GAI SABER (Companhia del Gai Saber o Consistori de la gaia Sciensa)
Così s'intitolava da sé stessa una brigata di sette cittadini di Tolosa, poeti o dilettanti di poesia, che, nei primi anni del sec. XIV, si erano proposti di mantenere e rinnovare la tradizione trovadorica, tenendo delle adunanze settimanali. Dal 1323 in poi bandirono concorsi e attribuirono all'autore della migliore "canzone novella" in onore della Vergine una mammola (violeta) d'oro. A questa joya furono poi aggiunte una rosa canina (aiglentina) e una calendula (gauch; francese: souci), destinate a generi considerati come inferiori, cioè il sirventese, la danza o le cobbole. Qualche anno dopo, i sette trovatori incaricarono due dei loro soci, Guglielmo Molinier e Bartolomeo Marc, di comporre un trattato di grammatica e poetica, il quale fissasse la loro dottrina e fosse di guida ai candidati: il che avvenne nel 1356. Verso lo stesso tempo, il regolamento dei concorsí fu completato: i laureati ricevettero titoli calcati su quelli universitarî: era dichiarato baccelliere nella gaia scienza chiunque avesse ottenuto la gioia principale e dato un esame dinnanzi ai mantenitori; dottore, chiunque avesse ottenuto tre volte la gioia principale e dato un esame più rigoroso. La forma stessa dell'esame e il cerimoniale del conferimento dei gradi erano presi dalle usanze universitarie. La società si reclutava di solito fra i "dottori", nonché fra i principali borghesi o dignitarî ecclesiastici e civili della città. Sull'attività letteraria della compagnia nei secoli XIV e XV possediamo il trattato dottrinale e una raccolta di poesie laureate.
Del trattato, intitolato Leys d'Amors (Leggi di Amore, cioè di bei costumi), esistono due redazioni. L'una, più breve, è preceduta da una lunga notizia storica sui primordî dell'istituzione e da un trattato di morale e di teologia. L'altra è più tecnica, e i precetti vi sono illustrati da numerosi esempî. L'una e l'altra sono compilazioni poco originali, imitate, per la parte filosofica, da Brunetto Latini e Albertano di Brescia, per la parte grammaticale e rettorica, dai trattati di Isidoro di Siviglia, Prisciano, Donato, e soprattutto dal Dottrinale di Alessandro di Villedieu (v.) e dal Grecismo di Eberardo di Béthune (v.). Le regole intorno alla poesia sono puramente empiriche, formule vuote che escludono totalmente la spontaneità o sincerità dell'ispirazione. È dunque naturale che le poesie sbocciate in quell'atmosfera artificiale siano assai mediocri: fra i 62 componimenti della raccolta di poesie "coronate" (detta Registre de Galhac, dal nome del compilatore), i soli che abbiano qualche interesse sono quelli ispirati ad avvenimenti recenti (come guerre, paci, flagelli pubblici), e che ci fanno almeno conoscere, sotto una forma spesso vivace, i sentimenti della borghesia meridionale; mentre le poesie puramente religiose o filosofiche sono di scarso interesse.
Da un'altra raccolta, che contiene poesie coronate dal 1513 al 1641 (detta Livre rouge), sappiamo che fin dal principio del sec. XVI il francese era ammesso nei concorsi, e constatiamo che dal 1539 (l'anno del famoso editto di Villers-Cotterets) ne aveva scacciato l'idioma locale. Verso quell'epoca, la compagnia all'antica denominazione aveva sostituito quella di Collegio di rettorica.
Dopo due secoli di una esistenza poco gloriosa, turbata da aspre contese fra il Collegio e i Capitouls (membri del municipio), che ne avevano assunto la protezione e facevano le spese delle gioie, venne trasformata, da un editto regio del 1674, in accademia e i suoi regolamenti furono modellati su quella francese, salvo che il numero dei soci non doveva eccedere i 36. Quest'accademia, detta oggi dei Jeux Floraux, continua tuttora a celebrare ogni anno, il 3 di maggio, la Festa dei Fiori, e a distribuire i soliti premî. È giusto ricordare che, negli ultimi secoli, ebbe il merito d'incoraggiare giovani d'ingegno, fra cui Marmontel, Champfort, Millevoye, Victor Hugo. Oggi conta 40 soci effettivi e alcuni Maîtres ès-jeux. Ma, tornando al proposito degli antichi fondatori, ha riammesso, nel 1895, la lingua d'oc, con tutte le sue varietà.
Bibl.: Recueil de l'Acad. des Jeux Floraux: si pubblica ogni anno, contiene gli atti della Soc. e parecchie poesie premiate; C. Chabaneau, Origine et établissement de l'Acad. des Jeux Floraux, Tolosa 1885; A. Duboul, Deux siècles de l'Académie des Jeux Floraux, Tolosa 1901; F. de Gélis, Hist. critique des Jeux Floraux depuis leur origine jusqu'à leur transf. en Acad., Tolosa 1912; A. Jeanroy, Une Acad. six fois séculaire: l'Académie des Jeux Floraux, in Revue bleue, ottobre 1913; A. Jeanroy, Les Joies du Gai Savoir, Tolosa 1914; F. Anglade, Les Leys d'Amors, Tolosa 1919-20; pubbl. della redazione più breve; l'altra era stata pubbl. da Gatien-Arnould, con trad. francese: Las Flors del Gay Saber estiers dichas las Leys d'Amors, Tolosa 1841-43, voll. 3.