Poeta (Toledo 1501 circa - Nizza 1536); al seguito di Carlo V, combatté a Olías (1521), partecipò alla spedizione in soccorso dell'isola di Rodi (1522) e alla campagna di Navarra (1523) contro i Francesi; venuto in Italia, si distinse all'assedio di Firenze (1530), e poi (1533) a Napoli, agli ordini del viceré Pedro di Toledo. Prese parte infine alla campagna di Provenza, morendo per le gravi ferite riportate. Celebrò, oltre alla portoghese Isabella Freyre (la Galatea o Elisa delle sue egloghe), dama dell'imperatrice, una gentildonna napoletana che gli ispirò i sonetti più belli. Amato e ammirato per le sue qualità di uomo di corte e di varia cultura, ebbe rapporti d'amicizia con J. Boscán Almogaver e con altri noti letterati spagnoli, con Bembo, L. Tansillo, B. Tasso, ecc. La sua produzione poetica, parzialmente raccolta insieme con le poesie di Boscán (1543), consta d'una epistola, di due elegie, tre egloghe, cinque odi, trentotto sonetti e alcune composizioni minori che seguono l'antica maniera castigliana. Composte nei periodi di tregua, fra spedizioni militari e incarichi di corte, e secondo il gusto italianizzante (Petrarca, Sannazzaro), del quale V. fu con Boscán uno dei maggiori fautori, queste poesie sono dotate di una grazia delicata che trasfigura il loro fondo erudito e letterario in immagini e motivi armoniosi e raffinati.