Filosofo italiano (Imola 1895 - Roma 1968), prof. di storia della filosofia nell'università di Messina (1939-1965). Sostenne un "umanismo positivo" d'ispirazione marxista. Nel problema della conoscenza, il D. V. si riallacciò alla critica materialistica di Marx all'apriorismo moderno, intesa come conclusione di quel processo di pensiero antidogmatico che percorre tutta la storia della logica e della filosofia, e pervenne quindi alla rivendicazione della positività del molteplice, dell'extrarazionale o, altrimenti detto, della materia come elemento della conoscenza. Tra i suoi scritti: Hegel romantico e mistico (1929), La filosofia dell'esperienza di D. Hume (2 voll., 1933-1935), Critica dei principî logici (1942), La libertà comunista (1946), Per la teoria di un umanismo positivo (1949), Logica come scienza positiva (1951), Poetica del Cinquecento (1954), Rousseau e Marx (1957), Critica del gusto (1960; 2a ed. 1964), Critica dell'ideologia contemporanea (1967).