SANSEVERINO, Gaetano
– Nacque a Napoli il 7 agosto 1811 da Paolo, commerciante, e da Costanza Castellano.
Studiò presso il seminario-convitto di Nola (1822-23), allora diretto dallo zio paterno Girolamo, presso il quale visse tra il 1826 e il 1829 in Sant’Anastasia. Dal 1829 frequentò il seminario di Napoli e studiò teologia con Raffaele Piscopo e Giuseppe Parascandolo; dal 1831 iniziò a insegnare filosofia elementare nelle scuole interne del seminario. Fu ordinato sacerdote il 20 settembre 1834, con un anno di dispensa sull’età canonica.
Come tutti i sacerdoti napoletani dell’epoca, iniziò il suo ministero nelle cappelle serotine e presso gli ospedali cittadini. In occasione dell’epidemia colerica del 1837 si impegnò particolarmente presso l’ospedale Loreto e quello della Consolazione. Dopo un periodo di circa tre anni di malattia, che lo obbligarono a rallentare tutte le attività, riprese sia il ministero sacerdotale sia gli studi. Nel 1846 fondò presso il seminario napoletano un’Accademia di filosofia tomistica per la lettura e il commento del testo di s. Tommaso d’Aquino. Fu esaminatore del clero (1846), regio revisore per la stampa, esaminatore delle scuole private per la filosofia, deputato per gli studi del collegio medico-cerusico.
Fu chiamato a insegnare prima teologia fondamentale o parascevastica, poi logica e metafisica presso il liceo arcivescovile. In circa trent’anni d’insegnamento creò intorno a sé un nutrito circolo di discepoli, che lo seguirono nel recupero della filosofia scolastica e ne continuarono la scuola; fra i tanti, Antonio d’Amelio, Nunzio Signoriello, Giuseppe Prisco, Gennaro Portanova, Salvatore Calvanese, Salvatore Talamo.
Nel 1841 diede vita a una casa editrice chiamata Biblioteca cattolica e a una rivista intitolata La scienza e la fede (1841-1888), destinate all’organizzazione di un’apologetica aggressiva, sul modello di quella francese. Intorno alla testata radunò un piccolo, ma qualificato gruppo di ‘compilatori’, costituito in prevalenza di sacerdoti, alcuni docenti come lui nel seminario napoletano. Sulla rivista Sanseverino pubblicò diversi saggi di carattere patristico e scolastico, destinati a fornire una lettura cristiana della cultura contemporanea, dalla filosofia al diritto, dalla politica alla letteratura, fino alle scienze fisiche e matematiche, ma sempre in chiave apologetica, perché la rivista scorgeva ovunque, nel proprio tempo, rivoluzione in politica, errore in filosofia, eresia in teologia.
Tra il 1848 e il 1850 collaborò al giornale Verità e libertà, diretto dal sacerdote Franco Fedele, d’impostazione apologetica e reazionaria in politica.
Da Francesco Saverio d’Apuzzo, presidente del Consiglio generale di pubblica istruzione e già docente di teologia all’università di Napoli, ebbe l’incarico di approntare delle questioni di logica e metafisica da utilizzare per l’esame degli aspiranti all’insegnamento nelle scuole pubbliche e private del Regno delle Due Sicilie. Il testo, apparso prima su La scienza e la fede (1850-1853), ebbe poi edizione unitaria, nel 1858, in un volume intitolato I principali sistemi della filosofia sul criterio discussi con le dottrine dei SS. Padri e dei Dottori del medio evo.
Conseguì la laurea in teologia, senza esame, presso l’università di Napoli (23 marzo 1855), dove ebbe come maestri Andrea Ferrigni-Pisone per la Sacra Scrittura, Francesco Saverio d’Apuzzo per la teologia, di nuovo Giuseppe Parascandolo per la storia dei concili. In seguito, tenuta pubblica dissertazione sul semirazionalismo di Anton Günther (26 aprile 1855), fu accolto nell’Almo Collegio dei teologi, all’epoca presieduto dal redentorista Celestino Cocle, arcivescovo titolare di Patrasso e confessore di Ferdinando II.
Appoggiato dall’arcivescovo Angelo Antonio Scotti, già precettore di Ferdinando II, nel 1844 richiese il posto di scrittore soprannumerario presso la Biblioteca Reale; passò terzo scrittore di ruolo (1847), secondo scrittore (1856) e primo scrittore (1857). Con la caduta dei Borbone, fu destituito dall’ufficio il 2 ottobre 1860.
Nell’autunno del 1851 fu nominato sostituto di etica presso l’università di Napoli, in supplenza di Achille Melchionna, ‘alienato’ di mente. Ma, con la riforma dell’università promossa da Francesco De Sanctis, fu destituito anche dall’insegnamento (27 ottobre 1860).
Fu nominato canonico della cattedrale di Napoli il 17 febbraio 1860; prese possesso del beneficio il 4 marzo seguente.
Morì a Napoli il 17 novembre 1865, vittima del colera, perciò fu sepolto nel camposanto dei colerosi, di cui si sono perse le tracce.
Alcuni dei suoi testi, specialmente quelli di carattere manualistico, ebbero diffusione in diversi seminari italiani, francesi e spagnoli. La riproposta sanseveriniana della scolastica non solo ottenne vasti consensi negli ambienti ecclesiastici fino a essere idealmente riconosciuta dall’enciclica Æterni Patris (1879) di Leone XIII, che aveva in grande considerazione gli scritti del filosofo napoletano, ma influì molto nella formazione culturale e sociale dei cattolici impegnati nel sociale tra Ottocento e Novecento. Luigi Sturzo, per esempio, definiva «geniale» Sanseverino (Luigi Sturzo nella storia d’Italia, a cura di F. Malgeri, I, Roma 1973, p. 190).
Opere. Oltre ai molti articoli apparsi nel periodico La scienza e la fede, spesso in forma anonima, pubblicò diversi volumi di filosofia. Tra i titoli più significativi, alcuni riediti più volte e tradotti anche in francese e spagnolo, si segnalano i seguenti: Institutiones logicae et metaphysicae, Napoli 1851; La dottrina di s. Tommaso sull’origine del potere e sul preteso diritto di resistenza, Napoli 1853; Elementa philosophiae theoreticae ad usum cleri Neapolitani, Napoli 1858; Philosophia christiana cum antiqua et nova comparata, I-V, Neapoli 1862-1866; Philosophia christiana cum antiqua et nova comparata in compendium redacta, I-II, Napoli 1866 (trad. it. Compendio della filosofia, cristiana comparata con le dottrine de’ filosofi antichi e moderni, I-II, Napoli 1872); Institutiones seu Elementa philosophiae christianae cum antiqua et nova comparata, I-III, Neapoli 1885; Un’opera inedita di Gaetano Sanseverino: Elementa philosophiae christianae, Città del Vaticano 1974.
Fonti e Bibl.: Tra gli studi critici più recenti, in cui è possibile rintracciare bibliografia precedente, si veda: G. Oldrini, La cultura filosofica napoletana dell’Ottocento, Roma-Bari 1973; P. Orlando, L’Accademia tomista a Napoli, in Saggi sulla rinascita del tomismo nel secolo XIX, Roma 1974, pp. 141-219; Id., Napoli nella storia del neotomismo del secolo XIX, in Tommaso d’Aquino nella storia del pensiero, II, Napoli 1976, pp. 159-169; U. Dovere, G. S. filosofo tomista. Tentativo di ricostruzione, in Doctor Communis, XXXI (1978), pp. 72-97; Id., Gli orientamenti del periodico napoletano La scienza e la fede (1841-1880), in Campania sacra, 1980-1981, n. 10-11, pp. 374-396; Id., L’intransigenza cattolica meridionale: il periodico La scienza e la fede, in Civitas, XXXII (1981), pp. 23-34; C. Scanzillo - P. Giustiniani, Intorno alla nascita dello spirito moderno, in Atti dell’VIII Congresso tomistico internazionale, II, Città del Vaticano 1981, pp. 313-331; P. Orlando, Gaetano Sanseverino, in Campania sacra, 1984-1986, n. 15-17, pp. 319-326; M. Mendella, Napoli di parte guelfa, Napoli 1985, pp. 18, 23, 52, 55, 82; G. Oldrini, L’Ottocento filosofico napoletano nella letteratura dell’ultimo decennio, Napoli 1986, pp. 52-53; H.M. Schmidinger, Der Streit um die Anfänge der italienischen Neuscholastik, in Christliche Philosophie im katholischen Denken des 19. und 20. Jahrhunderts, a cura di E. Coreth, II, Graz 1988, pp. 72-82 (trad. it. Roma 1983); B. Forte, La scuola teologica napoletana, in Communio, 1994, n. 138, p. 38; J. Ickx, La Santa Sede tra Lamennais e San Tommaso d’Aquino, Città del Vaticano 2005, pp. 398, 401, 439; L. Malusa, in Enciclopedia filosofica, X, Milano 2006, pp. 10.052 s.; Un secolo di filosofia italiana attraverso le riviste (1870-1960), a cura di P. Di Giovanni, Milano 2013, pp. 13 s.