Tecnica basata su processi elettrochimici per la preparazione di pezzi metallici, di determinate caratteristiche e forme, e che consiste nella elettrodeposizione di un metallo su stampi adatti (conduttori o opportunamente resi tali), i quali sono disposti in modo da fungere da catodo in una cella di elettrolisi.
Gli stampi metallici, a fronte del vantaggio di essere conduttori, presentano, rispetto agli stampi non metallici, una maggiore difficoltà al distacco degli oggetti formati: per facilitare tale distacco si deve o ricorrere a una opportuna preparazione superficiale degli stampi (spalmatura con grasso o strofinio con polvere di grafite o trattamento chimico con solfuro di sodio) o impiegare, come materiale degli stampi, leghe a basso punto di fusione e quindi facilmente asportabili mediante un blando riscaldamento completata l’operazione. Gli stampi non metallici, sui quali si opera la deposizione previo trattamento della superficie interessata, possono essere di gesso, gelatina indurita, cera, guttaperca o di altre sostanze che non devono risultare attaccabili dal bagno di elettrolisi; per rendere conduttrice quella parte della superficie che deve essere interessata dal processo di deposizione, si usa normalmente spalmarvi sopra grafite in polvere molto fina, sopra la quale, se occorre, si può far depositare un film di rame; lo stampo viene quindi opportunamente collegato al polo negativo del generatore e si procede all’elettrolisi.