DE VECCHI, Gaspare
Figlio del pittore Giovanni, di Borgo San Sepolcro, attivo a Roma dal 1558 c., fu architetto (Baglione, 1733). Non sappiamo dove e quando nacque, né come avvenne la sua formazione; la sua produzione è stata avvicinata a quella di E. Peparelli; divenne famoso grazie alle costruzioni conventuali (Portoghesi, 1973). La sua presenza in Roma è documentata dal 17 dic. 1614 (Arch. di Stato di Roma, Camerale I, Giustificazioni di Tesoreria, b. 40, 1614-1615): insieme con Antonio de Battisti è chiamato quale "misuratore" papale per stimare un lavoro in argento per la chiesa di S. Agnese fuori le Mura. Tale incarico farebbe pensare a precedenti lavori da lui eseguiti di cui non è rimasta testimonianza.
Collaborò molto con Carlo Maderno (Hibbard, 1971), come attestano vari documenti; il 3 marzo 1616 presentò un progetto, firmato anche da Carlo Lambardi e Girolamo Rainaldi, per un ponte sul fiume Liri, a Ceprano, sulla strada per Napoli. In data 19 ag. 1624 furono fatti pagamenti al D. ed a Carlo Maderno per alcune opere, non ben identificate, per la fabbrica sopra la chiesa di S. Maria in Vallicella di cui era architetto, in quel tempo, Paolo Marucelli. Nell'aprile 1627 fu sentito il parere degli stessi architetti circa il disegno e la pianta per la nuova chiesa di S. Ignazio. Il 24 luglio 1627 il D. venne ancora una volta pagato, ma questa volta da solo, per alcune fabbriche edificate sulla strada Nuova (via della Panetteria; Pollak, 1928). Soltanto nel 1629 gli venne assegnata la qualifica di architetto. Presso l'Archivio del Pio Sodalizio dei fornari, infatti, esistono varie carte in cui il nome di D. è citato spesso sia come architetto della congregazione sia come stimatore delle opere in pietra. Per la chiesa di suddetta congregazione, S. Maria di Loreto, tra il 1628 ed il 1630, ristrutturò la cappella maggiore.
Spetta a lui l'ideazione della struttura architettonica e delle pareti laterali della tribuna decorate con marmi pregiati a vari colori. In seguito a questi lavori, nel 1631 il D. verrà definitivamente nominato architetto della congregazione.
Lavorò anche fuori di Roma: a Rieti, nel 1630, fu convocato per il giudizio sul prezzo dei lavori per la cappella del Sacramento nel duomo opera di Andrea Nelli (Sacchetti Sassetti, 1968), ed a Civitavecchia, dove nel 1633 (Pollak, 1928, p. 416) attese ai lavori per il porto. In questi anni egli entrò anche a far parte dell'Accademia di S. Luca; ne fu membro negli anni 1634-35; il 28 febbr. 1641 lo troviamo tra i prescelti per la nomina a principe (Roma, Archivio dell'Accademia di S. Luca). Sempre a Roma, nel 1635, il D., su commissione del cardinale di S. Onofrio, diresse i lavori per il collegio dei neofiti presso la chiesa di S. Maria ai Monti, dove "risolse il problema dell'angolo come fattore di continuità spaziale, riuscendo, tramite un semplice partito compositivo, ad esaltare la nuda cortina laterizia" (Portoghesi, 1973).
Opera meno riuscita, perché priva di un suo carattere particolare, ma sempre una buona testimonianza di capacità professionale è la costruzione della facciata su via Due Macelli della parte centrale del palazzo di Propaganda Fide. La ricostruzione del palazzo iniziò il 10 apr. 1639 ed i lavori si protrassero fino al novembre 1645 (Castellucci, 1921) dopo la sua morte.
Il D. morì dopo il 3 luglio 1643 (Thieme-Becker).
Fonti e Bibl.: G. Baglione, Vite de' pittori…, Napoli 1733, p. 122; A. Castellucci, Le riparazioni al vecchio edificio e la costruzione del nuovo collegio di Propaganda Fide nel sec. XVIII, in Alma Mater, III (1921), p. 54; O. Pollak, Die Kunsttätigkeit unter Urban VIII, Wien 1928, ad Indicem; D. Frey, Beiträge zur Geschichte der römischen Barockarchitektur, in Wiener Vahrbuch für Kunstgeschichte, XVII (1925), p. 12; L. von Pastor, Storia dei papi, XIII, Roma 1931, pp. 754, 973; A. Busiri Vici, Alterazioni, restauri e ripristini delle opere del Borromini nell'interno di Propaganda Fide, in Studi sul Borromini - Atti del convegno promosso dall'Accad. nazionale di S. Luca, Roma 1967, III, p.189; F. Fasolo, L'ultimo decennio dell'attività del Borromini, ibid., I, p. 134; L. Salerno, Piazza di Spagna, Roma 1967, p. 75; G. Martinetti, S. Ignazio, Roma 1967, p. 26; S. Benedetti, S. Maria di Loreto, Roma 1968, pp. 68, 120, 122; A. Sacchetti Sassetti, Il duomo di Rieti, Rieti 1968, p. 45; C. Brandi, La prima architettura barocca, Bari 1970, pp. 97, 100; H. Hibbard, Carlo Maderno and Roman architecture 1580-1630, London 1971, ad Indicem; P. Portoghesi, Roma barocca, Bari 1973, II, pp. 446, 466, 923; G. Antoniazzi, Il palazzo di Propaganda Fide, Roma 1979, pp. 11, 33 s., 37, 39; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XXXIV, p. 152 (sub voce Vecchi, Gaspare de); Diz. encicl. di architettura ed urbanistica, II, p. 166.