COTTA, Gaio Aurelio
Tra i personaggi romani di questo nome è da ricordare C. Aurelius M. f. Cotta, nato nel 120 e nipote di Rutilio Rufo, che difese nel 90 in un processo de repetundis. Amico di Druso, fu accusato nel 90 d'aver sobillato gl'Italici alla rivolta e dovette andare in esilio; ritornò a Roma solo nell'82. Console nel 75, fece passare una legge che risollevava il tribunato depresso da Silla, e una sui giudizî privati. Un suo discorso al popolo nello stesso anno era riferito nelle Historiae di Sallustio (Sallustii hist. reliq., ed. Maurenbrecher, II, p. 77). Proconsole in Gallia, morì prima di celebrare il trionfo, che pare non avesse meritato. Tenne con Sulpicio Rufo il primato fra gli oratori della generazione che seguì ad Antonio e Crasso, e Cicerone ne fece uno degli interlocutori nel De oratore. Non lasciò orazioni scritte. Fu in filosofia seguace degli Accademici, dei quali Cicerone gli fa esporre le dottrine nel De natura deorum (I, 15 segg.).
Bibl.: E. Klebs, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., II, 1895, col. 2482; A. Cima, L'eloquenza latina prima di Cicerone, Roma 1903, pp. 203, 213; F. Münzer, Römische Adelsparteien, Stoccarda 1920, p. 320; M. Schanz, C. Hosius, Geschichte der röm. Literatur, I, 4ª ed., Monaco 1927, p. 229.