CASSOLA (Cazzola), Gaspare Luigi
Nato a Gravedona (Como) l'8 maggio 1743 da Giuseppe e Ancilla Asnaghi, il 20 ott. 1759 entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù e per alcuni anni fu precettore di grammatica e retorica nei collegi di Como, Milano e Genova tenuti dal suo Ordine. Soppressa la Compagnia nel 1771, insegnò retorica nel collegio di Monza sino alla morte.
Profondamente discordanti i pochi profili biografici a noi giunti: C. Cantù (in De Tipaldo) lo presenta come persona sciatta, gran bevitore e giocatore accanito sino a ridursi sul lastrico, mentre G. B. Comiani, che lo conobbe personalmente e lo frequentò con assiduità durante i periodi trascorsi in Valsassina (il C. soggiornava durante le vacanze autunnali a Barzio presso una sorella), e con lui mantenne rapporti epistolarì protrattisi sino alla morte, lo tratteggia come uomo di costumi semplici, "purissima religione", dotto e virtuoso.
Il C. morì a Monza nel settembre 1809.
Assiduo alle riunioni letterarie che il card. A. M. Durini teneva prima nelle sue ville di Mirabello e Mirabellino in Monza e poi di Balbiano sul lago di Como, il C. ebbe modo di conoscervi il Carcano, il Parini (che dedicherà a questo mecenate settecentesco La gratitudine, posteriore all'ode di argomento affine che il C. inviò al Durini in occasione della visita fattagli nella parrocchia di Gravedona nel 1789), il conte Firmian, Pietro Verri e probabilmente G. B. Giovio, che ricorderà il C., ancora vivente, nel Supplemento al Dizionario ragionato. La produzione del C. rispecchia gli interessi, spesso minutamente eruditi, di questi "cenacoli" che vivacizzarono l'area lariana dopo la metà del Settecento, impegnati, nei loro uomini migliori, in problemi teorici (Martignoni) con aperture alle nuove tendenze straniere (C. Gastone della Torre di Rezzonico). Sensibile alle dottrine illuministiche e convinto, nel superamento di una vuota Arcadia, che l'arte debba anzitutto giovare ai lettori, esordisce con tre poemi didascalici: L'Oro, Dell'Astronomia, Poema sopra la pluralità dei mondi. Se per il primo puo rivendicare a sé la priorità dell'argomento (posteriori saranno infatti i lavori del Cesarotti e del Corniani), pur rifacendosi nelle lodi del "social commercio" al pensiero dell'Algarotti e del Colpani in netta antitesi con il celebre passo del Giorno pariniano, il Poema sopra la pluralità dei mondi si presenta come una fedele trasposizione in versi degli Entretiens sur la pluralité des mondes del Fontenelle.
L'opera, smagrita di alcune considerazioni filosofico-morali, ben si prestava come modello al suo viaggio su "alata nave" guidata da Endimione attraverso i pianeti dei sistema solare supposti abitati. Numerose le reminiscenze aflostesche, favorite anche dallo schema in ottave, accanto a talune situazioni dantesche come l'isola dei saggi sulla Luna che può ricordare il "nobile castello". Accanto alla descrizione astronomica, tanto diffusa nel Settecento, egli può, trasportandoli in altri mondi, confutare modi di vita ed ideologie prettamente terrestri: è il caso della condanna delle teorie rousseauiane o dell'incontro con lo spirito di Voltaire che si mostra pentito dei suoi "fatali errori" ed incita il C. a cimentarsi nella tragedia dando così nuovo lustro all'Italia.
Abbandonato infatti questo genere egli giunge, dopo vari scritti e traduzioni di carattere filosofico-religioso - tra cui va ricordato almeno L'uomo socievole, dove viene ribadita la tesi del valore della comunicazione sociale basata sulla fede illuministica nella possibilità dell'uomo di migliorare il suo stato naturale attraverso l'educazione ed un saggio ordinamento legislativo - il C. approda, nell'ultimo decennio di attività, alla stesura di due tragedie. Nel 1801 pubblica il Guglielino Tell scritto per il "teatro patriottico" sorto in Italia ad imitazione di quello giacobino.
L'argomento richiama molto da vicino l'omonima tragedia del Lemierre del 1766, tradotta e rappresentata nella stessa Milano, rna che il C. affermerà di non aver conosciuto al tempo della stesura. Sebbene il fine dichiarato sia quello di instillare nel lettore "le eroiche massime di patriottismo e di morale" presenti nella figura del protagonista, è improbabile pensare ad una tardiva conversione democratica del C., lodatore in versi dell'Austria e solito a definire la Rivoluzione francese come un evento che "su le rovine dei saggi governi si argomenta innalzare una sventurata anarchia". Oltre ciò lo spirito della tragedia rimane un fatto isolato: nella successiva (Il Volo di Dedalo), eludendo gli argomenti bellici ed adombrando allegoricamente il contemporaneo volo aerostatico sopra Parigi (cantato anche dal Monti), si prefiggerà infatti "di incitare a rendere noti gli ingegni meritevoli, a promuovere il favore dei governi verso le arti, a far prosperare lo Stato".
Opere: L'oro, Milano 1770, poi inserito nella raccolta Poemetti italiani, III, Torino 1797, pp. 67-126; Dell'Astronomia, Milano 1774; Poema sopra la pluralità dei mondi, Milano 1774; L'uomo socievole. Dissertazioni filosofiche, ibid. 1778(comprende dodici dissertazioni, alcune delle quali furono poi ristampate con leggere varianti od aggiunte nel Giornale letterario di Milano, I [1792], 15 pp. 7-21; 4, pp. 17-21; 5, pp. 82-91; 6, pp. 40-54; 8, pp. 7-59); Pharsalia cum appositis Italico carmine interpretationibus ac notis, Milano 1781 (2 ediz., ibid. 1791, accresciuta da ulteriori note e da un piccolo "dizionario geografico-storico"); La religione. Poema di L. Racine tradotto in versi sciolti (con testo francese a fronte), ibid. 1787 (2 ediz., Monza 1809); Orazione funebre in suffragio di Giambattista Mugiasca, Bergamo 1789; Poesie militari, Milano 1789; Al cardinale A. Durini. Odi, ibid. 1792; Ozio di Mirabello ossia poesie diverse di A. Durini tradotte in versi italiani da G. C., ibid. 1792; Ode (in onore di Leopoldo II), in Giornale letterario di Milano, I (1792), 5 7, pp. 69-73; La frequente comunione, Milano 1793; Orazione recitata nella chiesa di Gravedona nell'occasione del solenne rendimento di grazie all'Altissimo per le vittorie riportate dalle gloriose armi austriache contro i Francesi, con l'aggiunta di una corona di sonetti in morte del cristianissimo re Luigi XVI di Francia, ibid. 1793; Vocazione di s. Luigi Gonzaga, ibid. 1796; La religione cattolica la più solida base del Governo e della società. Ode (seguita dalla traduzione in versi sciolti della lettera di Rousseau a Racine contro gli spiriti forti), ibid. 1799; Guglielmo Tell, ibid. 1801; Il Volo di Dedalo, ibid. 1802; Solennizzandosi la festa della sacra corona ferrea nell'insigne basilica di S. Giovanni Battista in Monza. Canzone, Monza 1806; Poesie, ibid. 1807; Elogio Poetico ad Andrea Appiani, seguito da tre odi e tre sonetti con relativa traduzione latina, Milano s. d. (ma posteriore al 1803).
Fonti e Bibl.: Novelle letterarie di Firenze, n. s., V (1774), Coll. 226-229; G. B. Giovio, Gli uomini della comasca diocesi antichi e moderni nelle arti e nelle lettere illustri. Dizionario ragionato, Modena 1784, pp. 336-338 del Supplemento; E. De Tipaldo, Biogr. d. Ital. illustri, I, Venezia1834, pp. 429 s.; G. B. Corniani, I secoli della letter. italiana dopo il suo risorgimento, VII, Torino 1856, pp. 304-307; G. Marchesi, Un mecenate del Settecento (il cardinal A. M. Durini), in Arch. stor. lombardo, XXXI (1904), 2, pp. 104 s.; E. Bertana, In Arcadia. Saggi e profili, Napoli 1909, pp. 174-184, 219-224; G. Natali, Il Settecento, Milano 1955, I, p. 528; II, pp. 39-40, 101, 345; C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, II, col. 821.