CALDERINI, Gaspare
Figlio del noto canonista Giovanni e, presumibilmente, di Bella (o Belda) Pronti sua prima moglie, nacque a Bologna nel 1345. Il C. sposò in prime nozze Giovanna Pretoni, dalla quale ebbe cinque figli e quattro figlie, e poi, alla morte di Giovanna, Orsolina da Monteforte, da cui ebbe due figli.
"Doctor iuris canonici", il C. era già membro dell'università di Bologna nel 1365, e ben presto vi acquisì buona fama di docente: indicativa della stima di cui godeva nello studio è l'alta retribuzione a lui assegnata che nel 1384 era di 325 fiorini. Il più noto dei suoi scolari fu Pietro d'Ancarano. Al pari del padre, il C. prese parte alla vita politica del Comune bolognese: ricoprì varie cariche cittadine, e nel 1384 fu del Consiglio dei seicento. Intrattenne inoltre buoni rapporti con la Curia pontificia, seguendo anche in ciò l'esempio del padre. Nel 1366 Urbano V emise due brevi a suo favore: uno dispensava il C., insieme con il fratello Baldassare, dal pagamento di una somma di 30 ducati d'oro già dovuta alla Camera apostolica dal padre, definito; l'altro raccomandava il C. alla particolare benevolenza del cardinal legato di Bologna, Androino. Nel 1369, poi, il C. accompagnò il cardinal legato Angelico Grisant presso la Curia romana.
Trasferitasi nuovamente la Curia da Roma ad Avignone, il C. fu nel 1371 tra gli ambasciatori inviati dalla città di Bologna ad Avignone per congratularsi con papa Gregorio XI per la sua ascesa al soglio pontificio e porgergli l'obbedienza della città.
Successivamente egli fece parte, insieme con Bartolomeo da Saliccto, di una altra ambasceria inviata ad Avignone. Sotto il pontificato, di Bonifacio IX visse per qualche tempo a Roma. Godeva di grande stima presso il papa, tanto che questi lo insignì della Rosa d'oro. Infine nel 1390, la città di Bologna incaricò il C. di una ambasceria presso il doge di Genova Antoniotto Adorno con il compito di fungere da mediatore nelle trattative di pace tra la Repubblica ligure e il duca di Milano.
Il C. morì di peste nel 1399, e venne sepolto accanto al padre (anch'egli morto di peste, nel 1365) nella chiesa di S. Domenico.
Tra gli scritti del C. sono da ricordare in primo luogo i consilia tramandatici in parte autonomamente e in parte unitamente a quelli del padre Giovanni (Bibl. Apost. Vat., Vat. lat.10776, ff. 1r-11v; Lucca, Bibl. capitolare Feliniana, 365 e 408;Ravenna, Bibl. Class., 485;Venezia, Bibl. naz. Marciana, mss.Lat.cl.V, 2; Escorial, Bibl. reale, D. II. 7).I contemporanei giudicarono con favore i suoi scritti: Mariano Socini avrebbe biasimato il canonista Angonio da Budrio per aver troppo abbreviato nella sua edizione i consilia del C.: "…multa bona ex iis extensis [secuit], quae resecanda non erant, cum nullum ex verbis horum Calderinorum careat sale" (Fantuzzi, p. 12).La maggior parte di questi consilia fu stampata; ricordiamo le edizioni di Roma 1472, Milano 1491e 1511, Lione 1550, Venezia 1497 e 1582 (l'edizione romana del 1472 si trova riprodotta in microfilm positivo presso la Bibl. Apost. Vaticana).
Inoltre numerose biblioteche europee conservano repetitiones del C. (Barcellona, Archivo de la Corona de Aragón, Ripoll.66, f. 182;Halle, Universitätsbibliothek, Ye 79;Monaco, Bayerische Staatsbibliothek, codice Lat. mon.5199, ff. 225 ss.). Alcune di queste repetitiones sono state edite separatamente, come quella alla decretale V.38.15(detta Liber remissorius in iure canonum), che si trova in una raccolta di repetitiones, contenente anche una del padre, pubblicata a Venezia nell'anno 1496, ed altre che furono edite nelle Repetitiones variorum, Venezia 1587.
Sembra che il C. progettasse una grande opera sulle decretali, opera che però non portò a termine. Nel 1581apparve a Venezia una Lectura in libro primo Decretalium.Comunque il suo allievo Arnold Gheyloven da Rotterdam, che per qualche tempo visse nella casa del C. a Bologna, riferisce che "Gaspar de Calderinis… multa pulchra scripsit, aliquando pro et aliquando contra patrem suum. Item pulchre scripsit super quarto [libro decretalium], licet non complevit" (Rivier, p. 458).
II figlio Gaspare iunior fu allievo di Pietro d'Ancarano e di Francesco Ramponi. Insieme con Pietro d'Ancarano redasse una collezione di Consilia. Nella edizione di Venezia 1490 sono sottoscritti da Gaspare Calderini iunior - che ha il titolo di decretorum doctor et miles - i consilia nn. 12, 17, 27, 97, 217 e 237 (nell'edizione di Pavia 1496 i nn. 12, 17, 28, 98, 216 e 236). Altri consilia sono conservati manoscritti (Bibl. Apost. Vat., Vat. lat. 11605, ff. 142r ss.); tra questi merita particolare menzione un codice della Biblioteca nazionale di Atene, che presumibilmente contiene anche in parte testi autografi (Steffenhagen, pp. 295 s.).
Fonti e Bibl.: Corpus chronicorum Bononiensium, in Rerum Italic. Script., 2 ed., XVIII, 1, vol. III, a cura di A. Sorbelli, pp. 261 s., 303 s., 388, 425, 427; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, III, Bologna 1783, pp. 10-13; E. Steffenhagen, Caspar Calderinus der Jüngere und ein Original-Manuskript seiner Consilien, in Zeitschrift für Rechtsgeschichte, X(1872), pp. 293-296; A.Rivier, Dr. Arnold Gheyloven aus Rotterdam Verfasser eines "Remissorium iuris utriusque" und anderer Schriften, ibid., XI(1873), pp. 454 ss., 458; J. F. von Schulte, Geschichte der Quellen und Literatur des canonischen Rechts, II, Stuttgart 1877, pp. 264 L; E. Besta, Fonti, in Storia del diritto italiano, a cura di P. Del Giudice, I, 2, Milano 1925, p. 888; A. Sorbelli, Storia della università di Bologna, I, Bologna 1944, pp. 96, 98 s., 100; A. van Hove, Prolegomena ad codicem iuris canonici, Roma 1945, p. 506; G. Ermini, Guida bibliografica per lo studio del diritto comune pontificio, Bologna 1934, n. 172, p. 172; D. Maffei, La donazione di Costantino nei giuristi medievali, Milano 1964, pp. 220 s.; G. Le Bras-Ch. Lefebvre-J. Rambaud, L'âge classique 1140-1378. Sources et théorie du droit, Paris 1965, p. 334; C. Piana, Nuove ricerche su le università di Bologna e di Parma, II, Quaracchi 1966, ad Indicem (sub voce Gaspar de Calderinis [Joannis]); G. Dolezalek, Verzeichnis der Handschriften zum römischen Recht bis 1600, Frankfurt a. M. 1972, ad Indicem.