PISONE, Gaio Calpurnio (C. Calpurnius Piso)
Fu giudice nel processo dell'attore Roscio (76 o 68 a. C.). Nel 70, forse, fu pretore. Nel 67, sfuggito a un'accusa di broglio elettorale, assunse il consolato e come rappresentante degli ottimati si oppose energicamente, con pericolo della vita, alla proposta di Gabinio in favore di Pompeo; dopo l'approvazione della legge, frapponendo ostacoli alla sua esecuzione nella Gallia Narbonese, fu minacciato di destituzione; sostenne poi, ancora con serio pericolo, contro il tribuno C. Cornelio quella lotta che portò all'approvazione della lex Calpurnia de ambitu. Nel 66 e 65 amministrò in persona la Gallia Narbonese di cui era governatore fin dal 67; forse la sua autorità si estendeva anche alla Gallia Cisalpina. Nel 63 fu trascinato in giudizio da Cesare, ma, difeso da Cicerone, fu assolto. Per vendicarsi tentò d'indurre Cicerone a incriminare Cesare di complicità con Catilina, ma invano; nella seduta delle None di dicembre fu per la condanna a morte dei catilinarî. Di lui sappiamo fino agli attacchi rivoltigli da Clodio nel 61.
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