D'URSO, Gaspare
Nacque a Trapani l'11 maggio 1861. Iscrittosi alla facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Napoli, vi si laureò nel luglio del 1885 con lode e giudizio favorevole alla pubblicazione della sua tesi di laurea Sull'atteggiamento vizioso del ginocchio e sublussazione della tibia in alcune gonoartritidi. Si dedicò subito all'esercizio della chirurgia nella città partenopea ove, vinto il relativo concorso, prestò servizio come assistente fino al 1887 all'ospedale degli Incurabili e nell'anno successivo a quello dei Pellegrini. Rimasto legato all'ambiente e ai maestri universitari, in particolare all'anatomopatologo e istologo O. von Schroen e al chirurgo A. D'Antona, dopo l'esperienza ospedaliera frequentò per un biennio, in qualità di "preparatore", il gabinetto di anatomia patologica dello Schroen, ove si dedicò a ricerche in campo istologico e batteriologico e a studi di patologia sperimentale. Nel 1890 divenne assistente del D'Antona, allora titolare a Napoli della cattedra di patologia chirurgica e clinica propedeutica, affiancandolo nei compiti didattici e nella direzione dell'Istituto e del reparto clinico e affrontando con successo, sotto la sua guida, vari temi delle discipline patologiche e chirurgiche.
Libero docente nel 1891, il D. ottenne per sette anni l'affidamento di corsi liberi, distinguendosi per l'impegno e dimostrando quella pienezza di maturità scientifica che gli valse nel 1897, in seguito a concorso, la nomina a professore straordinario di patologia chirurgica all'università di Roma: in tale insegnamento, tenuto fino ad allora per incarico, succedeva al clinico chirurgo F. Durante. Fu merito dei D. l'aver decisamente orientato in senso clinico la disciplina, precedentemente coltivata per lo più a livello teorico e rappresentata in una semplice cattedra, grazie allo studio e all'ideazione di un nuovo piano organizzativo, e all'impianto di una vera struttura didattico-scientifica nella sede del policlinico Umberto I. A Roma il D. inaugurò anche un primo corso libero di semeiotica chirurgica e progettò un "laboratorio" di patologia chirurgica, la cui attuazione lasciò al successore R. Alessandri. Nel 1902 vinse il concorso a professore ordinario di patologia chirurgica bandito dall'università di Torino, ma, preferendo tornare nella sua terra natale, accolse la chiamata dell'università di Messina alla cattedra di medicina operatoria e clinica chirurgica. Nella nuova sede il D. conquistò presto la stima dei colleghi che, nel 1906, lo elessero preside della facoltà medica. Molto attivo sul piano scientifico e su quello clinico, il D. segui gli indirizzi e il rigido impianto metodologico della scuola alla quale si era formato e fu un attento studioso di interessanti problemi di patologia chirurgica.
Si interessò di particolari aspetti di istopatologia e di istogenesi e di argomenti di patologia sperimentale di pertinenza chirurgica: in vari congressi di chirurgia fu infatti relatore recando contributi alla conoscenza delle cellule epiteliomatose, della costituzione del trombo neoplastico, delle modalità di invasione delle pareti venose da parte dei sarcomi, delle alterazioni tessutali indotte dall'inoculazione sperimentale di colture stafilococciche. Tra le sue numerose pubblicazioni in materia si ricordano: Ricerche sperimentali sulla tubercolosi chirurgica, in IlPoliclinico, sez. chirurgica, II (1895), pp. 537-554; Studio clinico e sperimentale dello infarto splenico nella rotazione della milza, ibid., III (1896), pp. 1-39, 63-90; Itumori dell'ovaia: ricerche di istologia patologica ed istogenesi, Napoli 1896; Le fibre elastiche nel tessuto di cicatrice, in Bull. d. R. Acc. medica di Roma, XXVI (1900), pp. 411-440. Particolare attenzione dedicò allo studio del processo tubercolare a livello peritoneale, giungendo a dimostrare che al nodulo tubercolare si sostituisce un tessuto di granulazione di recente vascolarizzazione, la cui successiva involuzione determina la restitutio ad integrum del peritoneo (Laparotomie per tubercolosi peritoneale. Del processo intimo di guarigione della tubercolosi studiato nell'uomo, in Il Policlinico, sez. chirurgica, III [1896], pp. 232-240, 276-292); studiò alcuni aspetti della patologia addominale (Contributo alla pratica del drenaggio permanente della cavità peritoneale in casi di ascite da cirrosi epatica, in Giorn. intern. d. scienze mediche, IX [1887], pp. 631-655; Cisti a contenuto gassoso del mesocolon trasverso; contributo alla patogenesi di una varietà di cisti mesenteriali, in IlPoliclinico, sez. chirurgica, XIII [1906], pp. 237-245) e dell'apparato uropoietico (Sull'etiolgia dei calcoli urinari, in Gazz. medica sicil., VII [1904], pp. 265 ss.).
Infine meritano di essere segnalati alcuni contributi del D. in due settori della patologia chirurgica al cui studio si dedicò con particolare impegno: la chirurgia ortopedica (Due casi di lussazione dorsale della base del capitato, in Giorn. intern. d. scienze mediche, IX [1887], pp. 831 ss.; Le malattie delle ossa. Lezioni di patologia chirurgica dettate per incarico del prof. D'Antona dal dr. D. G., Napoli 1893; Neoartrosi metallica del gomito, in Bull. d. R. Acc. medica di Roma, XXVI [1900], pp. 53 s., 396-410; Resezione cubito-radiale atipica per lussazione inveterata del gomito, in Memorie chirurgiche pubblicate in onore di E. Bottini, I, Palermo 1903, pp. 356-360) e quella delle vie biliari: la sua casistica di operazioni sulle vie biliari per calcolosi, comunicata nell'ottobre 1908, due mesi prima della morte, alla XXI adunanza della Società italiana di chirurgia, fu ricca di spunti di indubbia originalità, soprattutto in considerazione della allora relativamente recente storia della colecistotomia.
Il D. appartenne a numerose società scientifiche italiane e straniere.
Mori nel terremoto di Messina, il 28 dic. 1908: sebbene gravemente ferito, si prodigò nel disperato tentativo di prestare soccorso a quanti gli erano vicini.
Bibl.: Necrol. in Ann. d. R. Università di Messina, anno acc. 1908-1909; in Bull. d. R. Acc. medica di Roma, XXXV (1909), pp. 162-165; G. Lusena, La Società italiana di chirurgia nei suoi primi 30congressi '1883-1923'. Un contributo italiano al progresso della chirurgia, Roma 1930, ad Indicem; A. Pazzini, La storia della facoltà medica di Roma, II, Roma 1961, pp. 370 ss., 488; Encicl. Ital., XIII, p. 307.
G. Bock Berti