GALLO, Gaio Elio (C. Aelius Gallus; il prenome non è però sicuro)
Prefetto dell'Egitto, sotto Augusto, dal 27 fino al 25, o secondo altri fino al 24 a. C. È principalmente noto per la spedizione nell'Arabia di sud-ovest, da lui intrapresa per incarico di Augusto, quando era ancora governatore dell'Egitto, o, affermano altri, aveva già consegnata la prefettura al successore Petronio.
Vi parteciparono circa 10.000 uomini. Sbarcato a Leuke Kome (probabilmente el-Ḥaurā), il porto più meridionale del regno dei Nabatei, G. vi passò, per un'epidemia scoppiata fra i soldati, l'inverno dal 25 al 24 e poi marciò verso il mezzogiorno. Dopo parecchi mesi di faticosissima marcia G. giunse nell'odierno Yemen; espugnò Negrana (l'attuale Naǵrān nel Yemen settentrionale), altre località e poi si spinse nel Yemen orientale fino a Mariba, Marjama, città dei Rammaniti (a sud dell'odierna Mārib, nel territorio dei Radmān). Erano già trascorsi sei mesi dalla partenza da Leuke Kome. G. si sforzò invano per sei giorni di espugnare Mariba; poi, fatto forse un tentativo anche contro Ḥarīb, si vide costretto a decidere il ritorno. In 60 giorni fu di nuovo nel territorio amico dei Nabatei. Il fallimento dell'impresa va attribuito all'imperizia con cui fu organizzata, in seguito all'ignoranza sulle vere condizioni dell'Arabia Felice. Gli scopi della spedizione non furono certo raggiunti: essa non doveva infatti mirare a una semplice esplorazione, ma quasi certamente alla conquista della regione tanto importante per il traffico delle spezie o almeno a stabilirvi il protettorato di Roma. L'impresa non fu del tutto inutile: ne trassero vantaggio le relazioni commerciali con l'Arabia e con l'India, ma principalmente le conoscenze geografiche. Per la prima volta infatti il mondo romano ebbe notizie dirette e precise sull'Arabia Felice.
G. è conosciuto anche per le strette relazioni di amicizia che lo legarono al grande geografo Strabone. È probabile che fosse lui il padre adottivo di Seiano. Dubbia invece l'ipotesi del Wellmann, che lo identifica col medico spesso citato da Galeno.
Bibl.: V. Gardthausen, Augustus und seine Zeit, I, ii, Lipsia 1896, p. 788 segg.; M. Wellmann, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., I, col. 493; Tkač, ibid., s. 2ª, I, coll. 1343-1383, 1430; L. Cantarelli, in Memorie della R. Accademia dei Lincei, s. 5ª, XII (1906), pp. 57-59; P.M. Meyer, in Berliner philologische Wochenschrift, 1907, p. 462; H. Dessau, Geschichte der römischen Kaiserzeit, I, Berlino 1924, pp. 379-81; V. Chapot, Le Monde Romain, Parigi 1927, pp. 55-57; J.G. Milne, A history of Egypt under Roman Rule, 3ª ediz., Londra 1924, pp. 7-9, 277-279; M. Rostowtzeff, The social and economic history of the Roman Empire, Oxford 1926, pp. 53, 91.