PANSA, Gaio Vibio (C. Vibius C. f. C. n. Pansa Capronianus)
Console romano del 43 a. C. Figlio di un proscritto da Silla, fu fedele partigiano di Cesare, che lo compensò favorendolo nella sua carriera politica. Tribuno della plebe nel 51, nel 48 ebbe come pretore il governo della Bitinia e del Ponto, nel 46 quello della Gallia Cisalpina, ove fondò, pare, Forum Vibii (Cavour?). Ivi egli era quando Cesare fu assassinato alle idi di marzo. Nell'aprile di quel 44 non si oppose a Decimo Bruto, quando questi, dopo aver partecipato all'uccisione di Cesare, venne ad assumere il governo della Cisalpina, a cui da Cesare stesso era stato designato. P., che insieme con Irzio era stato da Cesare designato console per il 43, passò il resto dell'anno 44 a Roma o non lontano dalla città. Sappiamo che a Baia, preparandosi al consolato, si faceva dare da Cicerone lezioni pratiche di eloquenza. Tanto lui quanto Irzio, sebbene cesariani, erano poco propensi ad Antonio, che mostrava apertamente di voler assumere l'eredità di Cesare e cercavano di tenersi in buone relazioni con Cicerone. Antonio aveva di propria iniziativa raccolto truppe contro Bruto, e dalla fine del 44 lo assediava in Modena. Irzio e P. fecero leve di truppe per ristabilire l'ordine nella Cisalpina, senza che però venisse dichiarata apertamente la guerra ad Antonio. Irzio mosse per primo insieme con Ottaviano, che era stato nominato propretore, legalizzando così le leve che era venuto facendo per conto proprio. Più tardi mosse verso Modena P. per congiungersi col collega e costringere Antonio a togliere l'assedio da Modena. Mentre marciava sulla Via Emilia presso Forum Gallorum, P. fu attaccato di sorpresa da Antonio. Ferito mortalmente, venne condotto a Bologna, ma le sue legioni ripiegando verso il campo da cui erano partite, pur con gravissime perdite si difesero valorosamente e diedero tempo a Irzio, che marciava in soccorso del collega, di mutare le sorti della giornata. P. morì in Bologna una diecina di giorni più tardi, dopo la seconda battaglia vittoriosa che Irzio diede ad Antonio, trovandovi la morte.
Bibl.: V. Gardthausen, Augustus und seine Zeit, I, i, Lipsia 1891, p. 92 segg.; II, i, p. 34 seg.; T. Rice-Holmes, The architect of the Roman Empire, Oxford 1928, pp. 43 segg., 208 segg.; W. Drumann-P. Groebe, Geschichte Roms, I, Berlino 1899, p. 166 segg. (v. anche forum gallorum, XV, p. 723).