TESAURO, Gaspare Antonio
– Nacque a Fossano (Cuneo) nel 1563 dal celebre giurista Antonino e da Dorotea Capris di Cigliano, o Cigliaro. Riguardo ai suoi natali le fonti o tacciono o sono discordanti (Manno, s.d.; Dionisotti, 1881, p. 315), ma lo stesso Tesauro ci ha svelato il proprio anno di nascita dichiarando che era divenuto senatore a trent’anni, dopo la morte del padre avvenuta nel 1593 (Novae decisiones, 1609, additio y, c. 10v).
La sua famiglia aveva radici a Fossano da più di tre secoli e nel 1500 era già ben radicata in quella comunità, dove godeva anche di un certo prestigio sociale, testimoniato dalla presenza fin dai primi decenni del secolo XVI di membri della sua casata nel consiglio fossanese. Molto probabilmente, però, colui che aprì definitivamente alla famiglia l’accesso alla corte sabauda fu Antonio Tesauro (1483-1564), nonno di Gaspare Antonio. Egli acquistò la prima porzione del feudo di Salmour, ottenendo l’investitura ducale il 18 dicembre 1556 (Casana Testore, 1992, pp. 287-290); Antonino Tesauro ne acquisì successivamente altre porzioni.
Gaspare Antonio ebbe tre sorelle (Francesca, Dorotea e Margherita) e due fratelli: Alessandro (v. la voce in questo Dizionario) e Marcantonio, che morì in guerra a Berra nel 1592.
Dal testamento risulta che Gaspare Antonio ebbe un figlio naturale da Maria Bevilacqua, Antonio, divenuto canonico lateranense. Alla morte del padre Antonino i due fratelli sopravvissuti, Alessandro e Gaspare Antonio, si spartirono attraverso accordi verbali i beni derivanti dall’eredità del nonno e del padre, per poi ratificarli in un documento scritto del 27 ottobre 1612, in cui veniva specificato che al primo andavano il feudo di Salmour, il palazzo di famiglia di Fossano con le relative pertinenze e alcune cascine e terre nei pressi di Cherasco e Fossano; a Gaspare Antonio, che allora già possedeva una vigna con boschi e prati a Moncalieri, sarebbero spettate la cascina di Cussanio – frazione di Fossano –, la casa di Torino di via San Dalmazzo 11 e la «Secrateria degl’hebrei» (Ferraro, 2016, p. 30; Archivio di Stato di Torino, Sezioni riunite, Testamenti, III, c. 34v).
Fino a ora non sono state reperite notizie precise sulla formazione e sulla giovinezza di Gaspare Antonio, ma dei tre figli maschi di Antonino Tesauro fu indubbiamente quello che ricalcò più da vicino le orme paterne. Si laureò in giurisprudenza a Torino e nell’anno 1614 risultava far parte del Collegio dei dottori dell’università di quella città.
Diversi studi recenti affermano che Tesauro negli anni 1585-86 figurava nei ruoli dei lettori dell’Università di Torino fra i legisti della sera, come feudista (Guerra Medici, 1993, p. 27; Ferraro, 2016, p. 27), mentre la storiografia tradizionale attribuiva lo stesso ruolo in quegli anni a un Tesauro, ma senza indicarne il nome e inserendolo tra i legisti della mattina (Vallauri, 1846); a sua volta Mario Chiaudano (1930, p. 33 nota 1) – confutando alcuni dati riprodotti da Tommaso Vallauri e affermando che quest’ultimo nella trascrizione dei ‘rotoli’, che indicavano i professori universitari, aveva fatto diversi errori – annota tra i legisti della sera nel 1585-86 non Gaspare Antonio, bensì Carlo Antonio Tesauro, che nel 1607-08 divenne ordinario e nel 1614-15 ritroviamo come canonista. Tutte queste notizie contraddittorie hanno generato una grande confusione sulla posizione di Tesauro all’interno dell’ateneo. Di fatto nelle pubblicazioni ufficiali dell’Università di Torino quest’ultimo appare tra i dottori collegiati, ma non tra i legisti, ossia non tra i professori (Statuta, 1614); viene dunque da pensare che egli svolgesse sì un’attività universitaria, ma non nel ruolo di professore stabile.
Il 14 aprile 1593 entrò a far parte del Senato di Piemonte con uno stipendio di 932 lire e 13 soldi; a partire dal 19 maggio 1593 lo si trova referente in alcune cause discusse davanti a quella magistratura. Precedentemente aveva ricevuto anche le cariche di consigliere ducale e di giudice delle ultime appellazioni per il Contado di Asti e il Marchesato di Ceva. Quest’organo giudiziario, creato nel 1512 da Massimiliano Sforza, era successivamente stato unito da Emanuele Filiberto al Senato di Piemonte, pur restando sempre rappresentato da propri giudici scelti fra i consiglieri del duca o i senatori.
Collaborò con il padre nella raccolta e rielaborazione delle decisioni del Senato di Piemonte, che furono pubblicate da Antonino Tesauro nel 1590 con il titolo di Novae decisiones Sacri Senatus Pedemontani, opera che raccoglieva e in parte rielaborava dal punto di vista dottrinario le sentenze motivate emesse dal Supremo tribunale del Piemonte. Tale collaborazione fu senza dubbio una valida palestra per la sua successiva attività di scrittore di opere giuridiche. Nel 1604, infatti, pubblicò delle integrazioni all’opera paterna, che uscirono in un primo tempo come volume autonomo, per venire successivamente incorporate nell’edizione del 1609 delle Novae decisiones... di Antonino Tesauro, oltre a un trattato riguardante il problema della lievitazione dei prezzi e della svalutazione monetaria (De augmento et variatione monetarum, Augustae Taurinorum 1609) e a uno studio sui ‘censi’ (Tractatus varii, De censibus dd. Virginij de Boccatiis, Io. Baptistae Madij et Gasparis Antonij Thesaurij..., Augustae Taurinorum 1612). La sua opera più importante, tuttavia, è rappresentata dalle Quaestionum forensium in quattro libri, di cui gli ultimi due uscirono postumi (I, Mediolani 1607, II, Augustae Taurinorum 1612, III-IV, Augustae Taurinorum 1619), che voleva essere il proseguimento della sopracitata opera paterna (Casana, 2013).
Tesauro prestò la sua opera come giudice nel Senato di Piemonte fino agli ultimi mesi del 1617, secondo quanto si deduce dalle Quaestiones, ove è citata ancora una sentenza del 27 ottobre di quell’anno, di cui fu relatore (Quaestionum forensium, cit., IV, p. 112).
Morì presumibilmente a Torino il 24 dicembre 1617 e dovrebbe essere stato sepolto, secondo le sue volontà testamentarie, nella chiesa di S. Dalmazzo di quella città (Archivio di Stato di Torino, Sezioni riunite, Testamenti, III, c. 32 rv).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Torino, Sezioni riunite, Testamenti pubblicati dal Senato, III, cc. 32-36; Patenti controllo Finanze, art. 689, reg. 55, ff. 51, 107; Insinuazione di Torino. Tappa di Torino, Instromento di divisione fatta tra li molto ill.i ss.ri Conte Alessandro Tesauro da una parte et Gaspar Antonio Tessauro conseg.e e senatore ducale suo fratello dall’altra, 27 ottobre 1612, l. II, cc. 442-444.
A. Manno, Il patriziato subalpino (dattiloscritto), s.d., XXVI, p. 139; Additiones ad novas decisiones Sacri Senatus pedemontani, olim per doctissimum Presidem Antonium Tessaurum collectas Gasparis Antonii filij I.C. et in eodem Senatu Senatoris..., Taurini 1604; Novae decisiones Sacri Senatus Pedemontani... Additionibus novis ultra iam editas illustratae, per Dominum Gasparem Antonium Thesaurum, Auctoris filium, ac in eodem Senatu Senatorem, Augustae Taurinorum 1609; Statuta venerandi sacrique Collegii iurisconsultorum Augustae Taurinorum, Taurini 1614, p. 49; G. Muratori, Memorie storiche della città di Fossano..., Torino 1787, p. 93; T. Vallauri, Storia delle Università degli studi del Piemonte, II, Torino 1846, p. 77; C. Dionisotti, Storia della magistratura piemontese, II, Torino 1881, pp. 315 s.; M. Chiaudano, I lettori dell’Università di Torino ai tempi di Carlo Emanuele I (1580-1630), Torino 1930, p. 33; P. Casana Testore, Note biografiche su un giurista del XVI secolo: Antonino Tesauro, in Bollettino storico-bibliografico subalpino, XC (1992), pp. 285 s., 303 s.; M.T. Guerra Medici, Principi e giuristi nella prima età moderna. Antonino e G.A. T. magistrati del duca di Savoia, Napoli 1993; P. Casana, T. G.A., in Dizionario biografico dei giuristi italiani (XII-XX secolo), Bologna 2013, pp. 1949 s.; I. Ferraro, Alessandro Tesauro (1558-1621). Uomo di corte, poeta ed architetto presso il duca Carlo Emanuele I di Savoia, Cuneo 2016, pp. 27-28.