FERRARA, Gandolfo
Nacque a Termini Imerese (Palermo) nel 1766 da Vincenzo, possidente, e Maria Cianciolo. Giovanissimo, apprese i primi rudimenti di disegno e di pittura (Gallo, f. 571) sotto la guida dei pittori F. Ugdulena, autore di numerose pale d'altare, e F. Polito, paesaggista, entrambi di Termini Imerese ed allievi del palermitano G. Serenario.
L'attività artistica del F., che appare sintonizzata su generici moduli neoclassici, in cui un ruolo fondamentale gioca la linea di contorno, si inserisce nel risveglio culturale di Termini Imerese durante la seconda metà del Settecento, "cui non è certo estraneo il nascente impulso laico di matrice illuministica... che può considerarsi alla base dei rinnovato interesse nei riguardi del collezionismo privato, che toccherà, a partire dagli ultimi decenni del secolo vette elevate a Termini, ad opera di una ristretta cerchia di nobili ed altoborghesi illuminati" (E. D'Amico, Aspetti inediti o poco noti della pittura del secolo XVIII a Termini Imerese, in Bollettino dei Beni culturali e ambientali di Sicilia, II [1981], 3-4, p. 163).
Dalla collezione Gargotta di Termini Imerese sono passati al locale Museo civico i dipinti del F. - di gusto neoclassico ma dai colori squillanti, databili tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo - raffiguranti Gesù Bambino (inv. n. 11) e la Battaglia di Alessandro Magno (inv. n. 15), quest'ultimo citato nel testamento del donatore come imitazione di scuola fiamminga (Termini Imerese, Museo civico. Testamento di A. Gargotta, ms. del sec. XIX [1859], ff. n.n.); al F. è inoltre attribuibile un piccolo dipinto raffigurante il Sacro Volto (stesso Museo e medesima provenienza, inv. n. 10), che, per dimensioni e fattura fa quasi da pendant al dipinto con Gesù Bambino.
Come testimonia il Gallo, citato da D'Antoni (1993), in età avanzata il F. disegnò vedute della sua città e dei monumenti antichi del luogo, realizzati anche secondo la tecnica dell'acquaforte. Tali incisioni, in numero di nove, datate tra il 1820 e il 1823, riproducono con un gusto orientato verso il pittoresco i luoghi dei dintorni di Termini Imerese e si conservano presso il Museo civico e la Biblioteca comunale di quel centro. Gli antichi monumenti e le vedute sono animati da una natura ospitale e da figurine e da animali che rendono più vivace l'insieme. Altre due incisioni, entrambe datate 1822, raffigurano la Veduta del Borgo e del Molo di Palermo da Porta S. Giorgio (Termini Imerese, Museo civico) e la Tonnara di Trabia (Palermo, Galleria regionale della Sicilia, depositi).
Tutta la produzione incisoria del F. mostra una vivace vena pittoresca e narrativa unita, come afferma Gallo, ad una certa durezza e ad una ricerca di "effetto e di verità" che la avvicinano ad un orientamento romantico. Ancora presso il Museo di Termini Imerese si conserva un disegno, ad inchiostro su carta, raffigurante la Pianta delle terme romane e prospetto del nuovo stabilimento termale di Termini, databile verso il 1818, anno di costruzione del nuovo edificio termale, e probabilmente commissionatogli dal Municipio della stessa città.
Nel 1821 il F. eseguì il rilievo dei ruderi dell'acquedotto Cornelio e otto schizzi degli stessi ruderi, successivamente riprodotti in un'unica incisione stampata prima a Palermo e nel 1833 a Napoli (un esemplare si conserva a Palermo presso la Biblioteca centrale della Regione siciliana, fondo Bono Cianciolo, 1. H. 2. 13).
Una fonte coeva ricorda ancora che il F. disegnò ed incise pure un Sepolcro degli ultimi tempidell'impero romano (Cenni..., 1837, p. 65 n. 1).
Il F. morì a Termini Imerese il 27 marzo 1853.
Nel Museo civico di Termini Imerese si conserva un suo Ritratto, opera di pittore ignoto, che lo raffigura con gli strumenti dell'attività pittorica.
Pur evidenziando qualità stilistiche e compositive certamente non originali, i dipinti e le incisioni del F. documentano l'attività artistica di una figura "minore" ma fortemente agganciata alla cultura siciliana del tempo, oscillante fra un neoclassicismo di superficie ed una più autentica vena naturalistica di segno romantico, enfatizzata nella ricerca del "pittoresco", presente in tutta la sua produzione grafica.
Fonti e Bibl.: Cenni su taluni oggetti di belle arti, archeologia e storia naturale, osservabili dal colto viaggiatore in Termini Imerese, in Giornale di scienze lettere ed arti per la Sicilia, aprile-giugno 1837, pp. 65-67; Palermo, Bibl. centrale della Regione siciliana, XV-H-16: A. Gallo, Notizie de' figularj, scultori, fonditori e cisillatori siciliani, ms. sec. XIX (1846), f. 571; Id., Notizie degli incisori siciliani [1846], a cura di D. Malignaggi, Palermo 1994, p. 120; A. M. Gargotta, Spiegazione della pianta topografica dello Acquedotto Cornelio in Termini Imerese, Palermo 1857, p. 6; G. Patiri, Termini Imerese antica e moderna, Palermo 1899, pp. 18, 46; R. Cusimano, Brevi cenni di storia termitana, Palermo 1926, p. 34; S. Di Matteo, Iconografia storica della provincia di Palermo, Palermo 1992, pp. 22 ss.; A. D'Antoni, in L. Sarullo, Diz. degli artisti siciliani, II, Pittura, Palermo 1993, p. 199.