Velleio Patercolo, Gaio
Storico latino (n. 19 a.C. ca.-m. 31 d.C. ca.). Oriundo campano e di famiglia aristocratica, rivestì importanti cariche militari e politiche, al seguito di Gaio Cesare e poi di Tiberio in Germania. Fu anche pretore; si ritirò quindi a vita privata. La sua opera storiografica (Ad M. Vinicium libri duo), pubblicata nel 29, fu dedicata al conterraneo M. Vinicio, console nel 30. Il primo libro comprende la storia dall’origine di Roma al 146 a.C.; il secondo, il periodo seguente fino al 30 d.C. La storia degli avvenimenti recenti, conformemente al metodo degli annalisti, viene trattata con maggiore ampiezza rispetto a quella più remota. Nel complesso i due libri, conservati con varie lacune, costituiscono non un’arida esposizione di fatti, ma una sintetica storia della civiltà romana: caratteristica dell’opera è l’inclusione di notizie letterarie, oltre ad accenni alle opere pubbliche, allo sviluppo della colonizzazione romana ecc. Ostile all’imperialismo universale di Roma, V.P. fu favorevole alla formazione di uno Stato romano-italico; in politica interna fu eminentemente conservatore. Nell’esposizione degli avvenimenti si allontanò spesso dall’obiettività e indulse in adulazioni verso Tiberio. Lo stile è ampolloso e prolisso. Le fonti usate sono Catone, Ortensio, Livio, l’autobiografia di Augusto. L’opera di V.P., dimenticata per molti secoli, fu scoperta (1515) da Beato Renano in un antichissimo codice di Murbach (Alsazia).