GAGLIANO
Famiglia di liutai attivi a Napoli dagli inizi del sec. XVIII alla metà del secolo XIX.
Capostipite della famiglia è Alessandro, nato a Napoli intorno al 1660. Destituita d'ogni fondamento la notizia riportata dal De Piccolellis che Alessandro, fuggito da Napoli per aver ucciso in duello un nobile napoletano della famiglia Mayo, sia stato aiutato dal cardinale Ascanio Filomarino nella fuga dalla città per sfuggire alla vendetta dei parenti e si sia recato dapprima a Roma e quindi a Cremona, ove sarebbe entrato nella bottega di A. Stradivari, rimanendovi sino al 1695. In realtà mancano notizie sicure circa la sua formazione professionale e la testimonianza del liutaio M. Baumgartner di Basilea, riguardante una viola tenore di Alessandro da lui vista con l'etichetta originale: "Allessandro [sic] Gaglianus alumnus di fratelli Grancini di Milano fecit Neap. 1…", sfaterebbe una volta per tutte l'ipotesi che sia stato allievo di Stradivari. Stabilitosi definitivamente a Napoli nel 1695, Alessandro diede inizio alla sua attività costruendo soprattutto violini e fu attivo sino alla morte, avvenuta a Napoli nel 1728.
Considerato il fondatore della scuola liutistica napoletana, i suoi strumenti, assai pregevoli per fattura e materiali usati, differiscono sensibilmente sia da quelli dei suoi predecessori sia da quelli dei suoi diretti successori appartenenti alla sua famiglia. In particolare, oltre all'ottima qualità del legno, fece uso d'una vernice di colore giallo chiaro trasparente o rosso cupo, facilmente distinguibile da quella cremonese; le volute sono di forma piccola e dall'intaglio talora trascurato, gli ff grandi e verticali e abbastanza aperti, il fondo solitamente costituito da un solo pezzo. Si distinse soprattutto per aver fabbricato strumenti di bella sonorità e di particolare fattura, che ricorda talora i modelli di C. Bergonzi. Fabbricò soprattutto violini di tre diverse dimensioni, da quelli di formato grande, poco convessi, a quelli più piccoli, sempre di eccellente fattura. Apprezzati per fattura sono anche i rari violoncelli dalla sonorità calda e potente.
Alla liuteria si dedicò anche il primogenito di Alessandro, Nicola (I), nato a Napoli nel 1695 circa. Allievo del padre, per i suoi strumenti si ispirò a modelli giovanili dello Stradivari e del fratello Gennaro, facendo uso di legni di particolare pregio. Fu attivo sino alla morte, avvenuta a Napoli nel 1758. Usò l'etichetta: "Nicolaus Gagliano Filius Alexandri fecit Neap. 17…". I piani armonici dei suoi violini sono piuttosto di grande misura, mentre il fondo è alquanto più sottile. La vernice è di colore rosso-bruno o bruno-giallo. Alcuni suoi violini indicano nelle etichette originali la collaborazione con il figlio Giuseppe.
Ottimo liutaio fu anche l'altro figlio di Alessandro, Gennaro, nato a Napoli intorno al 1700. Allievo del padre, s'ispirò spesso ai modelli dello Stradivari e i lavori di maggior pregio risalgono agli anni 1730-50. I suoi strumenti rivelano comunque l'influsso dell'insegnamento paterno; i suoi violini presentano peraltro una più pronunciata convessità, mentre gli ff sono molto più larghi e dritti dei modelli stradivariani; sotto il profilo estetico essi sono particolarmente belli, di ottimo legno con una vernice giallo-arancio o tendente al rossastro; particolarmente elegante la filettatura e splendida la sonorità.
Considerato da molti il migliore della famiglia, realizzò pochi strumenti, ma tutti di ottima fattura; risentì, oltre che della scuola dello Stradivari, anche di quella di N. Amati, di cui prese a modello alcuni esemplari, adottando un simile legno di pino e talune sfumature brunastre nella vernice. Particolarmente apprezzati i suoi violoncelli, ispirati ai migliori modelli dello Stradivari; introdusse peraltro un particolare disegno di ridotte dimensioni, poi divenuto popolare nella liuteria napoletana. Usò l'etichetta: "Januarius Gagliano filius Alexandri fecit Neap. 17…". Gennaro morì a Napoli nel 1788.
Ferdinando, figlio di Nicola, nacque a Napoli intorno al 1724. Pur non arrivando a raggiungere la perfezione dei modelli paterni, fu abile artigiano; i suoi strumenti ricordano nella fattura quelli del nonno Alessandro e dello zio Gennaro di cui fu allievo. Particolarmente apprezzabile risulta la vernice di colore rosso-bruno o giallo caldo, meno accurata la qualità del legno. Per i suoi violini prese spesso a modello l'ultimo Stradivari, rispetto al quale tenne il corpo meno convesso e più largo del modello realizzato dal padre Nicola. Di ottima fattura sono i violoncelli; tuttavia i suoi strumenti, ancorché ben fabbricati, non presentano qualità particolari e secondo il De Piccolellis la scarsa precisione degli spessori e della tavola armonica presentano alcuni difetti nei registri con difficoltà nell'intonazione e nell'uso dei flautati. Usò l'etichetta: "Ferdinandus Gagliano Filius Nicolai fecit Neap. 17…". Morì a Napoli nel 1781 circa.
Il fratello Antonio (I), nato a Napoli nel 1728, lavorò sempre con il fratello Giuseppe e il cugino Raffaele. Fece uso d'una vernice rosso-bruno e generalmente il fondo dei suoi strumenti era costituito da un solo pezzo. Morì a Napoli intorno al 1795, ma le sue etichette circolarono sino al 1807. Usò l'etichetta: "Joseph et Antonius Gagliani filii Nicolaj et nepotes Januarj F. Neap. 17…". Fabbricò anche buone chitarre e qualche discreto mandolino.
Più apprezzato fu il fratello Giuseppe, nato a Napoli intorno al 1725 e attivo dal 1765. Si ispirò spesso ai modelli del padre, fabbricando strumenti dalla vernice giallo brillante o rosso-bruna e dalla buona sonorità. Morì a Napoli nel 1793.
Giovanni (I), quartogenito di Nicola, nato a Napoli nel 1740 circa e morto nella stessa città nel 1806, si dedicò alla liuteria senza particolare impegno, fabbricando alcuni violini di mediocre qualità.
Gaetano, forse figlio di Giovanni, nato a Napoli nel 1770, ove morì nel 1824, fabbricò violini di buona qualità, ispirati ai modelli dello Stradivari, usando buon legno e ottenendo eccellenti sonorità. Costruì anche chitarre molto apprezzate.
Allievo del padre Giovanni fu anche Nicola (II), attivo a Napoli fino al 1826. Degli altri due figli, Raffaele (1790 c. 9 dic. 1857) e Antonio (II) (dopo il 1790-27 maggio 1860), sappiamo che lavorarono in società ma non costruirono strumenti di carattere commerciale.
Giovanni (II), forse fratello dei precedenti (Napoli 1800-67), fu considerato nel 1826 uno dei migliori liutai italiani. Vincenzo, figlio di Raffaele, attivo tra il 1870 e il 1886, fabbricò soltanto ottime corde e cantini di eccellente fattura. La sua bottega napoletana era situata in strada Monteoliveto 48, con il nome di Vincenzo Gagliano e Figli. Con lui si estinse la famiglia.
Fonti e Bibl.: G. De Piccolellis, Liutai antichi e moderni, Firenze 1885, pp. 31-35; A. Bonaventura, Violini, violinisti, musica per violino, Milano 1925, p. 85 (per Alessandro); L. Grillet, Les ancêtres du violon et du violoncelle, les luthiers et les fabricants d'archets, Paris 1932, pp. @@@; F. Mamma, Meisterwerke italiniesches Geigenbaukunst, Stuttgart 1932, pp. @@@; W.L. Lûtgendorff, Die Geigen-und Lautenmacher vom Mittelalter bis zur Gegenwart, Frankfurt a.M. 1969, pp. @@@; C. Lebet, Dict. des luthiers, III, Bruxelles 1985, pp. 32 s.; R. Vannes, Dict. univ. des luthiers, Bruxelles 1988, pp. 118 s.; E. Santoro, Oltre Stradivari, Cremona 1991, p. 81; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, pp. 581 s.; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, III, coll. 1243 s.; The New Grove Dict. of music and musicians, VII, pp. 79 s.; Diz. enc. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 91.