Famiglia pisana; originaria del contado e trasferitasi in città ai primi del sec. 13º, raggiunse ben presto grande importanza economica e politica per fortunate imprese di commercio. Sempre fautori di una politica filofiorentina, i G. tennero le più alte cariche dello stato, giungendo fino a insignorirsi di Pisa per ben due volte, dal 1347 al 1354 con Andrea (m. 1354) e poi con il nipote di questi, Francesco (m. 1355), dal 1354 fino alla rivolta promossa dalla fazione antifiorentina sostenuta dall'imperatore Carlo IV (1355), che si concluse con la decapitazione di Francesco e dei suoi congiunti Lotto e Bartolomeo e con l'esilio della famiglia. Nel 1369 i G. ripresero il potere con Pietro (m. 1392) e lo tennero fino al 1392, quando vennero scacciati da Pisa per la congiura di Iacopo d'Appiano appoggiato da Gian Galeazzo Visconti. Pietro e i figli Benedetto e Lorenzo furono uccisi. Dal 1406 al 1453 i G. ebbero la signoria di Bagno e infine si trasferirono a Napoli con Gherardo; qui ebbero molti feudi, tra i quali particolarmente notevole il principato di Macchia (1461). La famiglia, nel suo ultimo ramo, si estinse nel 1725.