LELIO, Gaio (C. Laelius Sapiens)
Figlio del console del 190, fu amico fedelissimo di Scipione Emiliano. Tribuno della plebe nel 151 a. C., pretore nel 145, console nel 140. Fu probabilmente appunto in veste di tribuno che propose una legge agraria di carattere democratico (forse per la revoca di possessi abusivi), ma, di fronte all'opposizione degli ottimati, temendo complicazioni, abbandonò il suo progetto. Seguì poi Scipione Emiliano contro Cartagine, e sottomise il porto di Cothon.
Durante la pretura ebbe il governo della Spagna Citeriore, ma intervenne anche nella Ulteriore contro Viriato. Nemico dei Gracchi, combatté nel 131 a. C., insieme con Scipione Emiliano, la proposta di Papirio Carbone per la rieleggibilità dei tribuni e quando Scipione morì, ne pronunciò l'elogio funebre con una magnifica orazione, della quale è conservata la perorazione finale negli Scolî Bobiensi a Cicerone (Mil., 7, 2).
Bibl.: Th. Mommsen, Römische Geschichte, 10ª ed., Berlino 1904, II, pagine 35 seg., 83 seg., 430, 455; W. Ihne, Römische Geschichte, III, Lipsia 1872, p. 307; IV, ivi 1876, p. 268; V, ivi 1879, p. 61; C. Neumann, Geschichte Roms während des Verfalles der röm. Republik, I, Breslavia 1883, p. 137 segg.; G. Cardinali, Studi Graccani, Roma 1912, p. 113 segg.; J. Carcopino, Autour des Gracques, Parigi 1928, pp. 59, 87, 114 segg.