GAND (fiammingo Gent; A. T., 44)
Città del Belgio, situata a non più di 5 m. s. m., al confluente della Schelda e della Lys, attraversata da parecchi rami della Lys e da canali che dividono la città in parecchie isole congiunte da numerosi ponti. La Schelda, quando è in magra, è risalita dalla marea fino alla città, ma migliore e assai più diretta comunicazione col mare è fornita dal canale, lungo 32 km. e profondo m. 8,75, che da Gand sbocca nell'estuario della Schelda al porto olandese di Terneuzen; altro canale di navigazione, lungo 66 km., conduce a Bruges e Ostenda. La città può quindi considerarsi come emporio marittimo e fluviale a un tempo, ed è fornita d'un porto ben attrezzato, con largo sviluppo di bacini, banchine, ecc. Vivacissimo il movimento portuale, secondo soltanto a quello ben maggiore di Anversa: navi entrate nel 1928, 2471 di tonn. 2.073.592. Il porto, i fiumi, i canali, le numerose linee ferroviarie servono a un'industria tessile sviluppatissima, già famosa nel Medioevo, che fa di questa città uno dei maggiori centri tessili d'Europa: oggi vi si contano 28 filature di cotone con 1 milione di fusi e 67 tessiture con 19.000 telai, filature di lino (locale o importato), filature di iuta; anche produzione di birra, saponi, carta; cospicue le officine meccaniche. Gand è poi centro naturale di una magnifica zona agricola, specializzata per secolare esperienza nell'orticoltura e nella floricoltura; nei villaggi all'intorno si allevano piante e fiori, sia all'aperto, sia nelle serre (più di 2000), e il lucroso commercio è volto fino agli Stati Uniti. Nei dintorni vi sono pure allevamenti animali e fiorente industria di latticinî.
Città fiamminga per eccellenza, capoluogo della provincia della Fiandra Orientale, Gand è oggi alla testa del movimento "fiammingante"; in essa ha sede l'università di stato di lingua fiamminga: nella provincia l'83% degli abitanti conoscono soltanto questa lingua. Fra le altre scuole un Istituto superiore di Agricoltura, un R. Conservatorio di Musica, una Scuola di birreria e distilleria.
La città, che al principio del sec. XIV contava circa 80.000 ab., ma alla fine del sec. XVIII arrivava appena a 56.000, era risalita nel 1880 a 131.431, nel 1920 a 167.042, a 170.000 nel 1930. Occupa una superficie di 2664 ettari, fabbricata soltanto per un terzo: molti nell'interno i giardini. Coi sobborghi però - autonomi, ma proseguenti l'agglomerato cittadino - si sale a 220.000 ab.; questo suburbio, specialmente sviluppato verso est, tutto officine e lunghe strade di quartieri operai, contrasta con la vecchia città interna dalle vie nobili e antiche e dai celebrati monumenti.
Monumenti. - Nella chiesa gotica di S. Nicola (sec. XV), si vedono resti della precedente chiesa romanica (sec. XII). La maestosa cattedrale gotica di S. Bavone ha una cripta romanica del sec. XII, un coro del 1228 (compiuto al principio del sec. XIV), il transetto e tre navate costruite fra il 1533 e il 1559; fra numerose opere d'arte, la pala d'altare, ora ricostituita, dell'Agnello mistico dei Van Eyck (1432) e la Conversione di S. Bavone del Rubens (1624), quattro tombe di vescovi (notevoli quella di A. Triest, opera capitale di Francesco e Girolamo II Duquesnoy, del 1654, e quella di E.A. d'Allamont, dovuta al berninesco Giovanni del Cours, di Liegi, sulla fine del sec. XVII). S. Giacomo, chiesa gotica (sec. XIII-XV, rimaneggiata nel sec. XIX) conserva dell'edificio primitivo (sec. XII) due torri romaniche. S. Michele (sec. XV) ha un Cristo dalla spugna del Van Dyck. L'abbaziale di S. Pietro al Mont Blandin, di stile gesuitico, con cupola all'italiana (1619-1645, facciata del 1719) è il capolavoro del frate Huyssens di Bruges. L'antica abbazia della Byloke, contenente oggi il museo che comprende raccolte dall'epoca gotica al sec. XIX, fu costruita nel sec. XIV per i cisterciensi del vicino ospedale (sec. XIII). Ha affreschi del sec. XIV nel refettorio. Il refettorio dell'abbazia di S. Bavone (secoli XII, XV e XVI), contiene un'ammirevole collezione di lastre tombali. Il castello dei conti di Fiandra, consta di un grandioso complesso di costruzioni medievali (1180-1200). Alla torre campanaria (1321) è addossata la Halle aux draps (Mercato della lana), che conserva di antico le prime sette campate e il frontone principale (1426-1441). Del Palazzo comunale, la parte gotica di stile fiorito ornatissimo (1517-1535) è dovuta a R. Keldermans e D. de Waghemakere, mentre la facciata laterale, classica, fu elevata verso il 1609. Lo Steen o Castello di Gherardo il Diavolo è una pesante costruzione fortificata romanica (1216) eretta su un' imponente cripta a quattro larghe navate (eccessivamente restaurate). Il Rabot (1489), massiccio ridotto fiancheggiato da due torri, ricorda la resistenza del popolo di Gand nell'assedio del 1488.
Nel Museo delle belle arti le scuole belghe e francesi sono ben rappresentate; primitivi italiani dei secoli XIV e XV; il Cristo che porta la croce di Girolamo Bosch (sec. XVI), dipinti di Rubens, di Franz Hals, Raeburn, Reynolds, Corot, e soprattutto opere della scuola belga del sec. XIX. Il Museo delle arti decorative, nel sontuoso palazzo di Coninck (1755), ha collezioni di mobili antichi e moderni. Numerosi sono a Gand i vecchi edifici e gli angoli pittoreschi: la piazza delle erbe, il mercato del grano, il quai de la grue, la via Haut Port, la Faucille ora conservatorio di musica, il Macello vecchio (1404), i due beghinaggi, il grande o antico e il piccolo (secolo XVII), il Monte di Pietà di W. Coeberger (sec. XVII).
V. tavv. LXI-LXIV.
Storia. - Nella prima metà del sec. VII, S. Amando, venuto a predicare il Vangelo ai Franchi, aveva fondato nella località dove ora si trova Gand, due abbazie, una consacrata a S. Pietro, in cima del Mont Blandin, sulla riva sinistra della Schelda, l'altra, che prese presto il nome di S. Bavone, sulla stessa riva, confluenza della Lys con la Schelda, sul posto detto Ganda. Dall'814 all'840 questi due monasteri dovettero avere per abate Eginardo (v.). In quei tempi Gand era pure il centro di una contea. Di più sembra che nel meandro formato dalla Lys a monte della confluenza con la Schelda, si era formato, nel sec. IX un portus, piccolo agglomerato commerciale, che doveva la sua esistenza al commercio marittimo e fluviale dei Frisoni. Tutto questo fu distrutto dalle invasioni dei Normanni, i quali anzi fecero di Gand il centro delle loro devastazioni. Furono i conti o marchesi di Fiandra a far risorgere dalle rovine le due abbazie: fin dagli anni precedenti al 940, uno di essi, Arnoldo I, costruì un castrum sulla riva sinistra della Lys. L'importanza militare di questo sito, di fronte alla Lotaringia, riunita alla Germania nel 925, spiega tale costruzione.
Il rifiorire del commercio, soprattutto con l'Inghilterra e i paesi del nord, fece rinascere, nella stessa epoca, anche il portus, la cui esistenza è attestata nel 941, e che continuò a svilupparsi e a popolarsi di mercatores, venuti da lontano, o d'immigranti venuti dai territorî vicini. Fin dal principio del sec. XI la fabbricazione dei panni di lana, effettuata nel territorio, che forniva la maggior parte del carico della nave ai mercanti, si era localizzata nel portus, l'importanza del quale crebbe a tal punto, che nel 1037 trasformò la cappella di S. Giovanni in una chiesa parrocchiale. Nella stessa epoca l'agglomerato fu fortificato: un fosso che univa la Lys alla Schelda la difese dall'unico lato, dal quale essa non era ancora circondata d'acqua. L'annessione della Fiandra Imperiale (1056; v. fiandra) diede alla città nascente nuova sicurezza.
Una popolazione, che viveva di una vita economica del tutto diversa da quella degli abitanti della campagna, aveva bisogno di un diritto particolare e di magistrati speciali per la sua applicazione. I conti di Fiandra, coscienti che era interesse loro di conciliarsi la città, concessero loro l'uno e gli altri. Fin dai primi anni del sec. XII Gand dovette avere i suoi scabini. Nel 1127, dopo l'assassinio del conte Carlo il Buono, essa era tanto potente da pretendere, al pari di Bruges e di Saint-Omer, come condizione per il riconoscimento del nuovo conte, Guglielmo Cliton, la concessione di una nuova carta, che le garantisse un diritto e delle istituzioni privilegiate. Questa carta è andata perduta; la più antica, che si è conservata, è quella che fu accordata dal conte Filippo d'Alsazia nel 1178. La fabbricazione del panno a partire dal sec. XII fu effettuata soprattutto con la lana comprata in Inghilterra; il panno veniva esportato poi nella stessa Inghilterra, in Germania e, per mezzo delle fiere della Champagne, in Francia e in Italia. Nel sec. XIII Gand era, insieme con Arras e Ypres, il centro principale della fabbricazione del panno nel nordovest dell'Europa. I "drapiers", che erano nello stesso tempo industriali e commercianti all'ingrosso arricchitisi, formarono un patriziato borghese, che teneva nelle sue mani tutta l'autorità politica ed esercitava il monopolio dello scabinato: un sistema di rotazione delle cariche riservava, dal 1229, tutti i posti a trentanove persone, membri di alcune famiglie.
L'amministrazione di questo patriziato fu, sotto certi riguardi, saggia. D'accordo col patriziato delle altre città, esso orientava la politica della contea nel senso degl'interessi economici della città: nel 1213, p. es., spinse il nuovo conte, Ferrando di Portogallo, a porsi contro il re di Francia, al quale egli doveva il suo potere, e ad allearsi col re d'Inghilterra, la cui benevolenza era indispensabile per l'industria fiamminga. Gli scabini patrizî costruirono canali ospedali, chiese; annessero alla città i territorî vicini, per sfogo di una popolazione accresciuta enormemente nei secoli XII e XIII; dal 1254 la linea delle fortificazioni è portata in avanti, per il nuovo accrescimento della città. D 'altra parte però l'aristocrazia borghese abusava certamente, senza scrupoli, del suo potere rispetto agli artigiani, e soprattutto al proletariato industriale, ridotto in misere condizioni. Per mantenere la sua autorità e i vantaggi che ne traeva, il patriziato di Gand si era appoggiato, sulla fine del sec. XIII, al re di Francia Filippo il Bello contro il conte Guido di Dampierre e gli artigiani. Perfino durante la rivolta del 1302 Gand, nelle mani del patriziato, rimase fedele ai Francesi (v. fiandra). Tranne un breve periodo dopo la battaglia di Courtrai (1302-1319), il governo aristocratico si mantenne così fino al 1337.
In quest'anno un ravvicinamento dovette operarsi fra i patrizî e gli artigiani, rovinati dall'interdizione di esportare la lana inglese in Fiandra, promulgata dal re Edoardo III d'Inghilterra, quando il conte di Fiandra, Luigi di Nevers, ebbe preso partito contro di lui, a favore di Filippo VI di Valois. L'artefice di questo ravvicinamento fu un patrizio di Gand, Giacomo van Artevelde, che fra il 1338 e il 1345 ebbe in realtà il governo di Gand e della Fiandra, e che concluse l'alleanza della Fiandra con l'Inghilterra, imponendo nello stesso tempo il dominio di Gand su tutta la contea. Nella città, fin dal 1339, il mestiere dei tessitori esercitava un'influenza sempre più preponderante sulla direzione degli affari. Ma quando nel 1345 Artevelde cercò di stabilire un certo equilibrio fra i tessitori e gli altri elementi della popolazione, egli fu assassinato. La fine del secolo fu piena di lotte quasi continue; da una parte il partito dei tessitori, che miravano alla dittatura, dall'altra il conte di Male, appoggiato dal patriziato e qualche volta dai "piccoli mestieri". Nel 1379 il partito dei tessitori si rende padrone della città e cerca con straordinaria asprezza di stabilire l'egemonia di Gand sulla contea e di rovinare la fabbricazione del panno delle piccole città. Sotto la direzione di Filippo van Artevelde, figlio di Giacomo, nominato capitano generale della città nel 1382, il partito dei tessitori sconfigge nel 1382 a Beverhoutsveld il conte e gli abitanti di Bruges e allaccia intese col proletariato di Parigi, di Rouen e di Amiens, che si sollevano contro il re di Francia. Gli abitanti di Gand sono bensì schiacciati, il 27 novembre 1382, a Westroozebeke dall'esercito del re Carlo VI di Francia, ma ben protetta dalle mura, che, fra il 1378 e il 1384, si erano estese a un perimetro che la città non sorpassò poi prima della fine del sec. XIX, Gand resistette fino al 1385 quando, col trattato di Tournai, essa si sottomise al nuovo conte, Filippo l'Ardito, duca di Borgogna.
Gand conservò la sua autonomia; ma col tempo, questa si rivelò incompatibile con la politica centralizzatrice dei duchi di Borgogna. Nel 1451 la città si pose in rivolta aperta contro Filippo il Buono che, sostenuto da Bruges e dalle piccole città, finì per riportare la vittoria: gli abitanti di Gand furono schiacciati a Gavre nel 1453; e la città fu spogliata di tutti i suoi privilegi.
Si ribellò ancora ma sampre invano contro Carlo il Temerario nel 1467, contro Maria di Borgogna nel 1477, contro Massimiliano d'Austria dal 1482 al 1492 e perfino nel 1539 contro Carlo V, che attribuì al solo principe la nomina del magistrato urbano.
Gand aveva d'altronde nel corso del sec. XV perduto parte della sua importanza economica, poiché la concorrenza inglese aveva finito col rovinare l'industria dei panni, come del resto accadeva anche per le altre città di Fiandra. Il commercio del grano, importato dalla Francia, e il trasporto fluviale, che si erano sviluppati considerevolmente in quest'epoca, l'industria degli arazi, fondata nel sec. XVI, impedirono tuttavia alla città di decadere come Bruges e Ypres. Capoluogo della provincia di Fiandra, sede del Consiglio e degli Stati (v. fiandra), centro di una diocesi dal 1559, Gand continuava a essere una città ricca e popolata. Sotto Filippo II il calvinismo reclutò fra la borghesia e il proletariato molti aderenti, tanto che durante la lotta degli Stati Generali contro i rappresantanti del re, la città ebbe una parte di prim'ordine. Nel 1577 i calvinisti s'impadronirono perfino del governo e fecero di Gand una repubblica protestante, che aderì nel 1579 all'Unione di Utrecht (v. belgio; paesi bassi). Ma nel 1584, si dovette sottomettere al governatore generale spagnolo, Alessandro Farnese. Da allora Gand divise le sorti dei Paesi Bassi cattolici, spagnoli e poi austriaci. Con il resto del paese anch'essa fu rovinata dall'emigrazione forzata dei protestanti e soprattutto dalla chiusura della Schelda. L'unica attività economica che resistette fu il commercio della tela, tessuta nella campagna ed esportata in Francia e in Spagna.
Al principio del sec. XIX, Gand riprende una vera importanza economica. Nel 1800, Liévin Bauwens, che godeva la protezione di Napoleone Bonaparte, v'introdusse la filatura a macchina del cotone. Il governo del re Gugliemo I dei Paesi Bassi, che aveva dotato Gand di una università nel 1817, assicurava alla città comunicazioni comode con la Schelda marittima, con l'apertura del canale di Terneuzen nel 1828. Infine dopo la rivoluzione belga del 1830, si stabilirono a Gand l'industria della filatura a macchina del lino (1833), e quella della tessitura a macchina (verso il 1865), che contribuirono, con la metallurgia e l'orticoltura, a fare della città uno dei centri economici principali del Belgio.
La pacificazione di Gand. - Dopo la morte del governatore spagnolo Requesenz (5 marzo 1576), le truppe spagnole, che avevano ripreso Zierikzee, si installarono ad Alost (25 luglio), minacciando di farsi pagare il soldo arretrato dagli abitanti dei Paesi Bassi. Di fronte a questo pericolo gli Stati di Brabante organizzarono la resistenza, intendendosi di nascosto con Guglielmo d'Orange, statolder delle provincie ribelli. Il 4 settembre furono arrestati i membri del Consiglio di stato, che era incaricato del governo invece del re, nell'assenza di un governatore generale. Gli Stati di Brabante, d'accordo con quelli di Fiandra e di Hainaut, decisero la convocazione degli Stati generali di tutte le provincie. Riunitisi a Bruxelles, gli Stati generali deliberarono prima di ogni altra cosa la levata di un esercito, incaricato di tenere a freno le forze spagnole concentrate nella cittadella di Anversa. D'altra parte il 19 ottobre i loro inviati si incontrarono a Gand coi rappresentanti dell'Olanda e della Zelanda, per stabilire una pace durevole fra tutte le provincie. La conclusione di un accordo fu resa più facile dalla notizia di un pericolo comune. Il 4 novembre la guarnigione spagnola del castello di Anversa aveva messo in rotta le truppe degli Stati, massacrato circa 7000 borghesi e saccheggiato da cima a fondo la città. La "furia spagnola" mostrava l'urgenza di un'intesa che permettesse l'espulsione delle forze straniere. Quindi il 5 novembre il nuovo Consiglio di stato, costituito di elementi fedeli agli Stati generali, approvava un progetto di Pacificazione; e questa fu proclamata solennemente l'8 novembre a Gand.
Quest'atto, nell'elaborazione del quale ebbero una parte essenziale gl'inviati di Guglielmo d'Orange, significava la volontà unanime di mantenere la pace fra tutte le provincie e di cacciare le truppe spagnole. Provvisoriamente furono abolite le misure di rigore contro l'eresia. Ma si dovette riconoscere un governo particolare per l'Olanda e la Zelanda e si convenne che questo governo mantenesse in queste ultime provincie l'interdizione del culto cattolico. Il 28 ottobre gli Stati si erano impegnati a non riconoscere il nuovo governatore generale, don Giovanni d'Austria, che Filippo II aveva nominato allora, prima che egli stesso non avesse giurato di rispettare la Pacificazione.
La Pacificazione di Gand ebbe un carattere nazionale e rivoluzionario; furono difatti i rappresentanti delle provincie ad esercitare i diritti della sovranità nell'interesse della "Patria comune". Ma l'opera costruita era fragile; il regime speciale concesso all'Olanda e alla Zelanda rivelava divergenze profonde esistenti fra queste provincie e le altre. Don Giovanni e, più tardi, Alessandro Farnese, seppero trar profitto da questo dissenso, per stabilire l'autorità di Filippo II nei Paesi Bassi.
Bibl.: Sui monumenti della città v.: P. Bergmary e A. Heins, Promenade pittoresque à Gand, Gand 1904; H. Hymans, Gand et Tournai, Parigi 1902; L. Cloquet, Les maisons anciennes de Belgique, Gand 1907; P. Bergmans e A. Heins, Les ruines de l'abbaye de Saint-Bavon, Gand 1908; G. Celis, Beshrijving van Gent, Gand 1909; Inventaire archéologique de Gand, Gand 1909 (9 fascicoli, incompleto); M. Heins, Gand, sa vie et ses institutions, Gand 1912-23; R. Graul, Alt-Flandern, Monaco 1918; E. Michel, Abbayes et monastères de Belgique, Bruxelles 1923; L. van Puyvelde, Un hôpital du moyen âge et une abbaye y annexée. La Biloke de Gand, in Recueil de travaux publiés par la Faculté de philosophie et lettres de l'Université de Gand, Gand-Parigi 1925, fasc. 57; P. Parent, L'architecture des Pays-Bas méridionaux aux XVIe, XVIIe et XVIIIe siècles, Parigi-Bruxelles 1926; Le Miroir de la Belgique, Bruxelles e Parigi 1927-28, I, II, III; Gand, Guida illustrata, 5ª ed., Gand 1926. - Sulla storia della città vedi: Warnkoenig e Gheldolf, Hist. constitutionelle et administrative de la ville de Gand, in Histoire de la Flandre, III, Bruxelles 1846; V. Fris, Histoire de Gand, 2ª ed., Gand 1930; id., Bibliographie de l'histoire de Gand, voll. 2, Gand 1907-1921; Oppermann, Die älteren Urkunden d. Klosters Blandinium u. d. Anfänge d. Stadt Gent, Utrecht 1928, voll. 2; Des Marez, Étude sur la propriété foncière dans les villes du Moyen âge et spécialement en Flandre, Gand 1898; Van Werveke, De financiën der stad Gent in de middeleeuwen, Bruxelles 1932; V. Fris, Plans de Gand, Gand 1920; Nève, Gand sous l'occupation française, Gand 1927; V. Fris, Les accroissements et les transformations de la superficie bâtie de Gand au XIXe siècle, Gand 1920. - Sulla pacificazione di Gand v.: Gachard, Documents inédits sur la Pacification de Gand, in Bull. Comm. Royale d'Hist., IV, 3; Diegerick, Documents concernant la Pacification de Gand, ibid., Verhaeghe de Naeyer, Actes diplomatiques de la Pacification de Gand, Bruxelles 1878; Pirenne, Hist. de Belg., IV, 3ª ed., Bruxelles 1927; Blok, Geschiedenis van het Nedelandsche volk, 2ª ed., II, Leida 1913: Ritter, Wilhelm v. Oranien u. die Genter Pacification, in Deutsche Zeitschrift f. Geschichtswissenschaft, 1890.