CRIPPA, Gaetano (Roberto)
Nacque a Monza il 17 maggio 1921 da Giuseppe e da Giulia Macchi. Stabilitosi a Milano, dal 1944 (anno a cui risalgono i suoi primi dipinti) al 1948 frequentò l'Accademia di Brera. Nel 1946, quando vinse il premio Hayez, sì iscrisse contemporaneamente alla facoltà di architettura presso il politecnico, ma non completò mai gli studi. Stanco ben presto dell'esperienza accademica, insieme con il pittore G. Dova, conosciuto a Brera, iniziò le sperimentazioni sui rapporti tra spazio e forma, eseguendo dipinti a macchia, a colature di smalti, che venivano venduti per prezzi irrisori a collezionisti privati. Già dal 1946 iniziò a dipingere le prime "spirali", sottili grovigli definiti da L. Fontana "filetti". A proposito di una delle opere più famose di questo periodo, Anna Bolena (1949), Ballo (1964, p. 240) scriveva: "...mostra come l'automatismo di origine surrealista trovi in Crippa altri sviluppi: il groviglio si effettua nel gesto impetuoso e largo, caricandosi di energia, di vitalismo da action-painting". Contemporaneamente, a partire dal 1949, il C. si dedicò anche alla scultura in cui di nuovo ricorre il motivo delle spirali, realizzate tramite l'uso del filo di ferro.
Nel 1947 venne organizzata la prima personale del C. presso la galleria Bergamini di Milano l'anno seguente il C. venne invitato alla XXIV Biennale di Venezia, alla quale partecipò ancora nel 1950, nel 1952, nel 1954 e nel 1964 (cfr. pp. 181, 192, 132, 124, 78 s. dei rispettivi cataloghi). Le sue opere eseguite tra il 1948 ed il 1954 appartengono al periodo conosciuto come spaziale (R. Alley, Catalogue of the Tate Gallery's Collection of Modern Art, London 1981, p. 134). Nel 1950 fu tra i firmatari del Manifesto tecnico dello spazialismo (G. Marussi, Catal. d. Mostra spazialismo, Vicenza 1968).
Nel 1950, recatosi a New York per accompagnare un gruppo di mutilatini dell'Istituto Don Gnocchi di Milano, ai quali insegnava disegno, incontrò A. Jolas che, esaminati i suoi dipinti, gli propose di organizzare una mostra, che ebbe luogo a New York nel 1951. In quello stesso periodo ebbe modo di incontrare M. Ernst e M. Duchamp, che acquistarono entrambi alcuni suoi dipinti, e di conoscere le opere di Pollock.
Dal 1952 al 1955 le linee delle sue spirali erano tracciate direttamente con il tubetto di colore con cui formava solide nervature.
Il periodo successivo alle spirali è caratterizzato dalla produzione "totemica", che ebbe inizio, in seguito anche ai contatti con i surrealisti W. Lam, R. Matta, V. Brauner, nel 1953. con "motivi primordiali, da cui trasparivano spavento ed ossessione" (Catal. naz. Bolaffi d'arte moderna, n. 8/1, Torino 1972, Omaggio a C.) "... la sua pittura di gesto diventava pittura di visione con accenti surreali" (Ballo, 1964, p. 220). Tale motivo fu ripreso anche in scultura: lo si riscontra nelle circa sessanta opere che l'artista produsse tra il 1955 e il 1956, ricorrendo ad un procedimento poco usuale, consistente nel colare sul ferro il bronzo ed il rame (Bolaffi arte, 1972, p. 48).
Nel 1967 il governo della Rhodesia emise un francobollo riproducente un'opera pittorica del C. (Totem) del Museo di Salisbury.
Per la X Triennale di Milano, nel 1954, egli disegnò l'aiuola di begonie di fronte al palazzo dell'Arte e il pavimento a intarsio policromo di pavinil (resina acetovinilica della Montecatini) dell'atrio e del vestibolo vennero inoltre presentati due tessuti stampati su suo disegno nella sala di tessuti per arredamento dell'I.S.A. di Busto Arsizio ed una litografia a colori (pp. 32, 35 s., 376., 402, 406, tavv. VI-VII del catalogo).
Intorno al 1957 il C. compose i primi collages attuando il superamento dei generi, trasformava i quadri in oggetti in rilievo. Nei suoi quadri-rilievi si serviva di sughero, amianto, formica, assi di casse da imballaggio, cartoni plastici, inserendo sul fondo carta di giornale, carta stagnola, lamine d'oro. Compose quattro collages in collaborazione con V. Brauner, tra cui nel 1961 Action onirique de la matière e Le donne, e due con L. Fontana, fra cui Venerdì santo nel 1962 (per queste tre opere cfr. M. Tapié, Collages di R. C., catal. gall. Cortina, Milano 1969).
Alla Biennale di Venezia del 1964 presentò otto collages eseguiti fra il 1962 ed il 1963 (A. Pieyre de Mandiargues, pp. 78 s. del catalogo). Nel 1967 espose, alla galleria Jolas di Parigi, diciotto quadri e una scultura in plexiglas, Sole nella sfera in questa occasione il Museo d'arte moderna di Parigi acquistò una sua opera. Intorno al 1965 era giunto ai rilievi monocromi in amiantite, come La pista, per raggiungere poi il forte cromatismo dei Soli e delle Eclissi, come Soleil del 1969-70, Astroide del 1968, o Moon and world del 1971.
Il C. morì a Bresso, presso Milano, il 19 marzo 1972, in seguito ad un incidente di volo.
Pilota acrobatico, nel 1962 un grave incidente in cui aveva perso la vita il suo compagno di volo l'aveva costretto all'immobilità per circa un anno tuttavia, non appena possibile aveva ripreso a volare.
Sue opere si trovano presso la Civica Galleria d'arte moderna di Milano, presso la Tate Gallery di Londra ed il Museum of Modern Art di New York, oltre che in altre collez. pubbliche e private. La più importante mostra del C. è stata l'antologica del 1971 organizzata a Milano presso il palazzo Reale, in cui vennero esposte ottanta sue opere.
Fonti e Bibl.: Necrol. sono reperibili sulla stampa quotidiana e periodica v. anche quello in Borsa d'arte, IX (1972), 5, p. 5 G. Giani, Catal. 172º Mostra del Naviglio, C., Milano 1954 Documenta - Kunst des XX. Jahrhunderts, Internationale Ausstellung, Museum Friedericianum, Kassel 1955, p. 39 G. Carandente, Mostra d. scultura del XX secolo (catalogo mostra, Galleria nazionale d'arte moderna), Roma 1957, p. 33, tavv. 58 s. E. Tadini, Il leone di R. C., in Settimo giorno, 12 giugno 1958, pp. 58 ss. T. Sauvage, Arte nucleare, Milano 1962, pp. 30, 221, 230 s. G. Dorfles, Bai, C., Del Pezzo, Dangelo, Persico, La nuova figurazione (catalogo mostra, La Strozzina), Firenze 1963 G. Ballo, La linea dell'arte italiana, II, Roma 1964, pp. 220, 234, 240 R. C…, Kunsthalle (catal.), Mannheim 1965 R. C., in D'Ars Agency, dicembre 1966-gennaio 1967, pp. 85 ss. G. Ballo, C. (catalogo mostra personale, Galleria d'arte Cortina), Milano 1968 E. Fabiani, Visita allo studio, R. C., in Notizie d'arte, II (1970), 4, pp. 17-20 I. Andreini, La pittura ital. dal 1970, Milano 1971, p. 128 G. Ballo, R. C. (catal. mostra, pal. Reale), Milano 1971 Vedo il sole davanti .... in Bolaffi arte, febbr. 1972, n. 17, pp. 46-49 Galleria Sagittaria, R. C. (catal.), Pordenone 1972 M. Precerutti Garberi, Cinquanta anni di pittura nella coll. Boschi di Stefano…, (catal. mostra, pal. Reale), Milano 1974, pp. 256, 258, 265 R. C. dal '58 al '72 (catal. mostra, Gall. Interarte), Milano 1975 A. H. Barr jr., Painting and sculpture in the Museum of Modern Art 1929-1967, New York 1977, pp. 376, 533,: H. Vollmer, Künstlerlexikon des XX. Jahrh.s, V, p. 402 M. Seuphor, Dict. de la sculpture moderne, Neuchâtel 1959, pp. 156 s., 255 Diz. encicl. Bolaffi d. pittori e incisori ital., IV, p. 65.