GALLERANO, Leandro, detto l'Involato
Nato a Brescia intorno al 1579, fece parte nella città natale dell'Accademia degli Occulti, con il nome di Involato. Novizio intorno al 1595, fu frate minore francescano dei conventuali, al cui Ordine deve certamente la sua formazione musicale, forse prendendo lezioni dal confratello A. Mortaro.
Organista in S. Francesco di Bergamo nel 1615, anno in cui compose il suo Primo libro delle messe… con litanie della Beata Vergine, il G. ricoprì tale incarico anche a Brescia, nella locale chiesa di S. Francesco, dal 1620 al 1623, scrivendo il Secondo libro delle messe… e altre composizioni; il 17 ott. 1623 divenne maestro nella "Cappella della Veneranda Arca del Glorioso Santo Antonio di Padova", succedendo al padre G. Ghizzolo. Il suo incarico, divenuto stabile solo a partire dal dicembre 1624, quando la cappella riprese la sua attività sospesa nel luglio dello stesso anno, fu riconfermato il 30 marzo 1627, per altri tre anni, con un aumento di paga, elevata a 150 ducati.
Il 14 febbr. 1632 gli successe tal padre Andrea, detto il Polacco; si ignora ove il G. abbia svolto successivamente la sua attività ma è da escludere che fosse morto, avendosi fino al 1640 altre sue produzioni musicali. Morì a Padova, probabilmente intorno al 1640.
Organista e compositore, il G. si fece apprezzare nei primi decenni del sec. XVII per una produzione che si diversifica, almeno in parte, dalla contemporanea musica sacra: il suo stile compositivo, infatti, sconfina frequentemente nella maniera "concertata", in cui l'impiego di soluzioni polifoniche, articolate e complesse, policorali e vocali-strumentali - con poderosi effetti di "ripieno" - presenta caratteri di originalità, inconsueti negli ambienti ecclesiastici coevi delle città lombarde e venete. In tal senso è emblematica la raccolta Curioso misto di vaghezze musicali, peraltro l'unica del G. di musica non religiosa, in cui trovano massima applicazione le nuove tecniche d'espressione del modulo barocco. Nell'ambito della musica più specificamente da chiesa, la trasformazione funzionale dell'armonia e dei mezzi poetico-stilistici si riscontra soprattutto nei mottetti della raccolta Ecclesiastica armonia; in particolare in due di questi, Nolite me considerare e Sono tubae tympano dell'opera 6, compare l'uso dello strumento "obbligato": nell'uno, per soprano e basso continuo, sono inseriti due violini, nell'altro, oltre a due soprani e a due violini, il basso continuo è affidato, almeno in parte, al trombone - strumento che costituiva all'epoca motivo di novità per il colorito, pastoso e profondo allo stesso tempo -. Elemento tradizionale e connotativo delle sue composizioni è, tuttavia, il basso continuo, scritto per l'organo, ed esemplificazione di autentica tessitura "antica" sono tre messe comprese nell'opera 13.
Particolarmente fecondo, fu autore, tra l'altro, di due libri di messe e salmi: di questi il Primo…, a 5 voci, con basso continuo (Venezia 1615), è conservato nell'Archivio capitolare della cattedrale di Brescia, il Secondo, a 4 e 5 voci, op. 3 (ibid. 1620), si trova nella Biblioteca del Civico Museo bibliografico musicale di Bologna; si ricordano inoltre, pubblicati a Venezia, Salmi intieri…, concertati a 4 voci con il basso per l'organo, op. 5 (1624); particolare citazione merita la già ricordata Ecclesiastica armonia de concerti, a voce solista, in duo, ed altre formazioni polifonico-strumentali, con basso continuo, dal Libro I, op. 6 (1624). Ricordiamo ancora: Messa e salmi, a 8 voci, basso continuo, con I e II coro, op. 10 (1625) con un Dixit e Magnificat concertati; Missae… senas voces, a 4 voci più due ("quinto" e "sesto") op. 13 (1628); Messe e salmi a 5 voci, op. 14 (1628); Curioso misto di vaghezze musicali, voce solista e basso continuo, op. 15 (1628); Messa e salmi a 3, 5, 8 voci con aggiunta del III coro ad libitum, op. 16 (1629). Inoltre il G. è presente in tre raccolte antologiche: Ghirlanda sacra… di L. Simonetti, in cui il suo nome figura al fianco di quello di C. Monteverdi (Venezia 1636), con Gaudeamus omnes, per voce sola; Musiche di eccellenti autori italiani e tedeschi non ancora pubblicate di W. Seyffert (Dresda 1643), al numero 13 con Venite exultemus Deo, a 2 voci e basso continuo, al n. 17 con Ad Dominum cum tribularer, a 2 voci e basso continuo; e Celestis Parnasus…, op. 1, di G. Aloisi (Venezia 1644), con In Domino confido, a 2, 4 voci.
Fonti e Bibl.: A. Gloria, Lucrezia degli Obizzi e il suo secolo, Padova 1853, p. 20; G. Gaspari, Catal. della Bibl. del Liceo musicale di Bologna, Bologna 1890, I, pp. 227, 365; II, pp. 75-77; G. Tebaldini, Arch. musicale della Cappella Antoniana in Padova, Padova 1895, p. 34; O. Mischiati, Bibliogr. delle opere dei musicisti bresciani pubbl. a stampa dal 1497 al 1740, Brescia 1982, pp. 52-55; M. Sala, Catal. del fondo musicale dell'Arch. capitolare del duomo di Brescia, Torino 1984, p. 21; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, Suppl., p. 330; G. Bignami, Enc. dei musicisti bresciani, Brescia 1985, p. 122; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, XVI, coll. 403 s.; The New Grove Dictionary of music and musicians, VII, p. 102.