GALLO Costanzo (Flavius Iulius Constantius)
Cesare dal 351 al 354. Nato a Massa Veternemis, l'attuale Massa Marittima, nel 325 o nel 326 da Giulio Costanzo, fratellastro di Costantino il Grande, e dalla sua prima moglie Galla. Scampò ai massacri di Costantinopoli del 337, nei quali perirono suo padre e molti altri suoi parenti (vedi costanzo 11), perché affetto da malattia ritenuta mortale. Fu educato dapprima a Efeso; nel 345 o 346 fu riunito al fratellastro Giuliano nel castello di Macellum presso Cesarea in Cappadocia e sottoposto a strettissima vigilanza, finché il cugino Costanzo II, seriamente impegnato nella guerra contro l'usurpatore Magnenzio, lo fece chiamare presso di sé a Sirmio e gli conferì la dignità di Cesare, incaricandolo di vigilare sulla prefettura di Oriente (15 marzo 351). Gallo sposò la sorella di Costanzo, Costanza o Costantina, e con essa si recò ad Antiochia: dalle nozze nacque più tardi una bambina. Gl'inizî del governo di G. furono buoni: difese le provincie affidategli dalle sporadiche incursioni dei Persiani, represse rivolte d'Isauri e di Saraceni, e un'insurrezione degli Ebrei, che vessati dall'esercito imperiale si ribellarono in Palestina sotto la guida di un tal Patricius, nel quale avevano ravvisato il Messia. Ben presto, però, G., sul quale ebbero nefasta influenza la moglie e il repentino cambiamento della sua posizione, commise eccessi di ogni sorta. Costanzo II, sdegnato specie per l'uccisione del prefetto del pretorio Domiziano e del questore Monzio, massacrati dal popolo di Antiochia istigato dallo stesso G., lo fece richiamare presso di sé. G. si fece precedere dalla moglie, che morì per strada in Bitinia. G. partì a sua volta: quando giunse a Poetovium nel Norico fu arrestato, sottoposto a giudizio e ucciso nell'isola Flanona presso Pola (dicembre 354).
Bibl.: O. Seeck, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV, coll. 1094-99; id., Gecshichte des Untergangs der Antiken Welt, IV, Berlino 1911, pp. 121-134; P. Allard, Julien l'Apostat, I, Parigi 1906; E. Stein, Geschichte des spätrömischen Reiches, I, Vienna 1928, pp. 217-220; J. Bidez, La vie de l'empereur Julien, Parigi 1930, pp. 8-26, 63-66, 97-99.