CAPPARONI (Caperoni, Capperoni, Capparone, Capparroni), Gaspare
Nacque il 20 giugno 1761, da Bernardino e Flavia Agata Battarelli, a Roma, dove fu attivo ed ebbe casa in via della Mercede, nei pressi della chiesa di S. Andrea delle Fratte. Sposatosi con Elisabetta Pacini, ne ebbe numerosi figli; uno di questi, Giuseppe, fu pittore e incisore acquafortista. Le notizie biografiche ci sono tutte fornite dal Belli. Il C., divenuto celebre come incisore di pietre dure, aveva iniziato la sua attività come scultore: appena ventenne vinse un premio di scultura con un gruppo in creta rappresentante Abramo e i tre angeli. Loscultore Vincenzo Pacetti annota nel suo Giornale che il 1º genn. 1783 il C. era stato nel suo studio per sottoporgli a giudizio un modello con il quale intendeva partecipare al concorso di scultura di quell'anno. Probabilmente si trattava proprio del gruppo su ricordato.
Abbandonata la scultura per dedicarsi alla glittica, ben presto penetrò così profondamente nei segreti di quest'arte da meritare il titolo di accademico di S. Luca, e da essere accolto nella Congregazione artistica del Pantheon e in accademie straniere. Di ingegno versatile, amò anche comporre rime - delle quali per altro non è pervenuta traccia - e di frequente partecipava alle riunioni poetiche tenute dagli arcadi nella villa del Bosco Parrasio alle falde del Gianicolo. Vero cultore dell'arte, non si limitò a esercitarla, ma si dedicò con impegno a raccogliere opere famose o degne di conservazione. Eccezionale soprattutto la collezione di quadri che aveva acquistato (Guattani, 1807) dalla vedova dell'architetto V. Brenna - il quale a sua volta l'aveva formata in Russia - comprendente opere di Giulio Romano, di Rembrandt, di Guido Reni, di Tiziano, che rifiutò sempre di vendere all'estero per non farle uscire dall'Italia: dopo la sua morte la collezione fu acquistata dal duca Torlonia. L'impegno morale del C. verso il patrimonio artistico è dimostrato ancora dall'aver egli pubblicato a proprie spese, insieme con Antonio D'Este, il primo tomo del MuseoChiaramonti aggiunto al Pio-Clementino illustrato da F. A. Visconti e G. A. Guattani; il volume vide la luce in Roma il 5 genn. 1808.
Le gemme da lui incise riproducono in massima parte ritratti di personaggi illustri e del suo tempo e del passato. Particolarmente lodato fu un Ritratto di Pio VII, per il quale ottenne in riconoscimento unn pensione vitalizia. Nel 1806 ebbe l'incarico di eseguire il Ritratto del maresciallo Berthier, destinato ad ornare una tabacchiera da donare a Napoleone. Tra le opere di soggetto mitologico a cui diede forma, celebri sono quelle rappresentanti Ebe che abbevera l'aquila di Giove, eseguita in agata onice, riprodotta in grandezza naturale dal Guattani (1807, p. 135); la Nascita di Telefo e Aretusa, i cuicalchi, insieme con altri ancora citati dal Righetti, sono nella raccolta Cades dell'Istituto archeologico germanico di Roma. Dei calchi dei ritratti di Omero, Lucio Vero,Nerone,Bruto,Mecenate, conservati secondo il Righetti nel Museo di Roma, non è stato possibile effettuare il riscontro. Essi recherebbero, sempre secondo il Righetti, la firma del C. espressa con il nome intero o soltanto con la prima sillaba, a volte in lettere greche a volte in lettere latine.
Il C. morì a Roma il 13 dic. 1808 e fu sepolto - come aveva espresso nelle sue ultime volontà - nella chiesa di S. Andrea delle Fratte.
Lo Zani (p. 286) ricorda un "Capparone, o Capparroni Gaspare, intagliatore di gemme e incisore acquafortista", attivo a Roma nel 1811, e (p. 289) un "Capperoni Gaspare, intagliatore di Gemme, di Roma", nato nel 1756 e morto nel 1808. Quest'ultimo è da identificare senza dubbio con il C., anche se ricorre un errore nella data di nascita; mentre il primo, a cui sono attribuite sia l'attività di "incisore acquafortista" sia quella di "intagliatore di gemme", deriva probabilmente da una confusione dello Zani stesso tra Gaspare e Giuseppe.
Fonti e Bibl.: Roma, Bibl. univ. Alessandrina, ms. 321: Giornale di Vincenzo Pacetti riguardante li principali affari e negozi del suo studio di scultura, ... dall'anno 1773 fino all'anno 1803, alla data 1º genn. 1783; Roma, Archivio storico del Vicariato, Parrocchia di S. Andrea delle Fratte,Liber mortuorum, 1798-1815, n. 1665 (a. 1808); M. Guattani, Mem. encicl. romane…, I, Roma 1806, p. 79; II, ibid. 1807, pp. 135 s.; P. Zani, Encicl. metodica... delle Belle Arti, I, 5, Parma 1820, pp. 286, 289; A. Belli, Case abitate in Roma dagli uomini grandi, in Diario di Roma, 1847, n. 66; R. Righetti, Incisori di gemme e cammei in Roma, Roma s.d., pp. 44 s., tav. III, fig. 18; E. Babelon, La gravure en pierres fines, Paris 1894, p. 287; L. Forrer, Biographical Dictionary of medallists..., I, p. 341; VII, p. 150; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 547.