119; E. Campana de Cavelli, Les derniers Stuarts à Saint-Germain en Laye, I-II, Paris-Londres-Edimbourg 1871, I, pp. 54-56, 68-70, 92-94, 122 s., 130 s., 144, 157, 371, 374, 375 s., 377-380, 397 s., 410-414, 420 s., II, pp. 1-7, 63 s., 71 s., 207, 215, 254, 290-292, 351 s., 369 s., 405-413, 474-477, 490, 502-505, 507 s., 550-552, 573; U. Dallari, Il matrimonio di Giacomo Stuart duca di York (poi Giacomo II re d’Inghilterra) con Maria d’Este. 1673, in Atti e memorie della R. Deputazione di storia patria per le province modenesi, s. 4, 1897, vol. 8, pp. 1-46; M. Haile, Queen Mary of Modena. Her life and letters, London 1905, pp. 7, 17, 151 s., 233 s., 394; M. Hopkirk, Queen over the water. Mary Beatrice of Modena, Queen of James II, London 1953, pp. 9, 11, 18, 36, 71, 77, 85, 112, 130, 140, 148, 151, 164, 168 s., 210, 224, 229, 249 s.; C. Oman, Mary of Modena, Bungay 1962, pp. 1 s., 10, 28, 41, 51, 77 s., 86 s., 91, 101, 108, 110, 117, 128, 151 s., 170, 187, 212, 246; A. Cont, “Sono nato principe libero, tale voglio conservarmi”: Francesco II d’Este (1660-1694), in Atti e memorie dell’Accademia nazionale di scienze, lettere ed arti di Modena. Memorie scientifiche, giuridiche, letterarie, s. 8, 2009, vol. 12, pp. 407-459, in partic. p. 449; J. Condren, The dynastic triangle in international relations: Modena, England and France, 1678-1685, in The International History Review, 2015, vol. 37, 4, pp. 700-720.