Grammatico e poeta romano del tempo di Augusto, nativo di Spoleto. Entrò come schiavo con ufficio di grammatico nella casa di Mecenate, e da lui riottenne la libertà che aveva perduto per essere stato esposto dai suoi genitori. Scrisse una grossa raccolta di aneddoti (Facetiae, poi intitolati Ioci) e commedie di un genere nuovo di cui è considerato l'inventore, che egli disse trabeatae.