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Malattie immunoproliferative caratterizzate dalla produzione di immunoglobuline monoclonali oppure policlonali. Nell’ambito delle g. si collocano quadri clinici primitivi (plasmocitoma, malattia delle catene pesanti, macroglobulinemia di Waldenström) e forme secondarie associate ad altri quadri morbosi. La g. può essere dovuta a una esaltata produzione di più classi globuliniche, dimostrabile elettroforeticamente dal profilo cosiddetto a banda larga delle frazioni globuliniche, come si verifica in molte malattie che impegnano il sistema immunitario (per es., processi infiammatori cronici); in questo caso la g. è espressione dell’attività di più cloni di cellule immunocompetenti e viene quindi definita policlonale. La causa può essere anche un disordine immunoproliferativo limitato a singole classi o a subunità monoclonali di Ig; in questo caso la g. viene definita monoclonale. La g. monoclonale benigna è caratterizzata dalla presenza di particolari immunoglobuline (cosiddetta componente M) osservata soprattutto in soggetti in età senile; tipica la presenza nel siero di valori moderatamente elevati di immunoglobuline monoclonali, generalmente prive di attività immunitaria, e dall’assenza, o dalla presenza in modestissima quantità, di paraproteina di Bence-Jones nelle urine. A g. di questo tipo clinicamente corrispondono aumento della proteinemia, elevata velocità di sedimentazione, possibili manifestazioni di iperviscosità ematica (trombosi intravascolare, fenomeni congestizi ecc.), alterazioni della coagulabilità ematica, deficit parziale di altre classi di immunoglobuline. In rari casi la g. è biclonale, cioè dipendente dall’abnorme proliferazione di due cloni di cellule immunocompetenti. La condizione di g. monoclonale deve essere attentamente seguita nel tempo sul piano clinico e di laboratorio, per rilevare tempestivamente la possibile trasformazione maligna; essa è comunque l’espressione del progressivo attenuarsi del controllo della sintesi proteica con il progredire dell’età: frazioni di immunoglobuline aumentate, infatti, sono dimostrabili in non meno del 3% degli individui al di sopra dei 70 anni, nei quali il livello della frazione globulinica aumentato persiste costante per anni.

Vedi anche
espressióne gènica espressióne gènica Processo per cui ogni cellula è in grado di attivare, o esprimere, solo alcuni dei geni contenuti nel suo DNA. Infatti, nonostante il patrimonio genetico di un individuo (ovvero il suo DNA) sia uguale in tutte le cellule, queste hanno caratteristiche e funzioni differenti: ciò avviene ... anticòrpi monoclonali monoclonali, anticòrpi Anticorpi prodotti da cellule ibride, capaci di riprodursi indefinitamente in vitro, appartenenti allo stesso clone e quindi identiche. Le cellule ibride, o ibridomi, si ottengono dalla fusione di una cellula di mieloma di topo con un linfocito di topo previamente immunizzato contro ... eziologia In generale, parte di una scienza che indaga le cause di una determinata classe di fenomeni. ● In particolare, in medicina, lo studio delle cause delle malattie o, impropriamente, la causa stessa. Mentre alcune volte la condizione morbosa è legata a una sola causa (ereditaria, infettiva ecc.), più spesso ... immunoglobuline Molecole glicoproteiche ad attività anticorpale, prodotte da linfociti B in risposta a una stimolazione antigenica(➔ immunità): la figura cellulare finale della serie di trasformazioni a cui va incontro il linfocita B è la plasmacellula in grado di secernere gli anticorpi maturi, che rappresentano le ...
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