GAIO (XVI, p. 256)
Nuovi frammenti di un codice membranaceo del sec. IV o del principio del V delle Istituzioni di G. emersero recentemente dagli scavi egiziani. Il codice apparteneva con ogni probabilità a un professore della scuola di diritto di Alessandria.
I frammenti (ed. a cura di V. Arangio Ruiz, Firenze 1933) riguardano la materia trattata nei libri III e IV e sono molto interessanti per la critica del codice veronese di G., per la conoscenza del diritto romano primitivo e dell'attività delle scuole postclassiche. Due facciate appartenenti al libro IV contengono la trattazione di due legis actiones perduta nel Veronese (della l. a. per iudicis arbitrive postulationem e della l. a. per condictionem). I frammenti del libro III contengono una trattazione del consortium che veniva a costituirsi naturalmente fra i sui heredes alla morte del comune paterfamilias e che poteva artificialmente costituirsi anche con la partecipazione di estranei alla famiglia. Questi frammenti ci attestano che ognuno dei consortes aveva la proprietà integrale della cosa comune, come aveva congetturato il Bonfante, che la argomentava da alcuni sopravviventi residui storici e dal paragone con la collegialità romana, dove ciascuno dei consules è investito di tutta la sovranità. La parte relativa al consortium, perché troppo antiquata, fu soppressa dal copista del Veronese: il che dimostra l'arbitrio col quale venivano maneggiati i testi giuridici che servivano all'uso pratico della scuola o del foro. Nei frammenti si leggono anche glosse interlineari e marginali: queste ultime, purtroppo malconce, contengono frequenti citazioni di Paolo.
Bibl.: E. Albertario, I nuovi Frammenti di Gaio, Pavia 1934 (ripubblicato in Studi di dir. romano, V, Storia Metodologia Esegesi, p. 461 segg., Milano 1937, dove è raccolta un'ampia bibliografia).