MORELLI, Gaetano
MORELLI, Gaetano. – Nato a Crotone il 23 maggio 1900, da Vittorio Emilio e da Clementina Berlingeri, studiò all’Università di Roma La Sapienza, dove conseguì il diploma di laurea nel 1921.
Professore incaricato a Urbino dal 1927, insegnò a Modena dal 1932, data nella quale vinse il concorso a cattedra. Gli venne quindi conferito l’insegnamento di diritto internazionale dapprima all’Università di Padova (1933-35) e successivamente a Napoli (1935-51). Nel 1951 fu chiamato all’università di Roma La Sapienza, succedendo a Tomaso Perassi nella cattedra che era stata di Dionisio Anzilotti.
Proprio l’incontro con Anzilotti, relatore di tesi di Morelli, aveva dato al giovane studioso l’impulso fondamentale per dedicarsi agli studi giuridici internazionalisti. L’altro grande giurista che ebbe influsso dominante nella sua formazione fu Giuseppe Chiovenda. L’intersezione fra il diritto internazionale e l’esperienza giuridica processuale doveva quindi diventare il motivo dominante e uno dei tratti caratterizzanti della sua vita scientifica.
Negli anni urbinati, Morelli elaborò la sua prima monografia, La sentenza internazionale (Padova 1931), in cui, portando a compimento la propria concezione sistematica dell’ordinamento internazionale, concepiva la sentenza internazionale non come un atto giuridico, data l’incapacità del giudice internazionale di costituire un organo dell’ordinamento internazionale, ma come un fatto giuridico in senso stretto, che presta effetti giuridici in virtù del consenso delle parti. Tale concezione improntò altresì il primo dei due corsi svolti da Morelli presso l’Académie de droit international dell’Aia, avente a oggetto la Théorie générale du procès international (pubbl. in Recueil des cours de l’Académie de droit international, 1937, n. 3, pp. 257- 373), nonché i numerosi saggi poi raccolti negli Studi sul processo internazionale (Milano 1963) e, successivamente, nei Nuovi studi sul processo internazionale (ibid. 1972).
Accanto ad analisi di temi specifici, Morelli provvedeva quindi a una trattazione sistematica della materia del diritto internazionale, esponendola nelle Nozioni di diritto internazionale (VII ed., Padova 1967), divenute uno dei testi di riferimento, e non solo didattico, in materia, nonché nel Cours géneral de droit international public (Recueil des cours de l’Académie de droit international, 1956, n. 1, pp. 441-604).
Improntate a una concezione rigorosamente normativista, le Nozioni contengono una delle più compiute espressioni di tale concezione applicata al diritto della comunità internazionale e vi si ritrovano pagine ancora di straordinaria attualità, come, per esempio, quelle dedicate alle difficoltà concettuali di configurare norme superiori in una comunità paritaria quale quella della comunità internazionale. Tali difficoltà erano del resto ben presenti al pensiero di Morelli, il quale nel 1970, in seno alla Corte internazionale di giustizia, contribuì, in qualità di giudice, all’elaborazione della celebre decisione Barcelona Traction (sulla nazionalizzazione in Spagna di una compagnia elettrica canadese, le cui azioni erano per lo più possedute da cittadini belgi). La straordinaria capacità sistematica di Morelli e il senso di compiutezza che emerge dalla lettura dei suoi testi contribuirono al successo delle altre opere di carattere generale, il Diritto processuale civile internazionale (in Trattato di diritto internazionale, a cura di P. Fedozzi - S. Romano, VII, Padova 1938; II ed., 1954) e gli Elementi di diritto internazionale privato (Napoli 1945; XII ed., 1986).
Nell’immediato dopoguerra, Morelli ebbe occasione di dare uno straordinario apporto alla costruzione del nuovo ordinamento italiano, redigendo, insieme a Roberto Ago, la relazione della Sottocommissione per i rapporti internazionali, formata nell’ambito della Commissione predisposta dal ministero per la Costituente. Fra le soluzioni configurate dalla relazione di Ago e Morelli, ispirate alla classica impostazione dualista, conviene ricordare il meccanismo di adeguamento al diritto internazionale consuetudinario, che ha trovato posto nell’art. 10, 1° comma della costituzione.
A compimento della sua attività scientifica, Morelli, già nominato giudice ad hoc nel caso dell’oro monetario della banca di Albania (1954), fu eletto nel 1961 giudice della Corte internazionale di giustizia, dove sedette fino al 1970. In tale qualità, ebbe modo di saggiare, alla prova della pratica giudiziaria, alcune delle tesi elaborate come studioso del processo internazionale. Fra i suoi contributi più rilevanti conviene ricordare la ricostruzione sugli effetti ultra vires degli atti di organizzazioni internazionali, contenuta nella sua opinione individuale allegata al parere su Certe spese delle Nazioni Unite, del 1962. La costruzione forse più tipicamente legata al suo pensiero, che ha influenzato in maniera durevole la giurisprudenza della Corte, è certamente quella relativa alla nozione di controversia internazionale, concepita da Morelli non semplicemente come un conflitto di interessi fra soggetti dell’ordinamento, bensì come contrapposizione fra atteggiamenti delle parti rispetto a un loro conflitto di interessi. Tale ricostruzione ha acquisito accentuato rilievo nella definizione di varie controversie innanzi alla Corte e ha lasciato una duratura influenza sul pensiero giuridico contemporaneo.
L’influenza di Morelli sull’evoluzione del pensiero giuridico, attestata dai riconoscimenti via via prestati alla sua opera, si è giovata anche della sua lunga direzione (dal 1953 alla morte) della Rivista di diritto internazionale, la rivista giuridica italiana della materia, ancora oggi ispirata al rigore metodologico da lui trasmesso. Tale influenza si è poi estesa anche al di fuori della tradizione italiana di diritto internazionale. Membro, dapprima associato, poi ordinario e infine onorario dell’Institut de droit international, Morelli contribuì in maniera rilevante ai lavori di questa istituzione, ricevendo l’ambito riconoscimento di presiedere, nel 1973, la sessione del centenario, tenutasi a Roma.
Morì a Roma il 22 maggio 1989.
La personalità scientifica di Morelli si è sviluppata in stretta relazione con l’evoluzione del pensiero giuridico, rappresentandone una fra le più compiute espressioni. Profondamente influenzato dalla lezione kelseniana, ha riversato nei suoi studi il patrimonio teorico e metodologico proprio del normativismo giuridico, contribuendo a farne una chiave di ricostruzione dell’esperienza giuridica internazionalista. Verosimilmente, proprio il pronunciato rilievo delle dinamiche sociali e politiche nelle relazioni internazionali, e i profondi mutamenti che sono intercorsi in questo ambito nel XX secolo, possono aver accentuato, negli studiosi ispirati a una prospettiva normativista, l’idea dell’autonomia dell’analisi giuridica rispetto a quella più propriamente sociologica. L’autonomia dell’analisi giuridica rispetto a fattori eteronomi sembra assurgere, nel pensiero giuridico di Morelli, a sistema concettuale compiuto e capace di fornire uno strumentario completo per l’interpretazione della realtà sociale.
Alla memoria dello studioso, per volontà della vedova, Giuseppina Sciacca, è stata istituita con sede a Crotone la Fondazione Gaetano Morelli, centro per lo studio del diritto processuale internazionale e del diritto processuale civile internazionale.
Opere.: oltre a quelle già citate, si ricordano: Norme dispositive di diritto internazionale, in Rivista di diritto internazionale, 1932, pp. 388-404, 483-508; L’adattamento del diritto interno al diritto internazionale in alcune recenti costituzioni, ibid., 1933, pp. 3-23; Lezioni di diritto internazionale privato, Padova, 1941 (II ed., 1943); Controllo della costituzionalità di norme straniere, in Rivista italiana per le scienze giuridiche, 1954, pp. 27-38 (poi in Scritti di diritto internazionale in onore di Tomaso Perassi, II, Milano 1957, pp. 171-183); Stati e individui nelle organizzazioni internazionali, in Rivista di diritto internazionale, 1957, pp. 3-25; La Corte di giustizia delle Comunità europee come giudice interno, ibid., 1958, pp. 3-8; A proposito di norme internazionali cogenti, ibid., 1968, pp. 108-117 (poi in Studi in memoria di Carlo Esposito, II, Padova 1972, pp. 963-972); Aspetti processuali dell’invalidità dei trattati, ibid., 1974, pp. 5-16; Eccezioni preliminari di merito?, ibid., 1975, pp. 5-11; Controversia internazionale, questione, processo, ibid., 1977, pp. 5-16 (poi in Studi in onore di Enrico Tullio Liebman, II, Milano, 1979, pp. 1039-1053); Sull’articolo 37 dello Statuto della Corte internazionale di giustizia, ibid., 1978, pp. 45-54 (poi in Estudios de derecho international - Homenaje al profesor Miaja de la Muela, Madrid 1979, pp. 955-963); Note sull’intervento nel processo internazionale, ibid. 1982, pp. 805-815; Accettazione incondizionata della giurisdizione della Corte internazionale di giustizia, ibid. 1983, pp. 94- 101; Fonction et objet de l’intervention dans le procès international, in Essays in international law in honour of judge Manfred Lachs, The Hague 1984, pp. 403-408; Sul controllo della Corte internazionale di giustizia circa l’ammissibilità dell’intervento in causa, in Rivista di diritto internazionale, 1984, pp. 7-15; Su un preteso trasferimento alla Corte internazionale di giustizia della giurisdizione della Corte permanente, ibid., 1985, pp. 54-63; Sulla nozione di sentenza internazionale dichiarativa, in Il diritto internazionale al tempo della sua codificazione. Studi in onore di Roberto Ago, III, Milano 1987, pp. 209-217; Giurisdizione della Corte internazionale di giustizia e diritto applicabile, in Rivista di diritto internazionale, 1987, pp. 660-661.
Fonti e Bibl.:Il processo internazionale. Studi in onore di Gaetano Morelli, «Comunicazioni e studi », XIV, Milano 1975; Il ruolo del giudice internazionale nell’evoluzione del diritto internazionale e comunitario, Atti del Convegno di studi in memoria di Gaetano Morelli, a cura di F. Salerno, Padova, 1995.