VISCONTI, Galeazzo II
Terzo figlio di Stefano Visconti e di Valentina Doria di Genova, nacque poco dopo il 1320. Perdette il padre, forse avvelenato nelle lotte familiari, nel 1327; visse presso la madre in Milano sotto la protezione del cugino Azzone. Verso il 1343 fu in Palestina con il conte di Hainault che poi seguì per qualche tempo nelle Fiandre. Verso il 1346 era di nuovo a Milano, ma, caduto in disgrazia dello zio Luchino, dovette esulare. Trovò rifugio presso Amedeo VI di Savoia, che però, venuto ad accordi nel 1348 con Luchino Visconti, fu costretto a congedare il giovane profugo. Un rifugio più sicuro trovò allora Galeazzo nel Vaud presso Caterina di Savoia vedova di Azzone Visconti. Morto nel 1349 Luchino, Galeazzo poté rientrare in Milano, trovando ottima accoglienza nel nuovo signore, lo zio Giovanni. Questi impiegò Galeazzo e i fratelli suoi per le varie imprese iniziate; così nel 1350 Galeazzo fu incaricato dell'occupazione di Bologna. Nel 1354, morto Giovanni Visconti, lo stato milanese fu diviso fra i tre figli di Stefano, Matteo, Bernabò e Galeazzo. Questi ebbe assegnata la zona più occidentale con le città di Como, Novara, Vercelli, Asti, Alba, Alessandria, Tortona; morto nel 1355 il primogenito Matteo II, Galeazzo spartì con Bernabò i territorî assegnati al fratello. L'11 ottobre del 1354 il consiglio generale di Milano aveva concesso a Galeazzo e ai suoi fratelli la balìa, riconoscimento legale della signoria; ma gia il 20 dicembre Galeazzo otteneva da Carlo IV il diploma di vicario imperiale, confermato poi da Pisa il 15 maggio 1335. Ma non tardò Carlo IV ad accorgersi delle intenzioni di Galeazzo di atteggiarsi a principe indipendente e, lasciando la penisola, affidò a un suo rappresentante l'incarico di organizzare una coalizione dei principi italiani contro i Visconti. Zelante partigiano della politica imperiale fu Giovanni II Paleologo marchese di Monferrato, che con tale pretesto riuscì a impadronirsi di Asti, di Vercelli e a stabilire il suo protettorato su Pavia. Con abile e prudente politica, Galeazzo II seppe tenere testa a questa momentanea crisi: costrinse il marchese di Monferrato alla pace e alla restituzione di tutto quanto aveva occupato, salvo Asti; nel 1360 rafforzò lo stato con l'annessione di Pavia; ottenne da Carlo IV la riconferma del vicariato imperiale per i possessi vecchi e nuovi. Galeazzo, che aveva sposato nel 1350 Bianca di Savoia, sorella del suo protetttore Amedeo VI, nel 1360 riuscì a ottenere per il giovane figlio Gian Galeazzo la mano di sposa di Isabella di Valois, figlia del re di Francia Giovanni II, bisognoso di appoggio finanziario per la guerra con l'Inghilterra. L'appoggio dell'impero e della monarchia francese diede allo stato visconteo un periodo di pace che servì a Galeazzo per organizzare vigorosamente lo stato, con disposizioni rigide ma non crudeli, come quelle del fratello Bernabò. Dei due fratelli infatti, spetta a lui il merito se quello che era agglomerato informe di signorie comunali parve diventare uno stato con organizzazione centrale a base burocratica.
Galeazzo II, che non era guerriero e amante di guerra, amò circondarsi di letterati e artisti nel meraviglioso castello di Pavia da lui fatto costruire. Suo amico e ammiratore fu lo stesso Francesco Petrarca, che a lungo rimase alla corte viscomea; nel castello di Pavia, Galeazzo fondò una biblioteca destinata a diventare ricca e famosa; lo stesso amore per gli studî lo portò alla fondazione dell'università di Pavia che doveva raccogliere tutta la gioventù studiosa dello stato visconteo.
L'attività organizzatrice di Galeazzo II non tardò a recare i suoi frutti, quando dopo il 1370, le costanti tendenze ad ampliarsi nella regione pedemontana portarono i Visconti a conflitto prima con il marchese di Monferrato, poi con il conte di Savoia. Amedeo VI seppe organizzare contro il cognato una potente lega presieduta dal papa: Galeazzo fu costretto nel 1376 a cedere terre nel Vercellese ai Savoia per avere pace; riuscì però a strappare al conte di Savoia il protettorato sul marchesato di Monferrato, e lo stato visconteo risorse più forte e organizzato di prima. Galeazzo II aveva nel 1375 dichiarato maggiorenne il figlio Gian Galeazzo, assegnandogli il governo di alcune città, e morendo il 4 agosto 1378 poteva vantarsi di avere concorso potentemente alla costituzione dello stato lombardo, se pure non fu, come lo dice il Petrarca, un uomo grandissimo.
Bibl.: C. Magenta, I Visconti e gli Sforza nel castello di Pavia, Milano 1894; G. Romano, Niccolò Spinelli da Giovinazzo, in Archivio stor. per le prov. napoletane, 1899-1900; D. Muratore, Bianca di Savoia e le sue nozze con Galeazzo V., in Arch. stor. lomb., 1907; G. Biscaro, Le relazioni dei Visconti con la Chiesa, ibid., 1920-21; F. Cognasso, Ricerche per la storia dello stato visconteo, in Boll. della Soc. pavese di st. pat., 1922; id., note e documenti sulla formazione dello stato visconteo, ibid., 1922: id., Il Conte Verde, 1928.