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FERRARIS, Galileo

di Giovanni Giorgi - Enciclopedia Italiana (1932)
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FERRARIS, Galileo

Giovanni Giorgi

Ingegnere e fisico, nato a Livorno Vercellese (Piemonte) il 30 ottobre 1847, morto a Torino il 7 febbraio 1897. Conseguì il diploma di ingegneere civile in Torino alla fine del 1869 e fece stampare la sua tesi di laurea, Sulle trasmissioni telodinamiche di Hirn. Appena laureato riprese gli studî di fisica e matematica ed entrò subito come assistente di fisica tecnica al R. Museo industriale di Torino.

Intanto il F. era successo sin dal 1877 a G. Codazza nell'insegnamento della fisica tecnica al Museo industriale di Torino, cattedra che egli tenne per tutto il resto della sua vita.

Pubblicò allora la sua nota Sull'impiego delle bussole ordinarie nelle misure delle intensità galvaniche, e poco dopo la tesi Sulla teoria matematica della propagazione dell'elettricità nei solidi omogenei. Lo vediamo indi rivolgere la sua attività all'ottica geometrica, pubblicando l'opuscolo col titolo: Le proprietà cardinali degli strumenti diottrici; ivi ridusse a forma geometrica la teoria di Gauss sui sistemi di lenti e la rese accessibile, tanto che su questo argomento la nuova trattazione ha formato data e e punto di partenza per gli studî degli altri autori. Un'applicazione della medesima egli diede nel 1880 sotto il titolo: Sui cannocchiali con obbiettivo di più lenti a distanza le une dalle altre.

Dettò in quel tempo una Dimostrazione sperimentale sul principio di Helmholtz che la tempera dei suoni non dipende dalle fasi dei suoni componenti, e nel 1878 pubblicò due Teoremi sulla distribuzione delle correnti elettriche costanti, dimostrando le proprietà di massimo e di minimo del lavoro delle correnti nei sistemi di conduttori.

Negli anni seguenti ebbe più volte l'incarico ufficiale di rappresentare l'Italia in congressi scientifici (Congresso internazionale di Elettricità, Esposizione di Elettricità a Parigi, nel 1881; Conferenza internazionale di Parigi, nel 1882, commissario all'Esposizione di Vienna, nel 1883).

Notevole è la relazione che egli scrisse nel 1881 sull'Esposizione di Parigi. Degne di nota e interessantissime sono poi le conclusioni sulle applicazioni degli accumulatori e delle lampade elettriche. Maggiore rinomanza egli doveva ottenere nelle sue ricerche sulle misure delle correnti alternate. Attraverso queste ricerche, insegnò a tenere debito conto dell'angolo di fase e quindi poté investigare a fondo l'azione dei trasformatori, che L. Gaulard e J. W. Gibbs avevano allora incominciato a introdurre in pratica. Il F. nel 1883 dimostrò che l'intento originario dei due inventori, i quali credevano di trarre energia dal nulla, non era conseguibile, ma che il trasformatore poteva essere usato con altre più pratiche finalità. Proseguendo nello studio il nostro autore poté spiegare i fenomeni anormali che s'incontrano nelle linee con forti capacità distribuite. Con questi lavori il F. diede un potente impulso al progresso pratico dell'elettrotecnica delle correnti alternate. Il suo titolo principale di gloria è però la scoperta del campo magnetico rotante e delle correnti polifasi. Nell'anno 1885 egli fu condotto dal ragionamento a costruire un motore nel cui induttore arrivavano due correnti spostate di fase. Queste producevano due campi magnetici ortogonali tra loro, spostati di fase, i quali componendosi insieme formavano un campo rotante. Un cilindro metallico massiccio immerso in questo campo veniva trascinato in rotazione. L'effetto più completo si otteneva quando lo spostamento di fase era di 90°. Questo fu il primo motore a campo rotante e la scoperta, pubblicata nel 1888, fece impressione immensa nel mondo industriale mentre gli sforzi di tutti invano si erano diretti a ricercare un motore a corrente alternata capace di avviarsi da sé ed esente dalla difficoltà dei commutatori. L'invenzione fu presto perfezionata e resa industriale attraverso ai lavori di N. Tesla e le costruzioni elettromeccaniche della casa Westinghouse e di altri fabbricanti e ne seguì tutta l'industria delle correnti trifasi (v. elettrotecnica).

Fu nel 1891 all'esposizione internazionale di elettrotecnica a Francoforte, ed ivi venne acclamato come lo scopritore del principio che aveva reso possibile la costruzione dei motori a campo rotante. Nel 1893 il F. pubblicò la memoria su di un Metodo per la trattazione dei vettori rotanti o alternativi; e un'applicazione di esso ai motori elettrici a correnti alternate; e, poco dopo, la nota Sopra un motore elettrico a corrente alternativa. Tenne diverse conferenze sul telefono e sull'illuminazione elettrica. A queste sono da aggiungere il mirabile discorso sulla Trasmissione elettrica dell'energia, letto all'Accademia dei Lincei il 3 giugno 1894, e infine la Teoria geometrica dei campi vettoriali, pubblicata dopo la sua morte.

G. F. fu una mente chiarificatrice e un insegnante sommo. A qualunque argomento egli si applicò, rese limpide e accessibili le teorie. Non solamente fu un divulgatore della scienza di Heaviside, ma dettò corsi pregevolissimi di elettrotecnica, e le sue monografie sui varî rami di questa scienza sono mirabili per chiarezza.

Bibl.: Opere complete di G. F. a cura dell'Associaz. Elettrotecnica ital., in tre volumi, Milano 1902-1904; G. F., Lezioni di elettrotecnica, raccolte per cura della famiglia, 4ª ediz., Torino 1928.

Vedi anche
motóre elèttrico Macchina rotante capace di assorbire energia elettrica e di trasformarla in energia meccanica. Cenni storici L'idea di utilizzare le azioni elettrodinamiche per produrre lavoro meccanico risale alla prima metà dell'Ottocento; tuttavia per incontrare un m.e. efficiente bisogna arrivare agli anni 1860-64, ... INRiM Sigla di Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, ente pubblico nazionale, afferente al ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, istituito nel 2006, dalla fusione dell’Istituto di metrologia G. Colonnetti e l’Istituto elettrotecnico nazionale G. Ferraris, per svolgere e promuovere ... elettrotecnica Parte della tecnica che si occupa essenzialmente delle applicazioni pratiche dei fenomeni elettrici. Secondo una definizione che si è andata formando intorno al 1940, gli argomenti di specifico interesse dell’e. sarebbero individuati da quei dispositivi, circuiti e applicazioni che rientrano nella ‘tecnica ... energìa elèttrica Energia associata all'elettricità, in particolare sia l'energia elettrostatica, associata a una distribuzione fissa di cariche, sia, più com., l'energia di una corrente elettrica. L'e.e. deriva da processi di trasformazione di altri tipi di energia (chimica, meccanica, luminosa, termica ecc.) che avvengono ...
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    Ingegnere e fisico (Livorno Vercellese, od. Livorno Ferraris,1847 - Torino 1897). Insegnò fisica tecnica al Museo Industriale di Torino, pubblicando studî di ottica geometrica e di acustica e dando quindi impulso al progresso degli studî sulle correnti elettriche alternate con ricerche sui metodi di ...
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    Giuditta Parolini Lo scopritore del campo magnetico rotante Edison, l'inventore della lampadina a filamento, ha definito Galileo Ferraris "il più grande degli elettrotecnici viventi": un prestigioso riconoscimento per l'ingegnere italiano che, nella seconda metà dell'Ottocento, ha formulato il principio ...
  • Ferraris Galileo
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    Ferraris Galileo [STF] (Livorno Vercellese 1847 - Torino 1897) Ingegnere, insegnò fisica tecnica nel Museo industriale di Torino. ◆ [EMG] Campo rotante di F.: il campo magnetico prodotto da due elettromagneti ad assi ortogonali fra loro e alimentati con correnti alternate sincrone in quadratura fra ...
  • FERRARIS, Galileo
    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 46 (1996)
    Francesco Lerda Nacque a Livorno Piemonte in provincia di Vercelli (ora Livorno Ferraris in suo onore) il 30 ott. 1847, da Antonio, farmacista, e da Antonia Messia. A dieci anni si trasferì a Torino presso uno zio medico; studiò all'università ed alla Scuola di applicazione, laureandosi in ingegneria ...
Vocabolario
galilèo
galileo galilèo agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Galilaeus, gr. Γαλιλαῖος]. – Della Galilea, regione della Palestina; abitante o nativo della Galilea: un galileo Di rosse chiome (Carducci, con allusione a Gesù Cristo).
galilèa
galilea galilèa s. f. [dal lat. mediev. galilaea, e questo dal nome proprio della Galilea, regione della Palestina]. – Negli edifici monastici medievali, portico e vestibolo situato davanti alla chiesa (talvolta, come nei monasteri cluniacensi,...
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