LAMA, Gaetano
Nacque a Napoli il 28 febbr. 1886 da Giuseppe e da Amalia Avitabile. Studiò musica con Francesco Cinque e cominciò a farsi conoscere attraverso la costante frequentazione di "periodiche" (tipici incontri musicali e di intrattenimento nei salotti borghesi napoletani), in cui si esibiva come inventore di musiche da ballo.
I primi successi si devono a valzer, quale Dedizione e in particolare Amor che passa, che è il suo primo brano pubblicato, nel 1908, da La Canzonetta.
A partire dal 1910, e per più di trent'anni, il L. divenne un importante riferimento di questa casa editrice napoletana, fondata nel 1904 da Francesco Feola e Giuseppe Capolongo; ne diresse la scuola di canto, creata con il fine di favorire la conoscenza e l'apprendimento del repertorio dell'azienda, curò l'amministrazione e si interessò in modo particolare della nuova produzione presentata in occasione della festività della Piedigrotta.
Considerato un musicista colto dalla vena facile (secondo alcuni, però, con una scarsa varietà di espressione), compose canzoni sia in italiano sia in dialetto, creando brani ancora oggi eseguiti. La prima canzone a dargli fama fu Stornelli al vento, composta nel 1910 su versi di E.A. Mario.
Particolarmente proficua fu la collaborazione con il poeta Libero Bovio, direttore artistico de La Canzonetta dal 1917 al 1923, del quale riuscì a interpretare a fondo la vena malinconica, creando capolavori come Canzone 'e surdate (1915), Reginella e 'A serenata (1917), 'O mare canta (1919), Silenzio cantatore (1922).
Dal sodalizio con Francesco Fiore derivano brani quali Connola d'ammore, del 1929, e l'anno successivo Tutta pe' me; con Gigi Pisano compose nel 1928 Penzammo a salute per il cantante Gennaro Pasquariello, Fresca fresca (interpretata per la prima volta da Elvira Donnarumma nel 1929), 'A 'nfrascata, del 1931, per Ferdinando Rubino.
Altri poeti con i quali collaborò furono Salvatore Baratta (Beneditto 'o mese austo, del 1924, interpretata per la prima volta al teatro Bellini da Laura Colombo; 'A trummetta 'a Vicaria, del 1925, lanciata da Elvira Donnarumma; Napule è chino 'e femmene, del 1927); Carlo Netti ('O gran pascià, del 1928); Rocco Galdieri (Nun 'a saccio, cantata nel 1913 da Pasquariello).
Si ricorda anche un'abbondante produzione in italiano: dalla fruttuosa e lunga collaborazione con il poeta Adolfo Genise nacquero L'addio del bersagliere (1915), La patria è salva (1916), Canta il soldatin (1917), Cara piccina e Come le rose del 1918, Tic-tì-tic-tà (1920, interpretata per la prima volta da Elvira Donnarumma al teatro Bellini), Giroflè giroflà (1923), Stornellata fiorentina (1928), T'aspetto a Napoli (1936).
Nel 1934 fondò la casa editrice La Bottega dei 4, insieme con Bovio, Ernesto Tagliaferri e Nicola Valente, con l'intento di creare una sorta di cooperativa tra autori in grado di tutelare e promuovere il lavoro artistico, ma l'attività di questa etichetta si rivelò di breve durata e di scarso successo. In questi anni il L. compose, tra l'altro, Quanta rose (1935) e Suspire 'e Capemonte (1935).
Ultimo dei quattro fondatori della casa editrice, il L. morì a Napoli il 27 apr. 1950.
Fonti e Bibl.: G. Tafuri, Napoli e la sua canzone. Diz. dei poeti e musicisti, Napoli 1949, pp. 81 s.; F. Petriccione, Piccola storia della canzone napoletana, Milano 1959, p. 138; E. De Mura, Enc. della canzone napoletana, Napoli 1969, I, pp. 302 s.; S. Di Massa, Il café chantant e la canzone a Napoli, Napoli 1969, p. 171; S. Palomba, La canzone napoletana, Napoli 2001, p. 372.