Lelio, Gaio
Uomo politico romano, figlio dell'omonimo console del 190 a.C.; fu tribuno della plebe (151), pretore (145), console (140). Amicissimo di Publio Cornelio Scipione Emiliano, lo seguì nella guerra contro Cartagine, e sottomise il porto di Cothon. Avverso ai Gracchi, con l'Emiliano combatté la proposta di Papirio Carbone per la rieleggibilità dei tribuni; pronunciò l'elogio funebre di Scipione.
Detto il " Sapiens ", Cicerone ne fece uno degl'interlocutori del dialogo Laelius de amicitia; in tal veste è ricordato da D. in Cv II XII 3 E udendo ancora che Tullio scritto avea un altro libro, nel quale, trattando de l'Amistade, avea toccate parole de la consolazione di Lelio, uomo eccellentissimo, ne la morte di Scipione amico suo, misimi a leggere quello, allorché il poeta cerca consolazione di aver perduto lo primo diletto de la mia anima nella lettura di Boezio e di Cicerone (§ 1). Vedi anche CICERONE, Marco Tullio.
Bibl. -R.M. Brown, A study of the Scipionic circle, in " Iowa Studies in classical philology " I (1934); G. Petrocchi, I Lelii, gli Scipioni e il mito del Sapiens in Cicerone, in " Ciceroniana " II (1961) 20-77. Sulla confusione tra i due Lelii nel Medioevo e poi nell'età del Petrarca, cfr. G. Martellotti, Sulla composizione del De Viris e dell'Africa del Petrarca, in " Annali R. Scuola Norm. Sup. Pisa " s. 2, IX (1941) 256-258.