MURTOLA, Gaspare
Verseggiatore genovese, morto in Roma nel 1624. Segretario di Carlo Emanuele in Torino, scrisse molto; ma il suo merito è scarso, tanto in un poema Della Creazione del Mondo, quanto nella lunghissima serie di sonetti "pescatorî" che raccontano, abusando del concettare secentistico, l'amore del poeta per un'Elpinia, e nell'altra serie "all'antica" delle Provenzali, che almeno è curiosa per l'affettazione dell'arcaismo, e altrove in componimenti cortigianeschi. Un po' meglio ci appare nelle Naeniae latine a imitazione del Pontano.
Il suo nome dura solamente per le baruffe ch'egli ebbe con G. B. Marino. Gelosia, rivalità, torti reciproci, accesero così malamente l'uno e l'altro che quegli diede contro il Murtola trentacinque sonetti satirici e questi diede contro il Marino trentun sonetti infamatorî. Il duca congedò allora il Murtola, mentre onorò il Marino del cavalierato; ed ecco un rinfocolarsi delle ire: le denunzie che il genovese pubblicò nell'Epilogo della vita del Marino, incolpandolo di ogni colpa contro la società e la religione; altri sonetti, Fischiate, del napoletano che, uniti ai precedenti, formano la Murtoleide; il tentativo del genovese d'uccidere con una pistolettata il napoletano (1609), la sua prigionia (il Marino intercedette perché fosse graziato), il doversi egli recare altrove. Era chierico, e il nunzio pontificio lo protesse. Paolo V lo accolse con favore, sino ad affidargli il governo di Montefiascone; più tardi lo stesso duca lo riammise nella sua grazia.
Bibl.: G. Russo, G. M. e il suo poema sulla Creazione, Acireale 1899; A. Belloni, Il Seicento, Milano 1929, p. 40 segg.; G. Rua, Per la libertà d'Italia, Torino 1905, pp. 121-22; e naturalmente tutti i biografi di G. B. Marino in genere, e particolarmente G. Rua, Poeti della corte di Carlo Emanuele I di Savoia, Torino 1899, p. 112 segg.