MEMMIUS, Gaius (C. Memmius)
Proprietario di una fabbrica di vasi aretini. Frammenti anche di matrice con la sua firma sono usciti dalla zona compresa fra la chiesa di Badia e quella di S. Francesco. Però è scarsamente noto e in massima parte attraverso frammenti. Non pare che la sua fosse una bottega molto importante.
Dalle firme apprendiamo che per un certo periodo fu consociato con Rasinius. In base a dati di scavo si ritiene che ciò sia avvenuto prima della nascita di Cristo. Più tarda invece è la produzione con la marca C. Memmi C. l. Mahes; ma con questi vasi siamo sempre nel periodo mediano dell'attività delle botteghe di Arretium.
Solo recentemente, soprattutto con l'attribuzione al gruppo Rasini Memmi di molti frammenti finora assegnati a Rasinius (v.), la produzione della bottega di M. sia del periodo della "consociazione" sia di quello autonomo, comincia a essere riconoscibile. Si dimostra tecnicamente buona, abbastanza varia nell'invenzione e nella ricchezza dei punzoni, equilibrata nella ornamentazione. Accanto ad una vasta produzione di vasi decorati con composizioni di elementi floreali e vegetali e con piccole figure, vi sono pezzi più impegnativi con sequenze di personaggi di grandi dimensioni; satiri e menadi, danzatrici con calatisco, sonatrici di cetra e di lyra, Nikai, ecc.
Alcune matrici che in origine avevano impressa la doppia firma Rasini Memmi sono state, in seguito, corrette frettolosamente, cancellando uno dei due nomi: più frequentemente appare eraso quello di Memmio. Ciò si riscontra sia in frammenti di matrici che in pezzi di vaso. Non è ancora chiaro come questo fatto, mai osservato dagli studiosi, debba esser interpretato.
Bibl.: M. Ihm, in Bonn. Jahrb., CII, 1908, p. 120; G. H. Chase, Loeb Collection of Arretine Pottery, New York 1908, p. 28 s.; id., Catalogue of Arretine Pottery: Museum of Fine Arts, Boston; Boston-New York 1916, p. 20 s.; A. Oxé, Arretinische Reliefgefässe von Rhein, Francoforte sul M. 1933, p. 35, passim; H. Dragendorff-C. Watzinger, Arretinische Reliefkeramik, Reutlingen 1948, p. 139 ss.; A. Stenico, La ceramica arretina; Rasinius, I, Milano 1960, p. 20 ss.