ATTILIO Regolo, Gaio
C. Atilius M. f. M. n. Regulus (per il cognome Saranus Tyrius, meno correttamente Serranus, da lui forse per primo assunto, v. G. De Sanctis, Storia dei Romani, III, 1, p. 136, n. 75) fu console per la prima volta con Gneo Cornelio Blasione nel 257 a. C., durante la prima guerra punica. Inviato in Sicilia alla testa della flotta, affrontò i Cartaginesi presso Tindaride. Nella prima fase della battaglia, i Cartaginesi, attaccati dal console romano con dieci navi, ne affondarono nove e a stento poté salvarsi la nave ammiraglia romana; l'attacco fu quindi ripreso dal grosso della flotta romana, e i Cartaginesi perdettero diciotto navi e dovettero rifugiarsi nel porto di Lipari. Ambedue le parti si attribuirono così la vittoria. Regolo devastò quindi varî possedimenti cartaginesi, fra i quali Malta, e nello stesso anno 257 trionfò (de Poenis navalem egit). Console per la seconda volta nel 250 con L. Manlio Vulsone, al pari di Regolo sperimentato condottiero di flotte, ebbe il comando di una grande flotta di 240 navi, allestita sul principio del 250 per riconquistare il dominio del mare e intraprendere quindi una risoluta offensiva contro i Cartaginesi in Sicilia, d'accordo con l'esercito terrestre comandato dal proconsole L. Cecilio Metello. Questi sconfisse l'esercito cartaginese di Asdrubale sotto le mura di Palermo, e allora la flotta comandata dai due consoli e le legioni iniziarono l'espugnazione della fortezza punica di Lilibeo, difesa da diecimila mercenarî celti e greci comandati dal valoroso Imilcone. La fortezza resistette vigorosamente e fu varie volte rifornita da audaci squadriglie navali cartaginesi che riuscivano a forzare il blocco, così che i Romani, i quali dovevano pensare ad approvvigionare fra grandi difficoltà l'esercito e le ciurme, circa centomila uomini in tutto, finirono col trovarsi in cattive condizioni e alla fine dell'anno furono costretti a convertire l'assedio in blocco. Di C. Attilio Regolo nulla si sa più dopo quest'anno.
Bibl.: G. De Sanctis, Storia dei Romani, III, i, Torino 1916, pp. 136 seg., 166 seg.; E. Klebs, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altertumswiss., II, col. 2084.