GRAZZINI, Gaetano
Nacque a Firenze nel 1786 da Giovanni.
Le notizie biografiche, comprese quelle che attestano la professione di scultore, il celibato e l'appartenenza alla parrocchia fiorentina di S. Felice in Piazza, si desumono dallo Stato civile di Toscana, conservato presso l'Archivio di Stato di Firenze (filza 7270, atti nn. 3153, 3539).
Il G. frequentò l'Accademia di belle arti di Firenze per apprendere l'arte della scultura - come testimoniava anche Camillo Iacopo Cavallucci nelle Notizie storiche - e appartenne alla prima generazione di allievi pensionati a Roma nel 1812 (Bassignana, p. 63).
Negli anni in cui il G. frequentò l'Accademia fiorentina, la cattedra di scultura fu tenuta, dal 1797 al 1825, da Francesco Carradori, autore dell'Istruzione elementare per gli studiosi della scultura (Firenze 1802), primo manuale a uso didattico e sintesi della pratica di bottega settecentesca. Ma il più influente per l'opera del G. fu Lorenzo Bartolini, già famosissimo, docente accademico solo dal 1839 poiché gli si era fino ad allora preferito il canoviano Stefano Ricci.
Intorno al 1810 il G. lavorò come stuccatore a palazzo Bartolommei a Firenze: nel salone del primo piano cornici, fregi, fasce e bassorilievi di carattere neoclassico illustrano episodi della vita di Amerigo Vespucci e testimoniano la ripresa di importanza della decorazione a stucco (Ginori-Lisci, figg. V, 1, 2).
La prima impresa di particolare risonanza fu la collaborazione alla decorazione plastica della cappella dell'Assunzione nella villa suburbana di Poggio Imperiale, residenza natale e prediletta di Ferdinando III, granduca di Toscana. Negli anni 1817-18 furono commissionate per la suddetta cappella sei statue di Virtù per le nicchie delle navatelle laterali: al G. la Speranza (Collezione di disegni, tav. VII; Bradley, fig. 16), cui fecero seguito Aronne e Mosè, commissionati al G. e a Francesco Pozzi nel 1820 per il loggiato esterno antistante la cappella (Collezione di disegni, tav. II).
La cappella dell'Assunzione vide all'opera scultori, stuccatori, ebanisti e il pittore Francesco Nenci nell'affresco della volta con l'Assunzione della Vergine, coordinati dall'architetto Giuseppe Cacialli che elaborò un ambizioso progetto curato fin nei particolari degli arredi e riprodotto in una voluminosa pubblicazione del 1823. Alla ricca ma gelida decorazione plastica della cappella concorsero anche Bertel Thorvaldsen, Luigi Pampaloni e Stanislao Marchetti, esecutori dei rilievi del lungo fregio aventi per soggetto le gesta e le virtù delle eroine Giuditta, Abigail, Ester.
Le statue di santi presso l'altare maggiore di S. Torpè a Pisa, S. Teresa d'Avila e S. Giovanni della Croce, risultano essere state eseguite dal G. "nei primi decenni del XIX secolo e donate alla chiesa dal Granduca di Toscana Ferdinando III" (Paliaga - Renzoni, p. 117).
Al terzo decennio si ascrive la Diana cacciatrice per il vestibolo della Galleria dell'Accademia di belle arti in Firenze (Gli Uffizi). Al 1846 si datano, invece, Lorenzo il Magnifico e Amerigo Vespucci per il portico degli Uffizi: le statue marmoree scolpite dal G. contemperano le regole neoclassiche con l'attenzione al vero di ascendenza bartoliniana dispiegata grazie alla discreta abilità tecnica.
Per la tribuna Galilei (1839-41) del palazzo Torrigiani a Firenze, sede del Museo di fisica e storia naturale, il G. rappresentò Bonaventura Cavalieri, uno dei quattro discepoli di Galileo ritratti nei busti collocati nelle nicchie.
Il Monumento funebredi Marco Landucci, collocato nel 1852 nella chiesa senese di S. Spirito, è opera di attardata impronta neoclassica dell'ormai anziano G. (La cultura artistica a Siena, p. 320, tavv. IX s.). A lui sono inoltre attribuiti due busti marmorei per la chiesa fiorentina dell'Annunziata (Fantozzi, p. 418).
Il G. morì a Firenze il 22 ag. 1858.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Stato civile di Toscana, filza 7270: Morti di Firenze dell'anno 1858, atto n. 3153, 879; atto n. 3539; Siena, Biblioteca comunale, Mss., K. XI. 36: E. Romagnoli, Autobiografia (s.d., ma ante 1838), c. 95 (1807); Collezione di disegni di nuove fabbriche e ornati fatti nella Regia Villa del Poggio Imperiale, proposti e diretti dall'architetto Giuseppe Cacialli, Firenze 1823, tavv. II, VII; F. Fantozzi, Nuova Guida… di Firenze, Firenze 1850, pp. 418, 674; C.I. Cavallucci, Notizie storiche intorno alla R. Accademia delle arti del disegno in Firenze, Firenze 1873, p. 76; C. Da Prato, R. Villa del Poggio Imperiale oggi R. Istituto della Ss. Annunziata, Firenze 1895, pp. 108 s., 245 s.; M. Marangoni, La Villa del Poggio Imperiale, Firenze 1923, p. 21; M. Biancale, Ottocento-Novecento, I, Roma 1961, pp. 62 s.; L. Ginori-Lisci, I palazzi di Firenze nella storia e nell'arte, II, Firenze 1972, pp. 830, 832; Lorenzo Bartolini. Mostra delle attività di tutela (catal., Prato), Firenze 1978, p. 42; Gli Uffizi. Catalogo generale, Firenze 1979, p. 309, n. P778; C. Bradley, in La scultura nel XIX secolo..., a cura di H.W. Janson, Bologna 1984, pp. 27-31; F. Paliaga - S. Renzoni, Le chiese di Pisa. Guida alla conoscenza del patrimonio artistico, Pisa 1991, pp. 83, 117; La cultura artistica a Siena nell'Ottocento, a cura di C. Sisi - E. Spalletti, Siena 1994, pp. 134, 320, tavv. IX s.; Il duomo di Pisa, a cura di A. Peroni, Modena 1995, pp. 283, 459 s., nn. 893-895; S. Renzoni, Pittori e scultori attivi a Pisa nel XIX secolo, Pisa 1997, pp. 139 s.; Id., La scultura, in L'immagine immutata. Le arti a Pisa nell'Ottocento, a cura di R. P. Ciardi, Pisa 1998, p. 92; Gli accademici del disegno..., a cura di L. Zangheri, Firenze 1999, p. 203; L. Bassignana, Gli stili della Restaurazione, in L'Ottocento, a cura di C. Sisi, Firenze 1999, pp. 63, 88; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XIV, p. 556; A. Panzetta, Diz. degli scultori ital. dell'Ottocento, I, Torino 1990, p. 151.