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GAGINI

di Filippo Di Pietro - Enciclopedia Italiana (1932)
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GAGINI

Filippo Di Pietro

. Casata di artisti, specialmente scultori, che da Bissone (sul lago di Lugano) si trasferì a Genova nel sec. XV, dividendosi poi in due rami distinti, uno dei quali operò nell'Italia settentrionale, nella Francia e nella Spagna, mentre l'altro - a partire dallo scorcio del sec. XV - si affermò in Sicilia e in Calabria. L'attività di questa famiglia di artisti va dal sec. XV al XIX. Grande difficoltà s'incontra nel distinguere nelle opere, alle volte anche mirabili, le diverse mani dei singoli componenti la famiglia, i quali spesso si unirono in società con aiuti (per es., Mancini, Berrettaro, ecc.). Tra i molti artisti della casata sono da ricordare soprattutto i seguenti.

Antonello, il più eletto scultore siciliano del sec. XVI, figlio di Domenico. Nato a Palermo nel 1478, visse quasi di continuo a Messina dal 1498 al 1508. Tornato a Palermo nel 1509 vi morì l'anno 1536. Tra le opere sue giovanili, improntate ancora a un'ingenuità e dolcezza tutta quattrocentesca e lombarda, è da ricordare la Madonna della Scala (Palermo, Duomo) e tra quelle del periodo maturo, dell'arte sua cinquecentesca, lo stupendo S. Giovanni Battista (Castelvetrano), il Crocifisso (Alcamo), il monumento funerario dell'arcivescovo Paternò nel duomo di Palermo. La massima opera di lui e dei suoi aiuti fu la decorazione (poi disfatta) della Tribuna del duomo di Palermo, con 7 statue più grandi del naturale, e con un rilevante numero di rilievi, oggi in parte nel duomo e in parte nel Museo diocesano di Palermo.

Antonio, figlio di Antonello, fu suo aiuto nell'opera di decorazione della Tribuna del duomo di Palermo.

Antonio, figlio di Beltrame. Lavorò nel secolo XVI oltre che in Italia, anche nella Spagna.

Antoniuzzo. - Figlio di Giovanni Domenico. Operò particolarmente a Caltagirone, ove è suo, tra l'altro, il bel portale intagliato della chiesa di S. Giacomo (1583). È probabile che egli sia da identificarsi con quell'Antonio G. che nel 1589-90 apprestò, con altri, le sculture per la tomba di Barbara d'Austria nella chiesa del Gesù a Ferrara.

Beltrame. - Morto nel 1476 a Genova. È noto solo come padre di Pietro, Giovanni e Pace.

Bernardino. - Appartiene al ramo genovese: operò nel sec. XVI. Lasciò molte opere nella Spagna (Siviglia: Chiesa dell'università, tomba di Pedro Henríquez de Ribera; Compostela, S. Lorenzo, presso S. Jacopo; tomba della marchesa di Ayamonte; Toledo, S. Giovanni della Penitenza, tomba di Francesco Ruiz vescovo di Avila, ecc.).

Domenico. - Capostipite del ramo di Sicilia. Nacque da Pietro, figlio di Beltrame, ed è probabile che sia appunto quel Domenico che il Filarete indica scolaro del Brunellesco; morì a Palermo nel 1492. In gioventù operò a Genova col nipote Elia. Lo stile suo severo e improntato a caratteri realistici appare in qualche scultura della cappella di S. Giov. Battista nel duomo di Genova (Predica del Santo, Convito di Erode). W. Bode e W. Suida ritengono che la sua arte derivi dalle ornamentazioni gotico-lombarde, mentre W. Rolfs la fa derivare dal Brunellesco. Verso il 1463 egli è in Sicilia, ove scolpisce il fonte battesimale per Salemi. Tra i primi suoi lavori siciliani è da ricordare la cappella, poi disfatta, del duomo di Palermo (sculture ora nel Museo diocesano). Nel 1480 scolpì la bella Madonna di Castelverde e due anni dopo l'arca di San Gandolfo a Polizzi Generosa. Gli ultimi suoi lavori furono quelli dell'Annunziata a Palermo. Nelle prime sue opere si notano arcaismi; poi il carattere dello stile si modifica e si modernizza per i contatti con Francesco Laurana e per gl'influssi che, insieme a quest'ultimo, esercitò su di lui l'arte catalana.

Elia. - Nacque da Giovanni, figlio di Beltrame. Operò nel sec. XV a Udine (Loggia Comunale) e nella Spagna, ma soprattutto a Genova: con lo zio Domenico attese agl'intagli e alle sculture della Cappella di S. Giovanni nel duomo, con altri (B. Carloni e G. Baroccio) a opere per S. Maria di Castello. A lui è attribuito il bel portale con S. Giorgio nella casa in Via Orefici pure a Genova.

Fazio. - Nacque da Antonello a Palermo. Sono sue le statue della Vergine e del S. Michele a Mazara eseguite in gioventù. Aiutò il padre per la Tribuna del duomo di Palermo e scolpì numerose statue per diversi comuni dell'isola.

Giacomo. - Figlio di Antonello. Suo capolavoro è la grande ancona di Roccella Valdemone.

Giovanni. - Figlio di Beltrame. Nel 1450 lavorava nella parrocchiale di Pigna presso Ventimiglia; poco dopo, con aiuti, intagliò il portale di S. Maria di Castello e nel 1457 quello col S. Giorgio nel palazzo Quartana a Genova, nel cui duomo eseguì poi la tomba del cardinale Giorgio Fieschi.

Giuseppe. - Nacque a Genova nel 1791, vi mori nel 1867. Allievo del Canova a Roma, si mantenne nella tradizione neoclassica nella sua lunga operosità, svoltasi specialmente a Genova e a Torino dove fu chiamato da Carlo Alberto (1837). A Genova si possono ricordare i due angeli nella cappella del Sacramento in duomo, sculture per il teatro Carlo Felice; a Torino una Diana nel palazzo reale, a Vienna un Apollo della galleria Liechtenstein, ecc.

Nibilio. - Scultore e orafo, operò tra il sec. XVI e il XVII. Suo capolavoro è l'arca di S. Giovanni in S. Giacomo di Caltagirone.

Pace. - Figlio di Beltrame. Lavorò con l'Amadeo e con lo zio Tamagnino alla certosa di Pavia. A Genova collaborò alla decorazione della cappella di S. Giovanni Battista (duomo) dove eseguì scene della vita del santo nelle lunette. Opere sue si trovano in Francia (Fécamps, Amboise, Folleville, ecc.) e nella Spagna (Siviglia, chiesa dell'Università, tomba di Catalina di Ribera).

Vincenzo. - Scultore del sec. XVI. Figlio e aiuto di Antonello. È suo il bel balcone del palazzo arcivescovile di Palermo.

V. tavv. XLIX e L.

Bibl.: G. Di Marzo, I G. e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI, Palermo 1880-83, voll. 2; L. A. Cervetto, I G. da Bissone, Milano 1903; K. Justi, in Miscellaneen aus drei Jahrh. spanischen Kunstlebens, I, Berlino 1908, pp. 119-146; A. Venturi, Storia dell'arte ital., VI, Milano 1908, pp. 838-60; B. C. Kreplin, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XI, Lipsia 1922 (con ampia bibl.); G. B. Ferrigno, Nuovi documenti sui G., in La Siciliana, VII (1924), n. 11 (novembre); S. Cucinotta, La "Madonna della Neve" in S. Lucia del Mela, Messina 1926; A. Cutrera, Sculture gaginesche in Ficarra, in Giorn. di Sicilia, 1926; F. Meli, L'arte in Sicilia, Palermo 1929.

Vedi anche
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