FASANOTTI, Gaetano
Nacque a Milano nel 1831. A 17 anni prese parte, volontario, alla prima guerra d'indipendenza. Dopo aver esordito come pittore di storia - si veda a questo proposito il dipinto La discesa di Berengario in Italia (coll. Ettore Ponti; Bignami, 1900, p. 69) - il F. si dedicò prevalentemente alla pittura di paesaggio, seguendo l'esempio del maestro G. Renica. Dal 1860 al 1864 fu titolare della cattedra di paesaggio all'Accademia di belle arti di Brera, dove introdusse per la prima volta come metodo d'insegnamento la pratica della pittura en plein air. Sue opere furono esposte regolarmente, sino al 1879, alle mostre annuali indette dall'Accademia di Brera. Con il dipinto Dintorni di Milano (Milano, Galleria d'arte moderna) il F. partecipò all'Esposizione universale del 1867, che si tenne a Parigi, prendendo anche parte alle successive edizioni: a Monaco di Baviera, nel 1869, e, quattro anni dopo, a Vienna. Sempre nel 1873 partecipò all'esposizione annuale di Brera con il dipinto Canale d'Ischia (Milano, Galleria d'arte moderna), che testimonia l'interesse dell'artista nei confronti del paesaggio dell'Italia meridionale (Rebora, 1991).
Il F., che fu in contatto con gli ambienti più avanzati della cultura artistica milanese, stringendo amicizia con pittori quali E. Pagliano e M. Bianchi, esercitò una decisiva influenza sullo sviluppo della pittura di paesaggio lombarda del secondo ottocento. Ma, nonostante l'ammirazione degli allievi, fra i quali F. Carcano ed E. Gignous, egli scontò la sua coerente opposizione al rigido accademismo ufficiale con l'allontanamento da Brera, anche in seguito ad una violenta polemica avuta con il critico Filippo Filippi, che aveva aspramente biasimato le sue opere.
Caduto in miseria, il F. morì a Milano il 7 febbr. 1882.
In particolare il F. predilesse gli scenari fluviali e lacustri e le atmosfere brumose della pianura padana, ricollegandosi nei modi alla tradizione romantica lombarda, rappresentata da A. Inganni, G. Canella e L. Bisi. Rispetto a tali modelli sviluppò una maggiore attenzione ai dati del vero, soffermandosi in special modo sugli effetti di luce naturale, anche attraverso lo studio dei paesaggisti olandesi, come dimostra il dipinto del 1860 Paesaggio lacustre (Milano, Galleria d'arte moderna), copia da un'opera di Remigio van Haanen, esposta a Brera nel 1857.
Lo studio diretto della natura, condotto dipingendo all'aperto insieme con l'amico G. Valentini, non portò tuttavia il F. a una precisa scelta realistica, ma la sua "forma paesistica" rimase, secondo il Somaré (1928, p. 142), "intermedia e mediatrice fra la veduta scarsa di pittura e il paesaggio propriamente pittorico". Se effettivamente in alcuni dipinti del settimo decennio, ad esempio nelle due vedute conservate alla Galleria d'arte moderna di Milano (Strada di montagna, 1862, e Stradale con fondo di montagne e corso d'acqua, 1869), permangono ancora schemi compositivi tradizionali ed una tendenza al pittoresco, nelle opere successive emerge chiaramente la sua capacità di cogliere i valori più intensi del paesaggio e di renderli con ricchezza di toni e di sfumature. Esemplare di tale visione lirica della natura è il dipinto Stagno (Milano, Galleria d'arte moderna), dedicato all'amico Pagliano, caratterizzato da una sottile ricerca luministica esaltata dagli effetti di trasparenza e di rifrazione colorata dell'acqua.
Oltre agli undici dipinti conservati presso la Galleria d'arte moderna di Milano, altre opere del F. si trovano al Museo Poldi Pezzoli, all'Accademia Carrara a Bergamo e presso la Pinacoteca comunale di Verona.
Fonti e Bibl.: Necr., in L'Illustrazione italiana, 26 febbr. 1882, p. 151; V. Bignami, La pittura lombarda nel sec. XIX (catal.), Milano 1900 p. 69; E. Somaré, Storia dei pittori ital. dell'Ottocento, Milano 1928, p. 142, tav. 68; E. Piceni-M. Cinotti, La pittura a Milano dal 1815 al 1915, in Storia di Milano, XV, Milano 1962, pp. 509 s.; G. C. Bascapé, Ville e parchi del lago di Como, Como 1966, p. 54; E. Piceni-M. Monteverdi, Pittura lomb. dell'Ottocento, Milano 1969, ad Ind.; S. Ortolani, G. Gigante e la pittura di paesaggio a Napoli e in Italia dal '600 all' '800, Napoli 1970, pp. 56 s.; Catalogo Bolaffi della pittura ital. dell'Ottocento, n. 5, Torino 1974, p. 158; L. Caramel-C. Pirovano, Galleria d'arte moderna. Opere dell'Ottocento, II, Milano 1975, p. 316, tavv. 852-862; M. Monteverdi, Storia della pittura ital. dell'Ottocento, Milano 1975, II e III, ad Indicem; F. Rossi, Accademia Carrara. Bergamo. Catalogo dei dipinti, Bergamo 1979, pp. 424 s.; M. Natale, in Museo Poldi Pezzoli Dipinti, Milano 1982, pp. 31, 174, tav. 444; Mosè Bianchi e il suo tempo. 1840-1904 (catal.), Milano 1987, pp. 260, 346; S. Rebora, in La pittura in Italia. L'Ottocento, II, Milano 1991, p. 819; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlex., XI, p. 282; Diz. enc. Bolaffi dei pittori e incisori ital., IV, p. 321.