BONCIANI, Gaspare
Nacque da una famiglia fiorentina impegnata da tempo nella mercatura. Un Gagliardo di Neri Bonciani, probabilmente suo antenato, era stato "discepolo" della compagnia dei Peruzzi dal 27 nov. 1336 al 1º luglio 1343, e un Pietro Bonciani fu gonfaloniere di Firenze nel 1416. Ma si tratta di notizie frammentarie e non sempre riconducibili a uno stesso nucleo familiare.
Un documento del 3 ott. 1414, in cui si parla di un prestito di tremila ducati garantiti dalla "frontera" grande della regina Giovanna II d'Angiò, ci tramanda la più antica notizia sul B. e ci suggerisce che il mercante fiorentino era già in rapporti d'affari con la corte napoletana, la quale, proprio durante le feste natalizie di quell'anno, avrebbe dovuto far fronte alle spese straordinarie in programma per le sontuose accoglienze riservate agli ambasciatori inglesi, incaricati di chiedere la mano della regina per Edoardo duca di York. Si ignora l'anno in cui il B. era passato a Napoli; si può però supporre che a quell'epoca egli avesse già raggiunto una notevole ricchezza.
Ma la vera fortuna del B. dovette iniziare proprio a Napoli, dove le sue attività commerciali si svilupparono rapidamente e aprirono nuove vie ai traffici del grano e del sale specie lungo le direttrici dell'Adriatico. La concessione della cittadinanza napoletana e la protezione personale della regina contribuirono ad accrescere la sua fortuna economica. A Napoli infatti, dopo aver ottenuto l'appalto del fondaco maggiore e della dogana della città, il B. apriva, il 6 sett. 1415, grazie a un privilegio della regina, un "bancum emptionis et cambii" con la franchigia della gabella "iuris ponderis seu balistae". Con ogni probabilità il B. però non si limitava al solo cambio di valuta, ma, come era tradizione dei mercanti fiorentini, trafficava anche in argenterie e, tenendo conto dei tipi di pegni accettati, in preziosi e opere d'arte.
I servizi resi dal B. alla corte di Napoli non erano però solamente di natura econornica. I Diurnali del Duca di Monteleone (p. 110) riferiscono che il B., "servitore de la detta regina", nel maggio del 1423 riusciva a far fallire, grazie ad alcune confidenze segrete, il tentativo di Alfonso d'Aragona di impossessarsi di Giovanna II rifugiata a Castelcapuano. Sappiamo anche con certezza che, durante i tristi anni della lotta con Muzio Attendolo Sforza, era toccato al B. il difficile compito di persuadere Braccio da Montone a combattere per la regina. La stessa situazione del Regno, dove la classe baronale tendeva ad estendere sempre di più i propri privilegi, spingeva del resto il B. ad ingerirsi negli affari politici per ottenere almeno quelle cariche che più direttamente potevano influire sul commercio. La nomina a secreto, percettore e maestro del sale per l'Abruzzo lo metteva al riparo, nel 1426, da qualsiasi controllo fiscale in quella vasta regione, e la carica di capitano di Lucera e di Foggia, e dal 22 agosto 1429 anche di Bari, gli lasciava un ampio campo d'azione sugli uffici amministrativi e giudiziari di buona parte della Puglia, e gli offriva nello stesso tempo una solida base per ampliare la propria influenza presso la regina; questa, il 2 luglio 1431, al tempo delle sommosse contro Eugenio IV, lo inviò a Roma col compito di neutralizzare l'azione politica dei Colonnesi e quindi di Alfonso d'Aragona.
Determinante, tuttavia, per le concrete possibilità di intervento nell'aniministrazione del Regno e quindi per una più rapida espansione delle sue attività economiche, doveva essere la nomina del B. alla presidenza della Regia Camera della Sommaria (1428). Con tale carica, il cui compito specifico era quello di rivedere i conti dei maestri razionali, il B. era in grado non solo di controllare gli appalti, le gabelle, le baglive, le dogane, le tratte di frumento, in una parola tutta l'attività economica del Regno, ma anche di garantire a se stesso come mercante ogni immunità fiscale sui propri affari.
I centri delle attività commerciali del B. erano costituiti dall'Abruzzo e dalla Puglia. Infatti già nel 1426 il B. monopolizzava il commercio del sale a Barletta e qualche anno dopo quasi tutte le attività economiche di queste due province. Dalla Puglia riuscì anche a stabilire scambi intensi con Ragusa di Dalmazia.
I rapporti del B. con mercanti ragusei, e in particolare con i fratelli Giacomo e Giovanni Kotruljevic, risalivano al 1415; ma solo a partire dal 1428 agenti della compagnia del B. (il più noto dei quali è il napoletano Aniel Cecapesce), addetti soprattutto al commercio del grano, operavano regolarmente a Ragusa, spesso in stretti rapporti con mercanti pratesi. Nel 1429 infatti uno dei fattori del B. a Ragusa, Domenico Borrelli, partecipò con un terzo del capitale a una società commerciale con i mercanti pratesi G. Florio e G. Stefani. Insieme con Giacomo Kotruljevic, invece, il B. stesso nel 1431 prese in affitto le saline di Barletta e di Salpi.
Le ultime notizie sul B. risalgono al 1435. Con una lettera del 1º luglio di quell'anno egli chiedeva a Cosimo de' Medici di intervenire a favore di Renato d'Angiò contro Alfonso d'Aragona. Da ciò si può desumere che il B., anche dopo la morte di Giovanna II, sia rimasto fedele alle ultime volontà della regina.
Il B. nel 1419 aveva sposato la figlia del ricco possidente Lisio da Sulmona.
Fonti e Bibl.: Saggio di codice diplomatico..., a cura di C. Minieri Riccio, Napoli 1878-79, II, parte 1, pp. 56, 73, 90 s., 97; parte 2, p. 68; I Diurnali del Duca di Monteleone…, a cura di M. Manfredi, in Rer. Ital. Script., 2ª ediz., XXI, 5, p. 110; N. F. Faraglia, Studi intorno al regno di Giovanna II d'Angiò, in Atti dell'Accademia Pontaniana, XXVI (1896), n. 9, pp. 12 ss.; Id., Doc. senesi per l'istoriadel regno dal 1414al 1426, in Riv.abruzzese, XI (1896), p. 363; Id., Storia della regina Giovanna d'Angiò, Lanciano 1904, ad Indicem; V. Vitale, Trani, Bari 1912, p. 195; B. Croce, Storia del regno di Napoli, Bari 1953, p. 51; G. Iadanza, Un fiorentino alla corte di Giovanna II d'AngiòDurazzo: G. B., in Arch. stor. per le prov. napol., n. s., XXXII (1952), pp. 1-20; M. Popovic-Radenkovic, Le relazioni commerciali fraDubrovnik (Ragusa) e la Puglia..., in Arch. stor. per le prov. napol., n. s., XXXVIII (1959), pp. 172-176; Id., La penetrazionedei mercantipratesi a Dubrovnik(Ragusa)..., in Arch. stor. ital., CXVII (1959), pp. 516, 519.