CASTILLIA, Gaetano de
Patriota, nato a Milano il 28 ottobre 1794, morto ivi il 12 maggio 1870. Laureatosi nel 1814, ben presto attratto nell'orbita degli avversarî del governo austriaco capitanati dal conte Federico Confalonieri, sembra che a istigazione di questo si recasse nell'inverno del 1821 nel Piemonte, in quei giorni scosso dal moto rivoluzionario, e recasse messaggi al marchese di Caraglio e allo stesso principe di Carignano. Arrestato in quello stesso anno e sottoposto a stringenti interrogatori, il C., a differenza del fratello Carlo, diede prova di animo forte e leale, badando a non compromettete gli amici, pur ricusando per scrupoli religiosi di negare la sua partecipazione alle congiure. Condannato a morte, ebbe la pena commutata in venti anni di carcere duro, nella fortezza dello Spielberg, dove ebbe compagno di cella Pietro Borsieri. Graziato nell'estate del 1836, fu però deportato agli Stati Uniti. Colà diede lezioni di italiano, prima a New Haven, poi a Stockbridge. Raggiunto dal Confalonieri nell'inverno del 1837, gli fu compagno per qualche tempo a New York, e rimase in America anche dopo la partenza di lui per l'Europa, validamente sorretto dalla famiglia Sedgwick, fra le più cospicue del Connecticut. Nell'autunno del 1838, illuso da affidamenti pervenutigli dalla sua famiglia, ch'era rimasta in Lombardia, il C. raggiunse il Confalonieri in Francia, nella vana lusinga di un'imminente amnistia, nella quale invece egli non fu dapprima compreso. Nel 1839 chiese invano l'ammissione nella cittadinanza austriaca, che gli fu concessa solo l'anno seguente, quando poté riprendere dimora a Milano. Se ne allontanò ripetutamente per recarsi in Toscana, attrattovi dall'amicizia devota che lo legava al marchese Gino Capponi. Nel 1848 il C. si dichiarò apertamente fautore della fusione immediata della Lombardia col Regno sardo, e, dopo l'agosto, non volle trattenersi a Lugano, dove si era dapprima rifugiato, per non mescolarsi all'emigrazione repubblicana. Preferì tornare nello stesso anno in Milano occupata dagli Austriaci e vi visse tutto il decennio seguente, salvo le visite che fece agli Arconati in Piemonte e al Capponi in Toscana. Il C. fu nominato senatore il 24 maggio 1863.